Archive for gennaio 2012

XX° Consiglio (26 gennaio 2012)

Il P.g.t. di Volta è un po’ come il governo Monti. Molte analogie tra come si è presentato e come è stato visto, tra quanto ha fatto e quanto ha dimenticato di fare.

Il P.g.t., come l’esecutivo Monti:

–          è partito con grandi proclami;

–          ha fatto sfoggio dell’alto profilo tecnico degli esperti che ne hanno tessuto le trame;

–          ha scardinato una concezione obsoleta di governo del territorio;

–          ha intaccato qualche posizione di “privilegio”;

–          ha introdotto le regole dopo l’anarchia (o la monarchia);

–          ha annunciato tanto, ha fatto un po’ meno;

–          alcune sue scelte rimangono oggettivamente criticabili;

–          ha suscitato accesi dibattiti sulla stampa, spaccando le opinioni;

–          qualcuno gli si è schierato contro a priori;

–          seppur criticabile, alla fine è sembrato indispensabile appoggiarlo.

Dopo più di sette ore in camera di Consiglio, il Piano è stato definitivamente approvato. Nasce uno strumento nuovo che introduce elementi fondamentali, come la perequazione, il piano delle regole e l’armonizzazione delle scelte. Per la prima volta la cittadinanza ha identificato le priorità d’intervento nell’ambito delle opere pubbliche ed ha contribuito alla stesura del piano stesso.

Si poteva fare meglio? Assolutamente sì. Non ci si è occupati a sufficienza dei borghi e della viabilità, ad esempio. Fosse stato per me poi, non si sarebbe costruito neppure un metro cubo di cemento in più. Ma così è.

Non approvare questo P.g.t., così come non votare Monti, avrebbe significato abbandonare il paese al proprio infausto destino. Come un nave alla deriva, in balia degli scogli.

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Buona forchetta (a casa mia) – Paccheri ripieni

Questa ricetta l’ho copiata, più o meno, da una rivista. Io li ho chiamati “Paccheri di Navarone”, perché i cannoni del celebre film sono la prima metafora che mi è venuta in mente.

Il ripieno prevede radicchio rosso, speck della Laura (che sarebbe il negozio davanti a casa mia), dolce verde e noci.

I cannoni di Navarone che ho fatto sabato erano buoni, anche se in forno si è seccata un po’ la superficie esterna dei paccheri. Di certo si presentano bene.

C’abbiamo abbinato un bordeaux, ma io li vedrei bene con un refosco dal peduncolo rosso o un teroldego.

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Dal casco al caschè

“Come può un grande calciatore come Rivera distruggere in un attimo la sua leggenda,
accettare penosamente di farsi dare i voti da un certo Guillermo Mariotto,
subire le spiritosaggini di Ivan Zazzaroni,
sottoporsi alle opinioni di Sandro Mayer?”

(A. Grasso – Corriere della Sera, 17 gennaio 2012)

Ha messo molta tristezza anche a me la partecipazione di Gianni Rivera a “Ballando con le stelle”. Cosa spinga una leggenda dell’orgoglio nazionale ad abbassarsi così tanto, rimane una circostanza totalmente inspiegabile.

All’età di cinque-sei anni mio cugino mi regalò una maglia del Milan con il numero 10 e un poster di Golden Boy che conservo ancora, ripiegato ed impolverato da qualche parte. Ovviamente non lo ricordo come giocatore, ma le sdrucite immagini di Italia-Germania 4 a 3 e altre cianfrusaglie simili hanno confezionato un’immagine epica di Gianni Rivera. Il casco di capelli bohémien, quella “r” moscia un po’ snob ed il fisico asciutto mi sembravano il ritratto del calcatore nobile per antonomasia.

Ora, immaginarlo con le scarpette a punta che azzarda un casché… riempie di sconforto e amara mestizia. Un vecchio da circo.

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Buona Forchetta – Kulmbacher

Anche se non si tratta di un ristorante nel senso stretto del termine, né di una trattoria o agriturismo di sorta, la birreria Kulmbacher di Verona merita comunque una menzione. Io almeno una volta l’anno ci vado.

Un angolo di Baviera”, recita il sito: ed è vero. Arredi bellissimi e ampie sale, stube, pecher di porcellana, tavoloni con le decorazioni bavaresi bianche e blu e camerieri in costume. Anche il menù è tipico e va dalla wiener schnitzel allo stinco, dai wurstel alle costolette. Piatti discreti e abbondanti. Le birre, natürlich, sono eccellenti.

