Archive for luglio 2011

Targhe eterne?

Se avete una vespa 50, oppure un normale ciclomotore, con immatricolazione precedente al 2006, sappiate che va sostituita la targa. Il decreto è di quest’anno e le scadenze per la sostituzione sono già definite da tempo, in base ai numeri iniziali degli attuali targhini (quelli a trapezio):

–         entro il 1/6 per i possessori delle targhe che iniziano per 0, 1, 2;

–         entro il 31/7 per i possessori delle targhe che iniziano per 3, 4, 5;

–         entro il 29/9 per i possessori delle targhe che iniziano per 6, 7, 8;

–         entro il 28/11 per i possessori delle targhe che iniziano per 9, A.

La procedura non è complessa, ma se la si conosce si evitano ricicli inutili in Motorizzazione, che già andarci una volta fa venire la borsite fulminante.

Occorre ritirare in Motorizzazione il modello TT2118 (diverso dal TT2120 riservato alle agenzie di pratiche auto) e compilarlo con i dati personali e con quelli del ciclomotore. Il modello si può scaricare anche da internet, in rete si trova agevolmente.

Sempre in Motorizzazione bisogna ritirare tre bollettini e provvedere al pagamento:

–         di 9 euro sul c/c n° 9001 intestato a: Dipartimento Trasporti Terrestri – Diritti – Roma – (per i diritti alla Motorizzazione Civile);

–         di 29,24 euro sul c/c n° 4028 intestato a: Dipartimento dei Trasporti Terrestri – imposta di bollo – Roma – (per l’imposta di bollo per la reimmatricolazione);

–         di 12,92 euro su c/c n° 121012 intestato: Sezione Tesoreria dello Stato di Viterbo – (per l’acquisto delle targhe del veicolo).

Compilato il modulo e pagati i bollettini, occorre presentare allo sportello:

–         tre ricevute dei bollettini;

–         documento d’identità e fotocopia;

–         fotocopia del codice fiscale;

–         libretto originale del mezzo;

–         fotocopia del libretto del mezzo;

–         se si esegue la pratica per conto terzi, il modulo di delega firmato dal proprietario (ritirabile sempre presso la Motorizzazione) e ovvimente tutti i documenti precedenti riferiri al proprietario e al suo ciclomotore

Così facendo ve la cavate con circa 56 euro e qualche imprecazione durante la coda negli uffici della Motorizzazione. Le agenzie ne chiedono 120-130.

Prima non c’era la targa, poi il targhino piccolo, adesso la targa grande. Ora spero di essere a posto per sempre.

Il ddl prevede comunque multe dal 13 febbraio 2012 e le sanzioni vanno da 89 a 1559 euro. Quasi come l’omicidio di primo grado.

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Armi di distruzione biomassa

Venerdì scorso ho partecipato allo spassosissimo concerto dei Di ‘n del nas a Medole. Tre ore e passa di vernacolo e buona musica. Dei grandi. L’occasione è servita per prendere coscienza che a Castel Goffredo è imminente la costruzione di una centrale a biomasse. Gulp.

Si definisce biomassa qualsiasi sostanza di matrice organica, vegetale o animale, destinata a fini energetici o alla produzione di ammendante agricolo. Raggruppa tutti i materiali di origine animale e vegetale che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione. Sono esclusi petrolio, metano, carbone.

Queste sono le principali materie che rientrano nella biomassa

La biomassa è considerata tra le fonti rinnovabili, perché l’anidride carbonica emessa per la produzione d’energia, non rappresenta un incremento, ma è la medesima che le piante hanno prima assorbito per svilupparsi e che alla morte di esse tornerebbe nell’atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica. La valorizzazione energetica dei materiali organici contribuisce alla produzione di energia termica e con impianti di medie o grosse dimensioni può produrre anche energia elettrica.

Sembrerebbe una cosa pulita, ma restano forti dubbi sull’inquinamento dell’aria e sul controllo degli effettivi materiali bruciati nella centrale. E poi questa corsa alla costruzione puzza molto di business.

Il “comitato per no” ritiene inoltre che l’opera sia inutile, poiché non vi è nessuna necessità di energia aggiuntiva a Castel Goffredo, patria di calzifici ormai dismessi.

Il mio obiettivo è solamente quello di contribuire ad informare. Non so quanti a Volta sappiano che a pochi chilometri sorgerà una centrale a biomasse. Io non ho firmato la petizione del comitato, semplicemente perché non conosco ancora bene la questione. Non escludo di farlo. Se vi serve il contatto del comitato, potete cliccare qui: http://www.nocentralecastelgoffredo.it

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Il pulpito

“…col giudizio con cui giudicate sarete giudicati;
e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello,
mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?
O come potrai dire al tuo fratello:
permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave?
Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio
e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.

