Archive for maggio 2014

La sala parto

“Perché si chiama sala parto se ha solo nuovi arrivi?”

(Anonimo)

Le sale parto non sono mai come ci si immagina che siano. Se ti aspetti una sala vasta e ampia, troverai uno spazio stretto e caotico. Al contrario, se pensi ad un ambiente intimo e confortevole, troverai una sala d’armi dall’aspetto vagamente sinistro.

Io non dovevo neppure entrarci in sala parto, o almeno i patti erano questi. Poi ho accompagnato mia moglie durante il lungo momento delle contrazioni e nel mezzo del travaglio ho chiesto all’ostetrica: “Forse è il caso che la trasferiate in sala parto”. “Siamo già in sala parto”, mi ha risposto col tono di chi si rivolge ad un analfabeta, durante un esame di paleografia greca.

È quello che si dice “trovarsi impreparati fin dall’inizio”.

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Da Volta in Movimento a Volta in stallo

“Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti.
Le domande invece sono il vero motore dell’attività mentale
un uomo che non si pone domande, o che si contenta delle risposte, non va molto lontano”.
(P. Angela, Da zero a tre anni)

Userò un eufemismo: la serata di confronto fra i tre candidati sindaci è stata deludente. Apprezzo sinceramente lo sforzo del gruppo “Volta in Movimento” di offrire un dibattito e una presentazione delle tre candidature, ma il proposito è miseramente fallito.

A parte il comprensibile tentativo di fare propaganda al Movimento Cinque Stelle, ed alla sua costola Volta in Movimento, a cosa è servito tutto il resto?

Cominciamo dal moderatore, illustrissimo presidente di non ricordo quale ente, arrivato da chissà dove, che pone una sola domanda ai candidati: “allora, avete quindici minuti per raccontare il vostro programma”. Però! Che domandona scomoda! Mio padre, che è di Volta, parla poco e ha come unico interesse le bocce, avrebbe trovato qualcosa di più interessante da chiedere.

In verità, la domanda da fare ai candidati era essenzialmente una:

1-      Dottor Adami, al di là delle inchieste che seguiranno il loro corso, almeno politicamente non le crea imbarazzo ricandidarsi senza aver prima risolto i suoi problemi con la giustizia? Non era meglio appoggiare qualcun altro, in attesa di risolvere ogni questione?

2-      Caro Bertaiola, sulla sua testa pende una causa di ineleggibilità. Rebus sic stantibus, lei non può fare il sindaco perché è ineleggibile. Ci manca qualche informazione, oppure ha qualche asso nella manica? Come pensa di sciogliere questo nodo all’indomani del voto?

3-      Ingegner Morandini, se vince lei, a chi affiderà la delega all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici? A se stesso? Lo sa che l’articolo 78 del Testo Unico per gli enti Locali recita che “I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”?

Tutto qua, bastava chiedere queste cose e i cittadini sarebbero rimasti soddisfatti.

Si dirà: “potevi chiederle tu”. È vero, potevo farlo. Io però non ho avuto la presunzione di organizzare un dibattito aperto ed utile, inoltre nel mio piccolo so già per chi votare.

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Eurovoto o eurovuoto

“La penisola italiana, una propaggine geografica dell’Europa.
Come la penisola turca lo è dell’Asia. Europa Minore”

(F. Burdin, Un milione di giorni)

 

Come spesso accade, in Italia le elezioni Europee sono solo l’occasione per discutere sulla politica nazionale e sulle beghe di quartiere. L’obiettivo di tutti è misurare l’appeal dei singoli partiti… dell’Europa chissenefrega.

E non sono da meno gli elettori, che voteranno in base all’andamento degli avvenimenti e dei sentimenti propri della politica italiana, in totale ignoranza sui contenuti e sul profilo dei candidati in gioco.

Eppure l’Italia dovrà eleggere 73 deputati, circa un decimo del Parlamento Europeo, ed ognuno di noi potrà esprimere ben tre preferenze. Tanta roba, di questi tempi.

Nonostante ciò, non si parla di programmi, né di strategie comunitarie. Il Pd vuole genericamente “un’altra Europa”, Forza Italia incalza con lo spauracchio del giogo tedesco, Grillo vuole uscire dalla Comunità e la Lega dell’Euro. Era più analitico il candidato Antonio La Trippa, che almeno prometteva di costruire scuole, strade, acquedotti e case per tutti.

