Archive for ottobre 2011

Virgilio terrone

Dunque, inizia, se hai qualcosa da dire;
io non porrò indugio alcuno e non sfuggirò a nessuno,
a patto che tu presti parecchia attenzione ai canti:
non è cosa da poco.”

(Virgilio – Bucoliche)

I capunsèi furono inventati qualche secolo fa nella povertà delle campagne voltesi, a Cereta per la precisione. Da qualche anno, però, Solferino si autoproclama maramaldamente “patria del Capunsèl”, nel vano tentativo di appropriarsi di un’eredità storica che, ahilui, non gli appartiene.

Più o meno con gli stessi intendi, Cavriana tentò di impadronirsi della paternità di Publio Virgilio Marone, conosciuto al grande pubblico come il poeta Virgilio. Virgilio nacque ad Andes, località vicina all’odierna Pietole, a pochi passi da Mantova. Lo si scoprì da un’iscrizione latina che recitava la classica formula di provenienza: “AB ANDES”, cioè “da Andes”. Gli abitanti di Cavriana inventarono la favola che l’iscrizione recitasse invero “A BANDES”, cioè “da Bande”, borgata di case ai piedi del comune di Cavriana. Ne seguì una squallida disputa, buona per le chiacchiere al bar più che ai dibattiti da simposio.

Potremmo continuare a iosa, recitando innumerevoli esempi di contese tra i comuni italiani, atte ad usurpare nobili origini o importanti invenzioni. Capita spesso infatti che il successo di un personaggio, di una scoperta, di un’invenzione, possa dare lustro ad un paese di per sé insignificante. Da qui i tentativi di “appropriazione indebita” da parte dei paesi limitrofi.

Rimanendo in tema “Virgilio”, il sindaco di Mantova ha negoziato nei giorni scorsi con la Tunisia il prestito dell’unico mosaico raffigurante il poeta, per la mostra sul volto del poeta a Palazzo Te. Il tentativo di riportare, seppur temporaneamente, la preziosa immagine del vate latino nella sua città natale ha destato però pareri contrari. C’è chi, pur potendo annoverare Virgilio tra i proprio concittadini, preferisce disconoscerne il legame, andando in controtendenza rispetto a chi gareggia per rubarsi i pezzi di storia. Le garbate dichiarazioni dell’assessore al turismo, Vincenzo Chizzini,  lasciano pochi dubbi sulla maturità culturale dell’entourage leghista: “se n’è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi”. Mancava solo che aggiungesse: “Virgilio terrone!

Virgilio, fra le muse Clio e Melpomene

 

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Camminando altrove

“…quei viali lunghi e spaziosi nel cui intrico l’occhio ama perdersi,
mentre l’immaginazione li trasforma in sentieri
verso luoghi ancor più selvaggi di silvestre solitudine”

(W. Scott – Ivanhoe)

La linea ferroviaria Torrebelvicino-Arsiero fu costruita nel 1885, per servire le industrie tessili vicentine della Valle dell’Astico. Il tratto finale Rocchette-Arsiero venne dismesso nel 1964 e negli ultimi anni la sede stradale è stata riconvertita in un bell’itinerario ciclopedonale. L’imbeccata me l’ha data il Gianluca.

La strada si snoda tra le campagne della valle e la gola dell’Astico. È gradevole passeggiare sotto il sole autunnale, tra gallerie gelide ed il ponte sul fiume, scrutando da lontano le montagne e i boschi colorati. Assolutamente bello, ma non metafisico. Ciò che davvero mi ha affascinato è l’edificio della Birreria Summano, dove abbiamo pranzato. Un casermone dagli intonaci sbiaditi che seduce col suo aspetto austero, tipico delle costruzioni asburgiche di quelle zone. Un’enorme scritta scolorita riporta l’anno di nascita: 1873. Non esiste alcuna leggenda legata a questo luogo, ma ciò nonostante, mi sorprendono l’aspetto sinistro, tipico delle case isolate ai piedi della montagna, e la sua impronta retrò. Ripenso a quel luogo dalla foggia misteriosamente affascinante e fantastica, immaginando a come poteva essere cento anni fa. Mi vengono in mente “i misteri di Alleghe”, lontani cento chilometri, e storie simili. Il bello delle gite fuori porta è anche questo: riportare a casa pensieri e sensazioni nati dai luoghi, percezioni da cullare. Almeno fino al prossimo viaggio.

Fascina affascinante

Come un biliardo

Tempo e paglia maturano le nespole

Cent'anni fa

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Buona forchetta – Arco dei Gavi

Trattoria aperta da poco da un mio cugino quasi acquisito. Quindi chi può è pregato di andare.