(Vangelo secondo Matteo 7,1-5)

Questa è una storia divertente. Non si pensi che il sottoscritto stia promuovendo facile ironia e neppure satira gratuita. Questa è una storia divertente, punto.

La Gazzetta di oggi titola a cinque colonne il conflitto d’interessi, sollevato da Impegno per Volta, nei confronti del sindaco Adami in materia di edilizia. Gli interessati risponderanno alle accuse e gli accusatori confuteranno la difesa. L’affare non mi riguarda direttamente e non intendo commentare.

dalla Gazzetta di Mantova del 20/07/2011

Non commento, dicevo. Ricordo però l’albo d’oro degli ultimi tre sindaci di Volta, dei loro incarichi in giunta e della loro occupazione professionale (così come è registrata sul sito http://volta-mantovana.corriere.it/rappresentanti.shtml )

  • 2009-oggi, Giuseppe Adami (Medico): Sindaco, Assessore ai Lavori Pubblici, Personale, Polizia Locale, Sport.
  • 2004-2009, Luciano Bertaiola (Geometra): Sindaco, Assessore ai Lavori Pubblici, Personale e Polizia Locale.
  • 1999-2004, Luciano Bertaiola (Geometra): Sindaco, Assessore ai Lavori Pubblici, Affari Generali, Rapporti coi cittadini.

Allego altresì uno stralcio del “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” (art. 78 del dlg 267/2000), cioè della normativa vigente in materia:

Comma 3 – I componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato.

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XVI° Consiglio (14 luglio 2011)

Dovrebbe costituire reato la convocazione del Consiglio Comunale nella stessa serata di un concerto di Michele Mari. Così facendo, si mettono in difficoltà le (poche) persone dotate di coscienza: da una parte la responsabilità istituzionale che invita a non mancare tra gli scranni, dall’altra il desiderio di evadere, ascoltando le interpretazioni del novello vate.

La provvidenza deve averci messo lo zampino, perché la seduta di ieri è durata poco meno di dieci minuti. Record nazionale, presumo.

All’ordine del giorno l’approvazione del Piano Regolatore per l’Illuminazione Pubblica e una variazione di bilancio attinente allo stesso argomento. La spesa per l’acquisizione della quota di impianti d’illuminazione di proprietà di EnelSole, stimata inizialmente in 100.000€, sarà invece di 36.000, per la gioia dei contribuenti. Voto unanime, dibattito esanime e tutti a vedere il concerto (in realtà solo io, ma fa lo stesso).

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Marmoleda

Il nome Marmolada potrebbe derivare dal greco “marmairo”, che significa “risplendo”, “brillo”. Gli abitanti della Val di Fassa, però, parlano il ladino, lingua nobilissima che meriterebbe una digressione a parte, ed il ghiacciaio lo chiamano “Marmoleda”. Probabilmente anche quelli di Modena lo chiamano allo stesso modo, Marmoleda, anche se non sanno cosa sia il ladino.

La leggenda narra di una vecchietta, che sfidò le usanze e osò raccogliere il fieno nel giorno dedicato alla festa della “Madonna della Neve”, il 5 agosto. La notte seguente nevicò a tal punto da formare un ghiacciaio perenne, sotto il quale giacerebbe tuttora l’irrispettosa vecchietta col suo carico di fieno.

Etimologia e fiaba, per raccontare un luogo indiscutibilmente unico. La Marmolada è la cima più alta delle Dolomiti, il ghiacciaio per eccellenza. Tra qualche anno non esisterà più, perché il surriscaldamento del pianeta ne riduce quotidianamente i confini. È quindi indispensabile visitarla prima che sia troppo tardi.

Ci si accede coi ramponi, camminando lentamente fino alla vetta di Punta Penia, a 3343 mt. Un’esperienza stupenda. Per eccesso di zelo, siamo saliti in rigorosa cordata. Una salita faticosa, ma non estrema, anche se a tremila e passa metri la respirazione diventa un po’ più complicata. Lo sforzo per trovare nuovo ossigeno è però ripagato dal panorama della cima: di fronte il Sasso Lungo e il Piz Boè, più là il Catinaccio e dall’altra parte le Tofane e il Pelmo. Vale la pena salirci.

