Nuovo che avanza


La mattina la gente si sveglia e dice: da oggi cambio vita. Invece non lo fa mai

(Dal film Town)

 

Esercizio di alfabetizzazione funzionale. Cerchiamo alcuni termini sul dizionario e ne verifichiamo l’effettivo significato, misurandone il grado di novità rispetto al passato.

Cambiamento significa mutamento, trasformazione, variazione. Generalmente indica il passaggio da una situazione esistente ad una più evoluta. Di solito cambiare l’auto vuol dire averne a disposizione una più moderna rispetto alla precedente, mentre cambiare lavoro quasi sempre porta a migliorare la propria condizione occupazionale. Al di là delle valutazioni “migliore/peggiore”, è indubbio che secondo il senso comune “Governo del cambiamento” debba indicare una novità nell’amministrazione della cosa pubblica rispetto al passato.

Vediamo dunque i tratti di novità caratterizzanti il “Governo del cambiamento”.

Un primo elemento di originalità è rappresentato dal fatto che i partiti di governo si autoproclamano sovranisti, in aperta lotta con i dettami e i fondamenti dell’Unione Europea. Il Contratto di Governo rifiuta apertamente alcuni di quei precetti. Le dichiarazioni ufficiali e i primi decreti seguono la medesima linea. È in atto un’aperta contestazione alle istituzioni europee che ambisce, più o meno velatamente, ad obiettivi di separazione o fuoriuscita. Dal Trattato di Maastricht del 1992 nessun governo aveva mai messo in discussione l’impegno italiano verso l’Europa. Ma il sovranismo non nasce oggi. Viene coniato in Canada agli inizi degli anni ’60, nel quadro dell’indipendenza del Quebec. È una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale, in contrapposizione alle politiche delle organizzazioni internazionali e sovranazionali.

Il sovranismo va di pari passo con il costante appello al sentimento dello stato nazione, ben sintetizzato nel celebre slogan “prima gli Italiani”. Lo Stato Nazione è una concezione politica partorita nel primo dopoguerra, cento anni fa. Si riassume nell’idea di far coincidere tassativamente l’apparato giuridico e amministrativo di un territorio (lo Stato) con la comunità che condivide lingua, cultura e religione (la Nazione). Già dai termini usati si può cogliere l’obsolescenza di questo concetto. Non c’è neppure bisogno di scomodare le nozioni di multiculturalità e globalizzazione per dimostrarne l’inesorabile vecchiaia.

Un’altra ventata di novità arriva dall’annuncio del Ministro dei Trasporti di nazionalizzare l’Alitalia e le autostrade. La nazionalizzazione è l’intervento con cui lo Stato acquisisce la proprietà o il controllo di determinate industrie private, o l’esercizio di alcune attività di preminente interesse generale. È del 1905 la nazionalizzazione delle ferrovie, del 1912 quella delle assicurazioni sulla vita, del 1962 quella dell’energia elettrica. Dagli anni ‘80 la manifesta inefficienza produttiva delle imprese statali ha determinato in molti Paesi un progressivo ridimensionamento delle stesse.

La strabiliante invenzione della pace fiscale. Prevede la rottamazione delle cartelle con aliquote forfettarie e ridotte, la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa, in cui si afferma che all’epoca della dichiarazione originaria non si era comunicato tutto il dovuto, la cancellazione totale ed automatica dei debiti inferiori a mille euro, multe comprese. Quasi quasi viene in mente il condono, cioè l’annullamento di una pena o di un debito. Sono stati circa ottanta dall’Unità d’Italia ad oggi. Se il primo condono fiscale risale all’Imperatore Adriano, va detto che da Rumor a Spadolini, da Craxi ad Andreotti, da Dini a Berlusconi… nessuno è rimasto indenne di fronte alla tentazione di abbuonare le pendenze fiscali dei cittadini meno virtuosi.

Il deficit come sorprendente idea programmatica per crescere. La nota di aggiornamento al Def prevede una massiccia spesa in deficit di bilancio. Fare deficit significa spendere più di quello che si guadagna. Significa programmare le spese o gli investimenti, sulla base di risorse prese a debito. Il deficit è essenzialmente l’eccedenza del passivo sull’attivo e come si può facilmente immaginare non è proprio un escamotage di primo pelo. Sembra strano, ma c’avevano già pensato in tanti.

Sosteneteci comprando i Btp”. Con un appello a carattere nazionale, il Ministro degli Interni invita il popolo a comprare debito pubblico, al fine di sostenere le spese del Governo. Trovo una sottile assonanza con “Oro alla patria”, la manifestazione a carattere nazionale organizzata dal regime fascista nel 1935. Gli italiani furono chiamati a donare i loro gioielli per sostenere le spese belliche.

Con l’impropria dicitura di “Reddito di cittadinanza” ritorna il sussidio di disoccupazione, spendibile solo per acquisti morali. Sarà il Governo a decidere cosa è morale e cosa non lo è. Viene in mente la canzone di Jannacci, dove il barbone dice: “Tu sei uno di quelli che se gli chiedono mille lire, dicono ‘mi raccomando non se le beva’. Cosa te ne frega a te se me le bevo? Oscar della bontà!” L’assistenzialismo è definito come la degenerazione del sistema di assistenza pubblica e sociale, in cui lo Stato interviene con l’erogazione di fondi a cittadini, senza un piano efficace per il loro utilizzo e allo scopo di acquisire consensi. La storia d’Italia, insomma.

cambiamento

  1. #1 by Paio at 27 ottobre 2018

    Se scrivi queste cose non tiri mica su tanti laic

(non verrà pubblicata)

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