Archive for febbraio 2010

Mal condicio

Scrive Massimo Fini che hanno avallato per anni lodi e leggi ad personam e ora dicono: “Sta per saltare il tappo“.

Dopo aver putrefatto tutto il sistema ora ci dicono che la corruzione va combattuta e deprecata. Che non si possono candidare uomini compromessi. E quelli che si sono compromessi prima e ora legiferano per noi? No, quelli possono rimanere. Da quando le leggi (eventuali) sono retroattive?

E poi il vero male di queste settimane sarebbe Morgan?

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Il ritorno del Savoia

Rubo un passo di un blog che mi è stato segnalato oggi, perchè è fantastico…

Prima di tirarsi il colpo fatale, Luigi Tenco scrisse su un biglietto: «Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale». E poi aggiunse: «Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno». Era il 1967.
Quarantatre anni dopo in finale c’è andato Emanuele Filiberto – rischiando pure di vincere. Povero Luigi
“.

(dal blog miciomannaro)

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VI° Consiglio (19 febbraio 2010)

Bel Consiglio questo. Il corposo ordine del giorno non ha precluso l’interessante dibattito. La discussione fondamentale ha riguardato il programma delle opere pubbliche per il triennio 2010-12, ed il bilancio di previsione. Ho letto con cura la densa documentazione.

Accanto alle consuete e logore polemiche, ho colto qualche sparuta proposta da parte della minoranza. È un segnale incoraggiante ed un ottimo sintomo di ripresa per la salute del dibattito consiliare. Di seguito, i punti più importanti.

È stato varato un provvedimento per abbattere l’ICI (riduzione al 4 e 5 per mille, per cinque anni) per le attività che si stabiliranno, o si ristruttureranno, nella zona industriale. Non si tratta di allargare l’area, ma di favorire l’insediamento di realtà produttive nell’area già destinata agli insediamenti (c.d. PIP4). Condizione fondamentale per accedere a questo sgravio sarà l’inserimento di impianti fotovoltaici sulle strutture. L’incentivo mira evidentemente a favorire la produzione di energie rinnovabili. La minoranza, pur avvertendo il pericolo di minori introiti per le casse comunali, ha aggiunto alcune precisazioni al regolamento per accedere agli sgravi, in modo da renderlo più chiaro e meno assoggettabile alle interpretazioni. Effettivamente era abbastanza approssimativo in certi punti. Un ulteriore proposta è stata quella di informare attivamente i cittadini su questa opportunità. La minoranza, nonostante le sue buone proposte, ha comunque votato contro.

All’unanimità si è votata la riduzione delle tariffe rifiuti per le attività commerciali che utilizzeranno il compostore domestico. La minoranza ha contestato che il provvedimento non viene esteso ai privati. È stato risposto che l’obiettivo è di farlo per il 2011, una volta valutati i volumi dei rifiuti con la gestione del “porta a porta”.

L’elenco delle opere pubbliche programmate per il prossimo triennio è un bellissimo libro dei sogni. Progetti ambiziosi, che verranno senz’altro presi in considerazione, ma che spesso sono ben lungi dall’essere pianificati ed approvati in maniera esecutiva. Innanzitutto la sistemazione delle mura in via Fosse, nell’ambito del contratto di acquisizione dalla proprietà Corneliani. Bertaiola è sempre stato favorevole all’esproprio, mentre con questo accordo il Comune acquisisce l’area in cambio della sistemazione e manutenzione della mura e lasciando a Corneliani due metri di terreno a ridosso della cinta. Il tecnico, Vincenzi, ha risposto in maniera chiara a tutte le obiezioni, dimostrando che l’accordo stipulato è decisamente più conveniente dell’esproprio ipotizzato. Oltre ai costi intrinseci dell’esproprio, andrebbero aggiunte tutte le spese processuali di corsi e ricorsi al Tar (Corneliani ne ha già fatti tre) e soprattutto… con quali tempistiche sarebbe realizzabile tutto ciò? E poi Corneliani da tempo minaccia di chiudere, recintando, via Fosse. Su questo argomento l’Amministrazione ha agito bene, io il contratto l’ho letto e riletto: la Giunta ha riattivato e concluso una trattativa che si era deteriorata e che non aveva altri sbocchi, se non il tribunale. Giudico irresponsabile la richiesta formale della minoranza di annullare la delibera. Sembra più una questione di orgoglio personale, che una reale tutela degli interessi comuni. Come dire: non possiamo permettere che facciano quello che non siamo riusciti a fare noi. Mi dispiace.

