Archive for maggio 2012

XXII° Consilgio (24 maggio 2012)

Oggi avrei tutt’altro a cui pensare, ma anche per ammazzare il tempo faccio un breve resoconto del Consiglio comunale di Giovedì sera.
L’approvazione all’unanimità di una vecchia convenzione con altri comuni, relativa agli “affacci sul Mincio” (es. piste ciclabili), è stata l’occasione per illustrare che la nuova illuminazione della pista ciclabile che parte da piazza Cantarana è interamente gestita dal piccolo impianto fotovoltaico posizionato sulla pensilina di via Gonzaga.
Sempre all’unanimità è stato dato parere favorevole al progetto di rifacimento della rete metanodotto nella zona Piccard. Si è deciso di subordinare ogni intervento al fatto che nel futuro prossimo sarà realizzata una rotatoria sul pericoloso incrocio.
Votata all’unanimità la manifestazione d’interesse per gestire l’illuminazione pubblica attraverso una società provinciale costituita dai Comuni mantovani e dalla Tea.
Infine è stata bocciata la richiesta della minoranza di riportare la destinazione dell’area Allison ad attività produttive. Col PGT l’area è stata trasformata da “zona produttiva” a “residenziale”. La scelta fatta col PGT tentava di salvare i posti di lavoro dei concittadini invogliando la proprietà, che stava dismettendo l’industria, a trasferire l’attività in zona artigianale e rivendere l’area come residenziale.

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Tipi da matrimonio

“Il segreto del mio lungo matrimonio? Andiamo al ristorante due volte a settimana.
Ceniamo a lume di candela, musica romantica e qualche passo di danza…
Lei ci va il martedì e io il venerdì.”

(H. Youngman)

Siamo entrati nell’ultima settimana prima del fatidico giorno. In questi mesi non sono mancati auguri, consigli, domande. Grazie.

Quando uno sta per sposarsi però, inevitabilmente deve fare i conti con categorie diversissime di persone che sul tema del matrimonio hanno la loro idea ben chiara. Gente che trasmette più ansia di Amadeus, vicini di casa così buoni e gentili che ti vien voglia di dargli il cinque per mille, ma anche personaggi fastidiosi come una pubblicità di Del Piero. Ho provato a raggruppare alcuni di questi individui in categorie.

Lo psicologo. Ti chiede perché ti sposi e ancora prima che tu possa rispondere, fa la diagnosi della tua scelta: “Sei figlio unico e col matrimonio manifesti la ricerca della condivisione che non hai mai avuto”. In realtà io farei fatica a condividere anche il tandem, ma non contraddico la sua sentenza per paura che mi cada in depressione.

Il Mannheimer. Non sa proprio spiegarsi cosa ti spinga al grande passo. Basa le sue perplessità su un semplice dato statistico: un matrimonio su tre fallisce, uno su tre si barcamena e solo uno su tre è felice. Mentre lo accompagno alla porta, gli faccio notare che il 50% degli italiani si prepara al matrimonio mentre l’altro 50% fa troppi conti.

L’ansiogeno. Ogni giorno s’informa sullo stato avanzamento lavori. Lo fa con domande incalzanti, quasi sempre improntate sullo stato emotivo degli sposi. Io sarei anche tranquillo, ma quando un anno prima si meraviglia che non hai ancora finito di confezionare le bomboniere, a me (che del concetto “bomboniera” conosco solo le virgolette) mette un po’ d’ansia. A tre mesi dal matrimonio fatichi a spiegargli che seppure i tavoli non siano fatti, le partecipazioni non siano spedite, dei fiori non sai che fartene, la situazione è comunque sotto controllo. E allora sei tu che tranquillizzi lui.

Il Giacobbo. Sciorina tutte le catastrofi che arriveranno il giorno dopo il matrimonio. A sentir lui, non potrò più andare al bar, né giocare a calcetto. Basta aperitivi, ferrate in montagna, giri in vespa. Al bando gli amici e le serate Champion’s. Solo domeniche all’Ikea, pomeriggi sotto il plaid a guardare “Amici” e cenette con la Zuppa del Casale e la robiola. Ai confini della realtà.

Il Carlo Conti. Ti chiede se sei sicuro della scelta, se è la tua ultima decisione, se è la tua risposta definitiva. Dopo che hai messo su casa, che hai chiesto un mutuo, che hai elargito caparre a destra e a manca, cosa cavolo vuoi rispondere? “Sì, l’accendiamo!