Nuova gestione per un piccolo ristorante, presente nel centro storico di Verona da molto tempo.  Ambiente accogliente e tranquillo, con un cuoco factotum. Quasi un affronto: propone la cucina mantovana in centro a Verona. Una delle specialità, dicono, è il carrello dei bolliti che io però non riesco ad affrontare. Molto gustosi e abbondanti i i primi piatti. Noi abbiamo fatto un “quater” con: bigoli al sugo d’anatra, risotto all’amarone, gnocchi alla pastissada di cavallo e fetuccine ai finferli. Dalle quantità, quasi non riuscivo ad alzarmi. Discreta scelta di digestivi.

Ho avuto un prezzo di favore, quindi non fa testo. Ma il prezziario mi è parso in linea con i locali del centro storico.

Voto: 6/7

Trattoria Arco dei Gavi – Corso Cavour 43, Verona

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Nel nome del padre e del figlio e…

“Prendi tuo figlio, Isacco, va nel territorio di Moria
e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”

(Genesi – 22, 2)

Nella vicenda MediaTrade non dev’essere andata proprio così. L’impressione però, è quella del padre che ha immolato il proprio figlio. Non tanto per conquistarsi i favori divini, quanto piuttosto per salvarsi le chiappe. Il rinvio a giudizio come il sacrificio sull’ara divina. In tribunale come di fronte all’altare.

La vicenda, nota, è quella della frode fiscale per i presunti fondi neri (circa 34 milioni di dollari, tollino più, tollino meno), scaturiti dall’acquisto gonfiato di diritti televisivi negli Stati Uniti. Rimane difficile credere che in questo caso il padre fosse all’oscuro, e che la spesa occulta fosse appannaggio esclusivo del figlio. Ma si sa, a volte le mancette settimanali sono  un po’ troppo generose.

Sarà interessante vedere se, come nel racconto biblico, il Creatore riconoscerà la buonafede di Abramo e rinuncerà al sacrificio di Isacco. Auguri Piersilvio.

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L’alternativa

“L’aspetto del morto rivela ancora quello che ha veduto.
Più a lungo viene descritto,
più il morto finisce per somigliare a una suppellettile”

(P. Handke – L’ambulante)

La domanda più interessante, che si è posta la sinistra italiana negli ultimi quindici giorni, è stata se annoverare o meno tra i propri simboli anche l’ottimo Steve Jobs.

Proibito parlare di risanamento della politica, vietato suggerire ricette per la crisi economica,  impossibile trasmettere un messaggio chiaro per apparire affidabili.

L’alternativa simbolica, per trovare un’identità credibile, è quella di rincorrere un manager americano col dolcevita nero, morto dall’altra parte del mondo.

L’alternativa dialettica, in assenza di argomenti più utili, è la discussione tra i sostenitori del suo spirito innovativo e progressista, e i critici del suo liberismo imprenditoriale macchiato di capitalismo.

L’alternativa morale, poiché in Italia tutto è eticamente inoppugnabile, ha visto il povero Steve trascinato qua e là per il raso della cassa. Dibattito avvincente, non c’è che dire.

E questa sarebbe l’alternativa di governo?

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Buona Forchetta – Corte Nespolo

Cinque mantovani hanno affidato a me, voltese, la scelta della destinazione per una cena dalle parti di Mantova. Mi ritengono un fine specialista. Però mi è anche venuto il leggero sospetto che l’abbiano fatto perché mi considerano il più rompiballe di tutto il gruppo. Mah.

La scelta è caduta su un agriturismo di Cappelletta, dove ero già stato un paio di volte. Ignoro il motivo della mancata recensione nelle visite precedenti, e procedo dunque all’aggiornamento della rubrica Buona Forchetta.

Classica casa di campagna ristrutturata, con ampio cortile e diverse salette interne. Il fatto che non ci siano ampi saloni da cresima è già di per sé un ottimo biglietto da visita.

Antipasti buoni, seppur ordinari, mentre spicca l’ampia la scelta di primi tradizionali, ai quali si affiancano anche ricette innovative come i tortelli di cacao al ripieno di lepre. Lunghe anche le liste dei secondi e dei dolci. Discreta scelta di vini, soprattutto delle cantine Ricchi e Prendina. Servizio attento, preciso e mai invadente. Il cameriere anziano è molto preparato e non ha bisogno di fare il simpatico per mettere a proprio agio il cliente.

Noi abbiamo fatto l’antipasto e un tris abbondante di primi (bigoli “guanciale e pecorino”, maccheroni “radicchio e salsiccia”, tortelli di cacao con ripieno di lepre), bevendo l’eccellente Ribò di Ricchi.  Digestivi ad libitum, nessuno aveva spazio per il dolce. Speso: 24 euro.

Voto: 7,5

Agriturismo Corte Nespolo – via Casale 11, Cappelletta di Virgilio (Mn)

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Inter-not

Ma io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano.
Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide.
Io parlerò, non avrò paura”.