Noi abbiamo preso un tagliere misto in due e dei bratwurst (che non si trovano facilmente, n’è), più la birra: 18€ a testa.

Voto: 7

Kulmbacher Bier-Haus – via Marconi 72, Verona

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La cantonata

“Quando i gabbiani seguono il peschereccio
è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine”

(E. Cantona)

Da noi gli ex calciatori vanno a deporre in tribunale per il calcio scommesse, in Francia si candidano all’Eliseo.

Pare che l’ex calciatore francese Cantona si candidi alle imminenti elezioni presidenziali. Che è come se Guastalla si candidasse alle amministrative a Volta (con tutto il rispetto per Cantona).

L’annuncio di The King è poco più di una provocazione. Ma abbastanza per scatenare sondaggi e accendere il tifo.

In effetti sarà impossibile vederlo destreggiarsi tra conferenze politically correct e compromessi diplomatici. Anche perché di Cantona ricordo tutto, ma non la sua diplomazia. Però io lo voterei subito.

 

Il celebre calcio di Cantona al tifoso del Crystal Palace

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L’appuntamento del Burièl

I monelli dell’Oltrepò, giunta la sera della Pifania, convenivano a frotte in piazza,
dopo lo stracanarsi di tutto il pomeriggio intorno ad una catasta di sterpi e rovi,
e di lì muovevano compatti per le vie, con un fantoccio raffigurante una vecchia strega

(G. Tassoni – Tradizioni popolari del Mantovano)

C’è mancato poco che l’’ordinanza antismog della Lombardia oggi ci levasse il tradizionale burièl. Dopo la scomparsa del Sogno, padre spirituale del brulé della befana, quest’anno tutto l’impianto della lumeria ha corso un grosso rischio. Colpa delle norme regionali antinquinamento, che vietano tassativamente la combustione all’aperto. Ne sanno qualcosa in provincia di Cremona, a Cicognolo, dove le autorità hanno spento il consueto falò proprio in ottemperanza alle norme regionali antismog.

Fortunatamente però qualche consigliere ha storto il naso e le proteste di molti sindaci hanno trovato sfogo. In extremis, il 22 dicembre, la Regione ha approvato una delibera che sancisce che “potranno comunque essere consentiti, previa autorizzazione del sindaco competente, falò e fuochi in occasione di feste, sagre di paese o comunque di eventi attinenti ai rituali calendariali della tradizione popolare culturale della Lombardia”. Salvi.

Salva soprattutto la tradizione mantovana del falò in piazza, che affonda le sue radici molto lontano. Pare che ai primi dell’ottocento a Sorbara, il conte Paolo Tosio per debellare un’epidemia di “Fuoco di Sant’ Antonio”, offrì un quadro alla chiesa e invitò i contadini a festeggiare con un grande falò. In cambio del lavoro fece distribuire il chisöl, pan biscotto e vino.

Ma l’origine del rito propiziatorio del fuoco è ovviamente molto più lontana. Il rituale della fiamma purificatrice è un costume precristiano: il fuoco scaccia la tenebra, il freddo, la malattia e prepara i campi alla rinascita della primavera. Del resto la parola “burièl” non è altro che una trasformazione del latino “comburere”, cioè bruciare. Perché da sempre s’incendia “la vecchia”, per scacciare ogni malignità e ogni cattivo auspicio, in attesa di un anno migliore.

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Pubblicità inciampevole

La pubblicità di una catena di magazzini australiana ha fatto il giro del mondo per la castroneria contenuta nel suo slogan.
 

Lo slogan incriminato

 “Early bird get’s the right size“, ovvero “chi arriva primo ha la taglia giusta” recita erroneamente il cartellone, senza che pubblicisti e dipendenti della Myer si accorgano di quell’accento sbagliato dopo la parola “get”.

La svista viene presto smascherata dal popolo della rete e in poco tempo i negozi, i manifesti, i sacchetti della spesa sono presi d’assalto: per vedere di persona, per strappare almeno una foto. La castroneria ottiene dunque l’effetto opposto: anziché mettere in cattiva luce il marchio, ne amplifica gratuitamente l’immagine.

A proposito di incidenti di propaganda e contro ogni pubblicità inciampevole, mi è venuto in mente lo splendido avviso che avevo fotografato a Guidizzolo:

Avviso al postino di Guidizzolo

 

 

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