Vorrei sapere quale politica fiscale appoggeranno i nostri rappresentanti, come s’intendono affrontare i problemi dell’agricoltura e dell’immigrazione, anche di concerto con i gruppi parlamentari già insediati a Strasburgo. Vorrei conoscere cos’hanno prodotto in questi anni i nostri eletti a Strasburgo e Bruxelles. Invece Vespa, Floris e Santoro si scannano sulla riforma del Senato, sull’Expo, sulla Tasi e sugli ottanta euro nella busta paga dei contribuenti.

A larghe linee, i programmi dei principali partititi italiani alle europee sono quelli descritto sotto.

La lista dei candidati, invece, si può trovare qua: http://www.milanotoday.it/politica/elezioni/europee-2014/nomi-liste-candidati-nord-ovest.html

Per scegliere come e chi votare, io partirei da qui.

Partito Democratico Gli argomenti nel programma sono il diritto a un lavoro dignitoso, nuovi posti di lavoro, la ripartenza dell’economia europea, la regolamentazione del settore bancario, l’imposizione di un tetto per i bonus ai banchieri, la creazione di un Europa sociale e verde, l’uguaglianza dei diritti delle donne e delle diversità, la promozione di un vita sana e sicura, maggiore democrazia e partecipazione, project bonds per finanziare gli investimenti nell’economia verde.

Forza Italia Propone una comune politica dell’economia, una comune politica fiscale e un’unica politica estera, l’elezione diretta del presidente del governo europeo, l’eliminazione del fiscal compact la possibilità di sforare il 3% annuo nel rapporto tra deficit e Pil. Forza Italia chiede che la Banca centrale possa stampare moneta ed emettere eurobond. Chiede inoltre la rinegoziazione di tutti i trattati firmati a livello europeo..

Movimento 5 Stelle Sono 7 i punti del programma: referendum per la permanenza nell’euro, abolizione del fiscal compact, adozione degli Eurobond, alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune, investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit in bilancio, finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni, abolizione del pareggio in bilancio.

Lega Nord L’euroscetticismo si basa su due punti fondamentali: azzeramento dell’euro e controllo delle frontiere. Il programma, infatti, parla nello specifico di gestione delle politiche monetarie su base nazionale e di una revisione delle politiche legate alla libera circolazione di beni e persone. È richiesta anche una regolazione del commercio con l’estero, soprattutto nell’intenzione di proteggere i prodotti europei.

NCD-UdC Anche Ncd e Udc chiedono l’elezione diretta del Presidente della Commissione europea. Propongono la fine dell’austerità, suggerendo investimenti nell’economia europea. Patto di stabilità più flessibile e vera unione bancaria e fiscale, euro bond e project bond per finanziare gli investimenti. Lotta alla disoccupazione e finanziamenti per le imprese. Poi tutela dei prodotti italiani e salute dei consumatori. Sicurezza dei confini dell’Unione e politica estera unitaria.

Scelta Europea Chiede un’Europa federalista  nemica della burocrazia e vicina alle imprese, ai lavoratori, alla libertà di ricerca, all’innovazione, all’autonomia dei territori. Le priorità di ALDE  e Scelta Europea sono la creazione di posti di lavoro attraverso il rafforzamento del mercato unico dell’energia, del digitale, dei servizi finanziari, dei trasporti e della sanità e facilitando la libertà di movimento dei servizi e dei lavoratori. Riforma del sistema finanziario dell’Unione,  in modo che nessun Paese contribuisca in maniera sproporzionata. Per mantenere i conti in ordine tutti gli Stati dovranno ristabilizzare i conti pubblici. Bisogna promuovere i diritti umani e la protezione dei più deboli, sia all’interno dell’Unione che al di fuori dei suoi confini.

