Archive for settembre 2015

Gocce di memoria

“Sono gocce di memoria queste lacrime nuove.
Siamo anime in una storia incancellabile.
Le infinte volte che mi verrai a cercare nelle mie stanze vuote…
Inestimabile.
È inafferrabile la tua assenza che mi appartiene.
Siamo indivisibili, siamo uguali e fragili.
E siamo già così lontani.
Con il gelo nella mente, sto correndo verso te.
Siamo nella stessa sorte, che tagliente ci cambierà.
Aspettiamo solo un segno, un destino, un’eternità.”

Un abbraccio forte Lele, come quelli che non sono mai riuscito a darti.

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Miss sbaglio?

“La donna scaltra sa vendersi, dove l’ingenua si concede”
(M. Régnier, Satire)

La gaffe di Miss Italia 2015 ha fatto il giro del web. Milioni di Italiani, oltre a sapere che Miss Italia è ignorante, hanno soprattutto visto chi è e che faccia ha. Senza lo scivolone sulla seconda guerra mondiale, sarebbe stata l’ennesima anonima belloccia, riservata alle mandibole del pubblico di RaiUno e di Verissimo, e probabilmente destinata all’oblio nel giro di pochi mesi. Invece tutti a fare processi sulla spaventosa ignoranza generazionale, sul vuoto di valori, sull’effimero che azzera i neuroni.
Attenzione però che la nostra miss ha partecipato ad un concorso per diventare la più gnocca (e gnocca lo è), non al Premio Strega né ai Grammy Awards . Poi la sciocchezza che ha detto, e soprattutto la leggerezza con cui ha pronunciato quelle parole, non può essere una circostanza casuale. Nella tv che scrive le battute ai comici, che decide i risultati delle partite, che sceglie le notizie da divulgare… vi pare che siano offerti libero spazio e libero arbitrio in diretta ad una diciottenne di Montalto di Castro? A me meraviglia più l’ingenuità senile dell’ignoranza giovanile.

Aliceguardaigatti

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La pecora avvoltoio

“A San Marino due italiani in finale al torneo di bocce “Il Titano”. Aspettiamo Renzi o, al limite Orfini”
(G. Gnocchi)

Come in una mutazione genetica a metà tra la pecora e l’avvoltoio, l’italiano medio si getta in picchiata per accodarsi alla polemica sul volo di Renzi a New York. È un piacere sublime e indispensabile quello di criticare ciò che tutti criticano, quello di immolarsi a vittima sacrificale del sopruso, a martire del sistema prepotente e usurpatore. A New York per una partita di tennis? Coi nostri soldi?
Eppure lo hanno spiegato bene alcuni giornalisti che il viaggio per la finale italiana degli US Open ha una sua valenza specifica. Non è campanile, non è orgoglio nazionale. È molto di più.
Negli Stati Uniti, che raggiungeranno quest’anno il +3,7% di Pil confermandosi come il maggior mercato mondiale, lo sport è un fenomeno nazionale ed è uno dei veicoli di promozione, marketing e comunicazione più importanti. Gli US Open sono uno degli eventi sportivi più popolari e si tengono in una città che vale da sola un qualsiasi altro mercato internazionale. Una città che consuma italiano e che ha ancora sapori italiani. Se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è un potente sforzo di comunicazione all’estero delle nostre capacità che non può limitarsi al solito fashiondesignmadeinItaly. La finale tutta italiana è un occhio di bue, che si accende sull’Italia. E Renzi che ci va apposta è un ulteriore faro puntato sull’evento. Nessun americano ricorda che a primavera in piazza Duomo a Milano è stato inaugurato l’Expo, ma molti hanno seguito l’eccezionale festa per gli ottant’anni di Giorgio Armani. Si chiama marketing.
E allora perché flagellarsi nel solito lamento dell’Italia sprecona e della casta che costa, tipico degli animali frustrati e dal sangue avvelenato ? La pecora avvoltoio avrebbe avuto le stesse perplessità se Renzi fosse volato a seguire una finale dei Mondiali di calcio?

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Mont Blanc

“Chi taglia l’albero di confine taglia la lite”
(Proverbio popolare)

Sembra paradossale, ma nel 2015 i confini dell’Italia non sono ancora certi, o almeno non lo sono per tutti. È polemica tra Italia e Francia per la collocazione del Monte Bianco, che a dire il vero è lì fermo ormai da qualche anno. L’Italia rivendica la giurisdizione sul rifugio Torino, in virtù della cartografia riconosciuta a livello internazionale dalla Nato, basata sul trattato del 1860, che cedendo Nizza e la Savoia alla Francia, riconosce la cima del Monte Bianco come spartiacque. La Francia sostiene di “aver perduto la copia del trattato” e di basare i confini sul documento di Napoleone III, stilato dopo la vittoria sui piemontesi nel 1796. Come se Mattarella adesso si riprendesse l’Etiopia perché ha perso la copia del Trattato di Parigi del 1947.
Ha ragione mio cugino: per dirimere la disputa sul rifugio Torino non rimane altro che basarsi sull’arredo. Se nel rifugio ci sono i bidet, allora va considerato italiano, altrimenti è francese.

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