(Pio XI – da un udienza con Monsignor Tardini del 28 ottobre 1938)

 

Il ddl intercettazioni, in fase di approvazione al Senato, al suo articolo 1, comma 29, prevede che tutti i siti web siano obbligati a pubblicare una rettifica per qualsiasi contenuto, che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Non parliamo di insulti, diffamazione o calunnie (circostanze, queste, che già prevedono gli argini  del Codice Penale per essere contrastate), ma di semplici affermazioni, anche oggettivamente certe e attendibili, che un soggetto possa ritenere dannose per la propria onorabilità. Se un ladro ruba, pur in presenza di prove o di flagranza di reato, non si potrà scrivere che “il ladro ruba”, perché il ladro stesso potrà ritenerlo lesivo della propria reputazione. Si badi bene che il giudizio di “lesività” non spetterà ad un giudice, ma unicamente alla parte (presunta) lesa.

Il popolo dei blog è in rivolta. I siti d’informazione pure. Wikipedia si è auto oscurato, avvertendo il visitatore che se non cambieranno le cose il sito verrà cancellato (provate a cliccare ora…).

Non credo, come Grillo ad esempio, che tutto ciò possa causare la chiusura della rete. Credo però che silenziosamente si stiano incubando i germi per la censura a tappeto dell’informazione. Se venisse approvata la legge è facile immaginare che chi vorrà fare informazione eviterà di toccare determinati personaggi o argomenti, se non altro per non impelagarsi inutilmente tra i rovi di questa assurdità.

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XVIII° Consiglio (29 settembre 2011)

Ricorderemo questa seduta per la grande prova di responsabilità fornita dal gruppo Ingegno per Volta. L’importante ordine del giorno, che prevedeva l’approvazione del P.G.T., necessitava di un numero legale di nove membri. Essendo manifesto che tre consiglieri sarebbero stati assenti per incompatibilità su questo argomento, fino all’ultimo è stato incerto il raggiungimento del numero legale. Il gruppo d’opposizione ha mandato dunque un galoppino per fare la conta del nostro schieramento. Constatato che eravamo in nove, il galoppino ha iniziato il giro di telefonate per convocare anche la minoranza. Risultato: tutto il gruppo di Ingegno per Volta è arrivato a Consiglio iniziato. Affermeranno che per motivi di lavoro hanno avuto dei ritardi, sta di fatto che non è mai accaduto che tutti quanti giungessero a seduta iniziata. Bel colpo! E grande prova di maturità.

Ad ogni modo, durante la seduta si è votata all’unanimità una variazione di bilancio ed una convenzione con Rodigo per assumere una persona (12 ore settimanali) con l’incarico dei controlli ICI.

È stata effettuata anche la ricognizione sullo stato d’attuazione dei programmi di bilancio e la verifica sugli equilibri. A questo proposito il dottor Temperanza ha ribadito che “la previsione è quella di una chiusura con avanzo di amministrazione”. Al contempo è stato “certificato che c’è equilibrio nel bilancio”. In materia di Patto di Stabilità, ho chiesto se fosse plausibile ipotizzare che Volta ricopra le caratteristiche per entrare tra i c.d. Comuni Virtuosi, benché non siano ancora chiari i requisiti, né siano stati individuati gli eventuali benefici. Temperanza, ribadendo l’incertezza dei parametri definiti dal legislatore, mi ha risposto che tutto fa ragionevolmente pensare che il nostro Comune possa entrare di diritto tra questa élite. La mia precisazione voleva evidentemente ufficializzare ancora una volta che i conti sono in ordine.

In materia di opere pubbliche va segnalato l’inizio dei lavori di via Fosse, della ciclabile del canale (da Pozzolo a Guidizzolo), del recupero della sala di Ercole (alias “sala giunta”). Sono stati approvati, ma mancano di finanziamento, i progetti esecutivi per il Parco delle Fosse (che si aggiunge alla sistemazione delle mura) e per la sistemazione di via Carceri e di Sassello. Ovviamente, su questi argomenti la Minoranza si è pronunciata contraria.

È stato infine approvato il P.G.T., di cui sarebbe troppo lungo menzionare in questa sede i contenuti. Ho chiesto a Mondini che durante la sua esposizione si prendesse l’impegno di pubblicare tutto il materiale on line. Parliamo tanto di trasparenza, ma non possiamo pretendere che il cittadino comune si rechi in municipio a visionare i documenti e le mappe. Se qualcuno è interessato all’argomento, sarò felice di illustrare il mio punto di vista.

Bertaiola, l’unico del suo gruppo competente in materia, era assente. È stato pertanto costretto a lasciare un memoriale scritto, affinché la minoranza potesse leggere (sic!) le proprie posizioni. Spontaneità a gogo.

Nel memoriale si legge che nei prossimi cinque anni ci sarà più cementificazione degli ultimi venti. Si scopre, insomma, la vena ambientalista di Ingegno per Volta. D’altro canto la politica edilizia degli ultimi anni depone a loro favore… Non ho parole. D’ora in poi, li chiemeramo “Ritegno per Volta”.

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