Archive for dicembre 2015

Il Natale quando arriva, arriva

“E anche questo Natale… se lo semo levati dalle palle”
(R. Garrone, Vacanze di Natale)

Il Natale è sempre il giorno più retorico dell’anno. Io che non sopporto le frasi fatte e i gingle rancidi, spesso soffro come un cane con i botti di capodanno. Ma tre cose rendono veramente triste il Natale. Le code agli autolavaggio nel giorno della vigilia, i panettoni messi a scaldare sui termosifoni e i tappi dello spumante, appuntiti col coltello per ricacciarli nella bottiglia al termine del banchetto.
Ecco, il Buon Natale si misura anche da questi indicatori. All’anno prossimo.

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Testa di Ponte

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”
(La Divina Commedia – Inferno, Canto III)

Da pochi giorni all’entrata di un paesello bresciano un cartello recita: “Paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”. Diversi hanno sottolineato la contraddizione di voler sovrapporre la tradizione cristiana alla cultura occidentale. Se il Cristianesimo nasce a Gerusalemme e si espande prima di tutto nel Vicino Oriente, come può appartenere esclusivamente all’Occidente? Se diventa religione di stato in Armenia mille anni prima che in Italia, come possiamo rivendicare la paternità della tradizione cristiana più di tutti gli altri? E poi una scritta del genere è davvero frutto di Cultura (occidentale)? Un monito a non entrare, perché immaginiamo la coda per visitare Pontoglio, nemmeno fosse Cortina, Venezia o Polignano a mare.
Ma il vero punto è un altro: a cosa serve un cartello del genere? A nulla. Al trionfo del populismo, alla celebrazione della demagogia più meschina e tribale. Se fossi un cittadino di Pontoglio, anche se fossi leghista, questo tentativo di circuire e strumentalizzare i miei sentimenti e la mia sensibilità mi offenderebbe. Mi urterebbe l’idea di inscenare un’inutile e selvatica rappresentazione del potere, senza alcun effetto pratico e tangibile. Poi chiederei alla testa di Pontoglio, al sindaco, perché non ha investito quei pochi euro per chiudere una buca o per aiutare qualche concittadino che ha perso il lavoro.

Pontoglio

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Buona forchetta – La Filoma

Entrando, girovagando tra le sale e sedendosi a tavola, si ha l’impressione di trovarsi sul set del Gattopardo. Specchi, lustrini, arzigogoli e chincaglieria donano al ristorante un’atmosfera retrò, non malinconica, né sciapa, non scomposta, né cupa, ma semplicemente ancien.
Il crudo di Parma qui gioca in casa ed è imperdibile. Abbiamo unanimemente concesso la patente dell’eccezionalità al risotto al tartufo nero di Fragno vestito di culatello: sublime. Poi scelta non banale tra i secondi di carne, soprattutto di vitello. Ampia scelta nella carta dei vini.
Un po’ salato il conto: antipasto condiviso, primo, secondo, bozza di lagrein in tre e caffè: 50 euro a testa.
Voto: 7
Ristorante La Filoma, Borgo 20 Marzo, 15 – Parma

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Buona forchetta – Bufalina

Cucina partenopea in Valpolicella. Ossimoro geoculinario che desta qualche perplessità anche al più anticonformista degli avventori. In un locale più appropriato ad un negozio di scarpe che ad un ristorante, prende vita una pizzeria napoletana specializzata anche nel pesce di mare. Pizza alta, nel rispetto della tradizione, che non sembra affatto male. Fritti d’ogni sorta, abbondanti e gustosi come il noto e popolare “cuoppo”. Ottimi i primi di pesce, serviti in quantità da bracciante portuale.
Rimane qualche perplessità sulla location, inadatta e poco originale.
Antipasto condiviso, primo di pesce, dolce condiviso e bottiglia di Greco di Tufo: 25 euro circa. Voto 6/7.

La Bufalina – via dell’Artigianato 11, Marano di Valpolicella (Vr)

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