Altro capitolo interessante è il fotovoltaico. Il progetto di 3mega si è fermato per la richiesta di una valutazione DIA da parte della Regione. Per sveltire i tempi, l’Amministrazione ha quindi deciso di creare un impianto di 1mega, per il quale serve solo l’approvazione provinciale (a tal proposito è già giunto un parere favorevole e si sta predisponendo il bando) e di demandare all’approvazione regionale l’impianto degli altri 2mega. Solite polemiche dell’opposizione per i ritardi accumulati. Ma sapete che loro non avevano neanche cercato uno straccio di investitore, limitandosi a modificare di qualche virgola un vecchio progetto? Poiché hanno fatto molto, è innegabile, a volte confondono i loro desiderata con le effettive realizzazioni, pensano di aver già fatto quello che hanno solamente sognato di fare. Mah.

Le altre opere inserite riguardano l’asilo nido, ipotizzato nell’area dell’attuale materna, il recupero Levoni attualmente in fase di stallo, la sistemazione dell’incrocio al Contino (già esecutiva), il recupero della Casa del Giardiniere (richiesto un contributo regionale, ad oggi non arrivato), il completamento di viale Risorgimento, l’ultimazione della ciclabile fino a Piazza Cantarana (finanziamento in attesa di conferma), il recupero dell’ex macello per una sala polivalente, il compimento della pavimentazione di via Beata Paola (per ora non esiste neppure un progetto), la ricollocazione della biblioteca, il canile municipale nella zona della piazzola ecologica, la sistemazione della piazzola stessa, un percorso pedonale sotto il muraglione (opera da progettare, stimata in 140.000 euro), il recupero dell’ex municipio, il consolidamento di un’ala di Palazzo Cavriani che rischia di “cedere”, il completamento dell’area PIP4 in funzione delle richieste, la manutenzione delle strade e la sistemazione urbanistica di Cereta.

Nell’ambito dell’approvazione del bilancio di previsione, particolare attenzione va riservata alle maggiori entrate basate sui maggiori accertamenti fiscali e sull’aumento delle multe. Un’ipotesi è quella di posizionare un autovelox (contestato dall’opposizione PdL) sulla statale del Contino. Le riduzioni per le spese del segretario comunale, argomento che ho già trattato, compenseranno invece gli stipendi per l’equipe del P.G.T.

Altro punto all’ordine del giorno è stata l’approvazione dello statuto del Comitato Beata Paola. Per il bicentenario della trasumanazione e per i cinquecento anni della morte, la Parrocchia unitamente ad altri enti (Comune, Rotary, etc…) si occuperà di organizzare il restauro ed i festeggiamenti. Il Comune concorrerà con 2000€ e proporrà due membri, probabilmente l’Assessore alla Cultura e il prof. Mezzadrelli. La minoranza ha chiesto di nominare almeno un membro “perché la Beata Paola è di tutti”. Non essendo però un organo politico che necessiti di equilibri, non è più importante inserire dei tecnici competenti che dei rappresentanti di partito?

È stato poi illustrato il programma di lavoro della Consulta Giovanile. Tra le iniziative una manifestazione sui dialetti, delle visite al Parlamento di Strasburgo, i collegamenti con SlowFood, un torneo estivo di calcetto saponato e campi estivi nei terreni confiscati. Non credo che Volta abbia mai investito tanto nella politica giovanile. Beggi, ricordando che sono in ballo tanti soldi (dico solo per tutta questa roba si parla di 15.000€, mia de ‘n miliàrt!), ha auspicato che i giovani partecipino anche alle altre associazioni. Dimentica che il Centro Radici è fatto pressoché da giovani e che molti partecipanti alla Consulta sono da tempo attivi nell’Avis e nelle altre associazioni. Ho l’impressione che a volte parli perché gli dicono di dire qualcosa, non importa cosa.

Approvato poi all’unanimità un documento che mira a mantenere a Volta il consultorio familiare.

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Protezione Incivile

Le indagini di questi giorni sull’operato, i favori, le amicizie e le abitudini dei vertici della Protezione Civile non sorprendono nessuno. Il confine tra verità e strumentalizzazione è, ed è sempre stato, incerto e labile. Se siano cioè vere le accuse, o piuttosto se si stia delegittimando una potente macchina gestionale, non ci è dato di sapere.

