Testa di Ponte


“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”
(La Divina Commedia – Inferno, Canto III)

Da pochi giorni all’entrata di un paesello bresciano un cartello recita: “Paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene”. Diversi hanno sottolineato la contraddizione di voler sovrapporre la tradizione cristiana alla cultura occidentale. Se il Cristianesimo nasce a Gerusalemme e si espande prima di tutto nel Vicino Oriente, come può appartenere esclusivamente all’Occidente? Se diventa religione di stato in Armenia mille anni prima che in Italia, come possiamo rivendicare la paternità della tradizione cristiana più di tutti gli altri? E poi una scritta del genere è davvero frutto di Cultura (occidentale)? Un monito a non entrare, perché immaginiamo la coda per visitare Pontoglio, nemmeno fosse Cortina, Venezia o Polignano a mare.
Ma il vero punto è un altro: a cosa serve un cartello del genere? A nulla. Al trionfo del populismo, alla celebrazione della demagogia più meschina e tribale. Se fossi un cittadino di Pontoglio, anche se fossi leghista, questo tentativo di circuire e strumentalizzare i miei sentimenti e la mia sensibilità mi offenderebbe. Mi urterebbe l’idea di inscenare un’inutile e selvatica rappresentazione del potere, senza alcun effetto pratico e tangibile. Poi chiederei alla testa di Pontoglio, al sindaco, perché non ha investito quei pochi euro per chiudere una buca o per aiutare qualche concittadino che ha perso il lavoro.

Pontoglio

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