In cordata sulla cresta

Bellimbusto tra Sasso Lungo, Sasso piatto (a sx) e Piz Boè (a dx)

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Fedele ai principi

 “Semper fidelis”
(motto dei Marines americani)

 

Padre Fedele è stato condannato a 9 anni di carcere per aver stuprato una suora. Scontata e banale la sua replica dopo la sentenza. Come tutti i condannati, ha strillato al complotto. Si sono viste congiure contro i regnanti, agguati contro i politici, cospirazioni contro i governanti scomodi, ma mai complotti per destituire un frate. Questo sarebbe il primo caso, anche se rimarrebbe un mistero il movente di un simile atto. Non entro nel merito della vicenda, giudiziaria prima ed etica poi, che nella migliore delle ipotesi disegna un personaggio inquietantemente immondo. Se l’epilogo di tutto ciò non fosse tragico, questa circostanza sarebbe senz’altro comica e vernacolare. Padre Fedele, oltre ad essere un frate e un amante del genere femminile, è stato anche un ultras del Cosenza. Mi ha fatto letteralmente morire lo striscione che gli dedicarono i tifosi rivali della Reggina, durante un derby calabro ai tempi dell’imputazione. Perdonate la caduta di stile, ma lo trovo irresistibile.

 

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A PARER MIO – Dalla “büşa” al composter

Disconoscendo la plastica, non avendo grandi quantità di vetro o metallo da riciclare, e conservando la poca carta a disposizione per accendere il camino o la stufa, l’unico dibattito dei nostri nonni sull’argomento “spazzatura” sarebbe potuto avvenire solo in materia di rifiuti umidi. E sicuramente qualche decennio fa, la saggezza rurale dei nostri avi avrebbe risolto il problema dell’umido senza troppi giri di parole. Oggi invece ci sentiamo “tecnologicamente più avanzati” e poiché la società evoluta ci impone nuove scelte ecologiche, ci ingegniamo continuamente per trovare nuove strade, nuove idee volte a tutelare un ambiente sempre più prossimo al tracollo. La separazione dei rifiuti per tipologia, e l’efficace scelta della raccolta “porta a porta”, costituiscono due esempi importanti nella nostra concezione di tutela ambientale. Volta ha fatto molti passi in avanti negli ultimi anni, ma molti comuni hanno raggiunto risultati decisamente migliori. Basti per tutti l’esempio della vicina Roverbella, che con dedizione ha conquistato il primato regionale per la raccolta differenziata (classifica Legambiente del 2010). Un’ulteriore opportunità per ridurre il carico dei rifiuti da smaltire, è rappresentata oggi dai cosiddetti compostori per l’umido, altrimenti chiamati “composter”. La soluzione è molto semplice e consiste nell’accumulare nel cortile di casa i rifiuti organici, al fine di ottenere nel tempo un terriccio riciclabile in giardino. Presentando la domanda in Comune e acquistando in ferramenta l’apposito contenitore compostore, si può dunque beneficiare di una riduzione del 10% sulla parte variabile della tariffa d’igiene urbana. Meno rifiuti prodotti, meno tasse. Come accade spesso, le soluzioni più logiche sono quelle più efficaci e generalmente anche quelle più antiche. Non serve troppa memoria per ricordare che fino a mezzo secolo fa si faceva esattamente la stessa cosa. Le famiglie contadine tenevano in cortile il loro “composter”, proprio nei pressi dell’abitazione, a pochi passi dall’uscio. Era la “büşa”, autentica anticipatrice dei tempi moderni. Dalla büşa al composter, insomma. Perché spesso la storia si ripete e… a Volta ritornano.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.38)

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Diversamente democratico

E poi abbiamo chi ci dà il voto
ci vuol spiegare come si fa.
È come prima? No si è montato
ognuno sceglie la tua verità

(Ligabue – Tra palco e realtà)

Ieri Angelino Alfano è stato eletto segretario del PdL. Non sapevo che in quel partito potesse esistere un segretario. Cioè, sapevo di molte segretarie che gironzolano e bazzicano tra i berluscones, ma quella è un’altra faccenda che non riguarda il pubblico (semmai il pubico).

Estrosa la modalità dell’elezione. I partecipanti al Congresso non hanno votato, ma hanno risposto alla richiesta di acclamazione avanzata dl Premier. Berlusconi ha detto che non serviva una votazione e che anzi era buona cosa che tutti acclamassero Alfano come nuovo segretario del partito. Cioè: un delegato va al Congresso per esprimere un parere e non solo non può votare, ma deve acclamare qualcosa scelto da altri anche per lui. Come se tutti andassimo al supermercato per comprare ciò che ci serve, ma dal banco frutta il commesso urlasse: “avete tutti bisogno di mezzo chilo di cachi in vassoio. Prendete il pacco, andate alla cassa e applaudite con giubilo!”. Ovviamente la platea si è alzata prontamente (e spontaneamente) per l’ovazione ad Angelino. Può capitare che a tutti servano i cachi in vassoio.

Chi non vota Berlusconi può stare tranquillo, questo episodio è assolutamente irrilevante. Ma anche gli elettori del PdL non hanno nulla da temere: è soltanto un nuovo concetto di democrazia e di libertà. Una democrazia più semplice e leggera. “Ti tolgo anche la fatica di votare, guarda… scelgo io per te”. Meno male che Silvio (lui) c’è.

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