L’Altra Europa con Tsipras L’obiettivo finale è una Costituzione scritta dai popoli, con l’immediata fine dell’austerità e un  New Deal Europeo (l’Europa potrebbe e dovrebbe prendere in prestito denaro a basso interesse per finanziare un programma di ricostruzione economica focalizzato sull’impiego, sulla tecnologia e sull’infrastruttura). L’espansione dei prestiti alla piccola e media impresa. Sconfiggere la disoccupazione. Sistema fiscale che assicuri la responsabilità fiscale sul medio termine e allo stesso tempo permetta agli stati membri di usare lo stimolo fiscale durante una recessione. Una vera e propria banca europea che possa prestare denaro come ultima risorsa per gli stati-membri e non solo per le banche. Una legislazione Europea effettiva per tassare l’economia e le attività imprenditoriali offshore

Fratelli d’Italia- AN Accanto all’uscita dall’Euro, il programma contempla i desideri di aggredire sprechi e privilegi, aggredire il debito, ridurre la spesa, difendere la specificità della nostra economia Si chiede anche la revisione del welfare, la tutela della natalità e delle famiglie, la centralità di scuola e università, la rivoluzione digitale

Italia dei Valori (IdV) Auspica la tutela dei diritti dei cittadini, la crescita economica sostenibile e compatibile con l’equità sociale, lo smantellamento progressivo delle centrali nucleari, l’energia verde. Inoltre mitigazione del Fiscal Compact, contrasto agli squilibri macroeconomici e alla speculazione finanziaria, accesso al credito per le imprese e per le professioni., abolizione di tutte la sede di Strasburgo.

Green Italia-Verdi europei Chiede un’Europa  democratica e federalista, attraverso un ‘’new green deal’’, un patto per lo sviluppo nel segno di un uso sostenibile delle risorse naturali, dell’impegno per salvaguardare gli equilibri del clima e degli ecosistemi, della “green economy”, dell’equità sociale, del rispetto per i diritti e gli interessi delle generazioni future.

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Buona forchetta (a casa mia) – La seriola

Io sono l’alfa e l’omega

(Apocalisse – XXII, 13)

La ricciola, all’anagrafe Seriola dumerili, è il più pregiato pesce azzurro che esista, ricchissimo di omega tre. Non si trova spesso al banco del pesce perché non proviene da allevamento, ma solo dal mare aperto. A causa della notevole quantità di proteine necessarie alla sua crescita, infatti, la ricciola non si presta facilmente alla coltura. Se girano nel web le ricette di Cracco con le patatine San Carlo (che tristezza), a buon diritto può essere pubblicata anche la mia tartare di ricciola. Capperi di Salina, sale alla malva e violetta delle miniere di Hallein, un po’ di cipolla rossa di Tropea e olio d’oliva del Garda. So che nella foto sembra Simmenthal, ma era una squisitezza.

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La carogna sulle spalle

“Non si può sempre far ricadere ogni cosa sulla società.
Ci sono momenti in cui si è carogne per conto proprio”

(R. Gary, Cane Bianco)

Genny a’ carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, è un tifoso (si fa per dire) napoletano figlio di un affiliato alla camorra del Rione Sanità. È a capo del gruppo ultrà che nel tra il 2008 e il 2012 perpetrò le rapine ai danni dei giocatori del Napoli. “Le rapine avvengono quando un calciatore gioca male, oppure parla male dei tifosi”, affermerà poi il pentito Salvatore Russomagno. Insomma, Genny a’ carogna non è esattamente un appassionato di filologia romanza, né un integralista salesiano. Sabato sera, indossando una maglietta che inneggiava all’assassinio di un poliziotto, ha decretato il fischio d’inizio della finale di Coppa Italia: senza il suo placet non si poteva cominciare. È la trattativa “Stato-Mafia”, che stavolta però va in diretta tv.

Di fronte a questa sudditanza e a questa obbedienza (di prefettura, polizia, arbitri, dirigenti e giocatori) l’informazione insiste sul paragone con il modello inglese, senza chiedersi perché non vengono percorsi i primi passi elementari per l’istituzione dello stato civile. Personaggi come Genny a’ carogna sono noti e abbondano ogni domenica, in ogni stadio. Per cominciare, ancor prima di inasprire le pene o inventarsi nuove regole, si potrebbe prenderli e metterli nelle patrie galere coi lori cori e le loro magliette.

Fatto ciò, possiamo toglierci la carogna dalle spalle e iniziare a parlare di modello inglese e di filologia romanza.

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