Le verità però sono due. La prima, che la Protezione Civile di questi anni ha raggiunto obiettivi eccellenti, risolvendo egregiamente problematiche molto complesse. La seconda, che l’ente in questione ha goduto e gode di facilitazioni operative senza eguali. Potremmo dire: è più semplice fare bene, avendo carta bianca su tutto.

Chi è sottoposto alle indagini della magistratura dovrebbe sempre mettersi a disposizioni degli inquirenti e dimostrare la propria innocenza. Eludere, riluttare, giustificare… significa nascondersi. Vero è che chi accusasse senza giusta causa dovrebbe, alla fine delle indagini, pagare dazio.

Se questo can can fosse servito ad evitare la privatizzazione dell’ente, sarebbe di per sé già un ottimo risultato. Se il polverone favorisse altresì una regolamentazione più attenta, tanto meglio.

Perché se oltre al terremoto, alle inondazioni, alle frane… vengono dichiarate emergenze anche i mondiali di nuoto, i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia o il centenario del Padova Calcio, allora è chiaro che l’occasione fa l’uomo ladro e la Protezione Incivile.

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Due amici al bar, la rivincita

Non poniamo limiti alla PREVIDENZA

(G. Beggi – Primo intervento della nuova legislatura, al Consiglio Comunale del 28 giugno 2009)

 

Ipotetico dialogo tra due amici al bar, sulla falsariga di quelli letti in questi giorni.

Piero: Oh, hai letto il giornalino dell’opposizione?

Toni: Quale giornalino? Come si chiama?

Piero: Beh… non ha il titolo…

Toni: Come non ha il titolo? Un giornale senza titolo? Dimmi almeno chi l’ha scritto.

Piero: Eh…non ci sono nemmeno le firme.

Toni: Ah, bella questa. Non c’è il titolo, non ci sono le firme… Ma che giornale è? Non è che ti sbagli con i depliant del Gastone?

Piero: Uffa, come sei pignolo… il giornale del gruppo Miimpegnosolounavolta.

Toni: Eh? Ma a me mica mi è arrivato.

Piero: Ma non arriva a tutti. io L’ho trovato dal fornaio o in negozio da Paini.

Toni: Eh certo! Adesso quel comunista di Paini permette che le opposizioni lascino la propaganda nel negozio di sua moglie…

Piero: Forse non se n’è accorto, che ne so? Insomma l’hai letto o no?

Toni: Adesso che ci penso forse sì. Era quel mucchio di fogli con le dimensioni di Voltapagina, piegate come Voltapagina, col colore vecchio di Voltapagina?

Piero: Sì, sì, proprio quelle. Hanno usato lo stesso formato perché così la gente almeno li prendeva in mano…

Toni: Sì, ho letto. Certo che sono davvero avvelenati. Non accettano proprio di aver perso le elezioni?

Piero: Non credo. Pensa che avevano addirittura fatto una pubblicazione sulla loro vittoria ancor prima di vincere! E comunque dai tavolini del Garibaldi ho sentito che vogliono ricontare le schede. Non può essere vero che il Pino abbia vinto. Chi saraà mai il Pino al confronto di Beggi?

Toni: Ma io li capisco. Ecco perché sono sempre al Garibaldi: con tutte quelle bottiglie di champagne messe in frigo e mai stappate, bisogna che si trovino spesso, per farle fuori tutte.

Piero: Torniamo al giornalino. Non pensi che siano così acidi perché qualcuno gli ha tolto la marmellata da sotto il naso? Sennò non mi spiego tanto astio.

Toni: La marmellata? Io direi anche il pane e il companatico! A questi gli hanno tolto la poltrona, ma a qualcuno anche l’unico stipendio. È dura pensare di iniziare a lavorare a una certa età.

Piero: Certo che tirare in ballo anche Reni! Mica roba da poco.

Toni: Ma Reni non è quello che dà lavoro a mezza Volta? Quello che non ha messo in cassa integrazione neanche un operaio?

Piero: Massì… solito discorso. Tanta invidia per chi il lavoro continua ad averlo.

Piero: Certo che l’è vera che Vicari l’è pròpe dür! E quell’altro che scrive solo in dialetto? Che ignurànt! Hanno ragione a mettere in discussione il loro grado d’istruzione. Quelli di prima mi sembravano più colti, più… intellettuali.