Il moralizzatore. “Alla tua età era ora che ti sposassi!”. Di per sé il commento non avrebbe nulla di strano. Il fatto è che te lo dice con lo stesso tono dispregiativo con cui ci si rivolge ad un cinquantenne che ha appena finito la scuola dell’obbligo, o a un novantenne che prende la patente.

Il camerlengo. Vuole sapere tutto dell’organizzazione al solo fine di dispensare consigli utili. Non è sposato, non s’intende di eventi, né di cibo, né di foto, né di fiori e nemmeno di come si sta al mondo. Però sa che sono giorni di tensione, che sull’occhiello ci starebbe bene una gardenia, che l’album è bello in bianco e nero, che il menu è meglio farlo semplice, che la carrozza è kitch ma la cabrio è “old”, che la sposa deve arrivare in ritardo e che comunque vada, non accontenterai mai tutti. Senza il suo benestare, insomma, il matrimonio non sa da fare.

L’amarcord. Con la scusa di interessarsi alle tue nozze, azzarda improbabili paragoni con il suo matrimonio, avvenuto nel gennaio 1619. “Siete a posto con le bomboniere? No perché, sai, quando mi sono sposato io abbiamo regalato delle bellissime statuette meteorologiche che già allora costavano tremila lire l’una”. “Dove andate in viaggio? Mi ricordo che noi abbiamo fatto le prime due notti a Venezia e le altre due a Caorle”. Gli rispondo che con l’euro e l’avvento dell’aeronautica, oggi è tutta un’altra cosa.

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Al fresco

“Sono un criminale? Il mondo sa che io non sono un criminale.
Per cosa stanno cercando di mettermi in carcere?
In questa società si è perso il senso comune”

(J. Kevorkian)

Paolini è stato condannato. Mica l’attore, quello bravo a fare i monologhi in teatro. No, quell’altro. Quello che appare sempre dietro gli inviati del tg, quello che disturba i servizi in diretta.

Sei mesi di reclusione e 30.000 euro di risarcimento. Una bella mazzata, anche se il personaggio è abituato. Un curriculum impressionante: 1500 denunce e solo due condanne in Cassazione, per interruzione di pubblico servizio e per molestie. Vuol dire che questo qua passa la vita tra tribunali e telegiornali, una costanza senza eguali. In qualche modo lo ammiro.

L’unica cosa triste di questo pagliaccio e di questo circo è che Paolini risulta nullatenente e gli avvocati glieli paga lo Stato, cioè noi.

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Gugol

Da diversi mesi ormai, lo street view di Google Earth è arrivato anche nelle strade di Volta. Le istantanee che ritraggono da vicino i negozi e le abitazioni hanno immortalato anche il nostro paese. Con la prospettiva naturale, come se fosse un uomo qualunque a percorrere le vie, si possono trovare situazioni normali, ma allo stesso tempo divertenti. C’è il postino che va in farmacia, Basso che esce dalla lavanderia, il Doriano Sassi che fa colazione da Piva. A Sassello però regna incontrastata la Lucy, immortalata mentre governa il territorio e chiacchiera da una parte all’altra della strada. Non è stato semplice spiegarle come funziona e a cosa serve lo street view. In ogni caso, benvenuto Gugol!

Gugol a Sassello

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Vesparaduno in umido

L’edizione 2012 ha regalato un vesparaduno bagnato. Partiti, indomiti, con un cielo nuvoloso, abbiamo raggiunto Cavriana, Solferino, le campagne di Lonato, Pozzolengo e Ponti sul Mincio. Da i conti spannometrici dell’ingegner D’Aleo eravamo circa 600. Giunti in riva al Mincio, proprio nei pressi di Ponti, l’acqua l’ha fatta da padrona sorprendendoci (ma poi neanche tanto!) con secchiate abnormi. Ci siamo rifugiati per un lungo aperitivo all’ex Green Moon, già teatro di scorribande nella nostra giovinezza.

Il tempo ha continuato ad essere inclemente e abbiamo dovuto chiedere alla barista tre sacchi neri da utilizzare come mantelline improvvisate. Il risultato è che al rientro sembravamo tre deficienti diretti alla discarica.

 

In posa, prima della partenza

Cugi bagnato alle prese col sacco e con le esclamazioni

 

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