A PARER MIO – Dalla “büşa” al composter


Disconoscendo la plastica, non avendo grandi quantità di vetro o metallo da riciclare, e conservando la poca carta a disposizione per accendere il camino o la stufa, l’unico dibattito dei nostri nonni sull’argomento “spazzatura” sarebbe potuto avvenire solo in materia di rifiuti umidi. E sicuramente qualche decennio fa, la saggezza rurale dei nostri avi avrebbe risolto il problema dell’umido senza troppi giri di parole. Oggi invece ci sentiamo “tecnologicamente più avanzati” e poiché la società evoluta ci impone nuove scelte ecologiche, ci ingegniamo continuamente per trovare nuove strade, nuove idee volte a tutelare un ambiente sempre più prossimo al tracollo. La separazione dei rifiuti per tipologia, e l’efficace scelta della raccolta “porta a porta”, costituiscono due esempi importanti nella nostra concezione di tutela ambientale. Volta ha fatto molti passi in avanti negli ultimi anni, ma molti comuni hanno raggiunto risultati decisamente migliori. Basti per tutti l’esempio della vicina Roverbella, che con dedizione ha conquistato il primato regionale per la raccolta differenziata (classifica Legambiente del 2010). Un’ulteriore opportunità per ridurre il carico dei rifiuti da smaltire, è rappresentata oggi dai cosiddetti compostori per l’umido, altrimenti chiamati “composter”. La soluzione è molto semplice e consiste nell’accumulare nel cortile di casa i rifiuti organici, al fine di ottenere nel tempo un terriccio riciclabile in giardino. Presentando la domanda in Comune e acquistando in ferramenta l’apposito contenitore compostore, si può dunque beneficiare di una riduzione del 10% sulla parte variabile della tariffa d’igiene urbana. Meno rifiuti prodotti, meno tasse. Come accade spesso, le soluzioni più logiche sono quelle più efficaci e generalmente anche quelle più antiche. Non serve troppa memoria per ricordare che fino a mezzo secolo fa si faceva esattamente la stessa cosa. Le famiglie contadine tenevano in cortile il loro “composter”, proprio nei pressi dell’abitazione, a pochi passi dall’uscio. Era la “büşa”, autentica anticipatrice dei tempi moderni. Dalla büşa al composter, insomma. Perché spesso la storia si ripete e… a Volta ritornano.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.38)

  1. #1 by Cirano at 10 luglio 2011

    Care Giullare è un po’ che non frequentavo il tuo blog e lo ritrovo sempre con piacere. Quanto all’argomento di questo post si può fare di meglio, guarda:
    http://iononperdonoetocco.wordpress.com/2010/04/12/pisciare-sul-cumulo/

(non verrà pubblicata)

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