Toni: Guarda che Vicari è dottore. Se la mettono così: quanti laureati ci sono nel gruppo di minoranza? E anche nella giunta scorsa io me ne ricordo solo un paio di assessori con la laurea. Qui almeno tra sindaco, vicesindaco e assessori… sono parecchi.

Piero: Il solito prevenuto. Chi te lo dice che la minoranza non stia studiando per corrispondenza? Adesso hanno tanto tempo libero…

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L’ultima notizia

L’immagine più particolare che conserverò di Scardeoni è quel suo sguardo serioso, col sorriso pronto appena uno dei due, o io o lui, scatenava l’immancabile battuta. Mi è sempre sembrato un Jerry Lewis più austero, ma con la freddura sempre pronta all’uso. Entravi nella sua edicola e ti guardava mestamente dandoti del lei; poi pagavi e il suo commento sui soldi, sul giornale o su tutto il resto ti rimaneva dentro per l’intera giornata.

Ricorderò sempre anche le mattinate d’inverno, con la nebbia fitta o la pioggia incessante, quand’era possibile incrociare un tubolare a mille marce (mai sentito scalare cos!ì) con sopra un signore imbaccuccato e imbottito ovunque, che faceva il giro del paese, a zig zag per le strade, per portare a tutti le notizie, per consegnare ai voltesi l’irrinunciabile Gazzetta.

Il Sandro è stato anche un grande organizzatore di manifestazioni. Abitava a Goito, ma dava tutto il suo tempo libero a Volta. Quando fondammo l’associazione Agorà (che lui chiamava insistentemente ed insopportabilmente Àgora), mi diede un sostanziale aiuto per ottenere alcuni permessi per l’organizzazione di una caccia al tesoro.

Personaggio generoso, divenuto un po’ malinconico negli ultimi anni probabilmente a causa della malattia. Ma per noi, che siamo cresciuti all’ombra del suo tendone nelle domeniche estive, rimane un grande uomo.

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L’ultima danza

Prendi il cielo con le mani

vola in alto più degli aeroplani

non fermarti, sono pochi gli anni,

forse sono solo giorni

e stan finendo tutti in fretta

e in fila non ce n’è uno che ritorni

Allora balla non aver paura

se la notte è fredda e scura

(L. Dalla – Balla, balla ballerino)

 

La morte di Ballerini mi inquieta alquanto. Il fatto che uno trascorra la sua vita in bicicletta, vinca delle Parigi-Roubaix senza mettersi nemmeno il casco e poi muoia in un incidente d’auto durante una gara di rally è alquanto bizzarro. Sarebbe comico, se non ci fosse di mezzo la morte. Invece è tragicamente desolante.

Dio superiore che decide per noi? Destino già segnato? Grottesca fatalità? Boh.

È senz’altro la dimostrazione che puoi apparecchiare la tua vita come vuoi, con tutti i fronzoli e i particolari ponderati;  poi arriva un dettaglio qualsiasi e il tavolo salta per aria.

Dice Coelho che “un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo”.

Io di fronte a queste cose mi sento assolutamente infinitesimale ed inutile.

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Legittimo turbamento

Gli impedimenta, in latino, erano i bagagli e i carichi che seguivano gli eserciti. Legittimo impedimento, con uno sforzo di fantasia intellettuale, potrebbe pertanto dirsi: insieme degli oggetti e delle attrezzature indispensabili all’attività di un esercito, armamentari e strumenti regolarmente in dotazione alle frange militari. L’espressione potrebbe sintetizzare ed accostare insieme due concetti: quello dell’esercito, cioè di un insieme sterminato di persone, e quello di legittimità (cioè di “legale”, ma al contempo di “giusto”).

Invece no. Bandita l’accezione storica e romantica del significato, oggi legittimo impedimento ha per noi un significato ben più mesto. Non riguarda un assembramento sconfinato di persone, ma una strettissima schiera di illustri signorotti. Lungi dall’essere giusto e morale, distorce la legge conformandola a se stesso e diventando dunque esso stesso legittimo, cioè legale.

C’è in Italia un presupposto errato. Si ritiene, diffusamente, che la legittimazione popolare sia un salvacondotto per qualsiasi azione. Il potere legittimo conferito dal popolo convaliderebbe insomma qualsiasi gesto o condotta. Legittimo sospetto, legittimo impedimento, legittimo tutto… perché è il popolo che mi ha chiesto di decidere per lui.

Gli eserciti combattono e spesso si estinguono durante la loro attività. La casta non combatte e spesso si autoriproduce durante la sua inattività.

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