Archive for giugno 2013

Oh… beata paula!

“Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti,
i cittadini si devono pesare e non contare”

(M.T. Cicerone – De re publica)

Mi hanno riferito, perché io non seguo il cinema trash di serie b, che su facebook è stato fatto un conteggio di quante volte è apparsa la parola “Beata Paola” nell’ultimo Voltapagina: 13 citazioni, dicono.

Benché quello di contare le “beate paole” non rientri tra i miei svaghi abituali, possiamo certamente giudicarlo un passatempo dilettevole, della serie: se piace, piace…

Non so se il numero 13 sia effettivo (come detto, non le ho contate), ma può essere una cifra plausibile. In fondo la Beata Paola rimane la patrona (o matrona?) del paese, è stato ultimato il restauro della Cappella a lei dedicata e ci si prepara al cinquecentenario della sua morte.

Andando a memoria ho rovistato nel mio archivio. Ho trovato un Voltapagina del 2004 in cui ricorre 10 volte Luciano Bertaiola (11 o 12, se contiamo solo il cognome). All’epoca non si trattava di un Santo, né di un Beato. Forse lo si considerava un patrono, sta di fatto che allora nessuno disse niente.

Nessun commento

Divieto di balneazione

E sarà mea questu spècc de aqua
a daat indré la tua facia a sees ann
 
Trad. E non sarà questo specchio d’acqua
a ridarti la faccia che avevi a sei anni

(D. Van De Sfroos – Dona Lüseerta)

Ieri sono andato a correre sull’alzaia del canale Virgilio. Ogni volta che passo al fianco del lungo corso d’acqua, e delle numerose vasche irrigue, mi ritorna alla mente quando da piccolo andavo a farci il bagno. Mi ci portava mio zio, insieme ai miei cugini. Lì ho imparato a nuotare e a fare i tuffi a “bomba”. Mio zio non ha mai investito troppo tempo per insegnarmi i tuffi a “ficchetto” e ancora oggi mi porto dietro questa grave lacuna tecnica. Parliamo suppergiù di trent’anni fa. Poi con le scuole medie sono arrivate le uscite agli acquapark e con le superiori i pomeriggi nelle piscine degli amici. I bagni al canale sono rimasti nella memoria, messi da parte come le rotelle della bici o come quella maglietta di lanina del Milan nella quale, dalla prima media in poi, proprio non ci entravo più.

Ho smesso di fare il bagno al canale non perché mi facesse schifo (credo di essere l’unico voltese insieme a Walter Piva ad aver fatto il bagno anche nell’Adige), ma perché la piscina era decisamente più comoda e confortevole. Forse anche perché l’odore di cloro tutto sommato è meno sgradevole di quello di freschino.

Da trent’anni a questa parte la qualità dell’acqua del canale è progressivamente scaduta. Schiume varie e bottiglie di plastica hanno preso il posto di qualche sparuta alga. Quasi nessuno, ormai, ci fa più il bagno. Nonostante i cartelli di divieto di balneazione, ma non di abnegazione, ieri ho visto una famigliola marocchina placidamente immersa. Per noi sono marocchini anche i Ghanesi e i Brasiliani (e a volte anche i Siciliani), ma questo è un altro discorso. Nessuno di noi probabilmente manderebbe al canale i propri figli, ma loro, con grande gioia, sguazzavano fieri nelle vasche di cemento. Non ho potuto fare a meno di pensare all’ennesimo segnale di un mondo a doppia velocità, dove i più fortunati hanno la piscina in giardino, mentre ai meno abbienti non resta che nuotare tra quel che rimane.

divieto

Nessun commento

Piove sul bagnato

Mi hanno mostrato con ammirazione i tentacoli edilizi che riempiono ogni pertugio di questa pianura, e che s’insinuano disgreganti su per i dossi e le prime colline delle Prealpi: uno squallore di dimensioni imponenti che in lui, invece, suscita sentimenti di genuina ammirazione. Il panorama di fronte a noi mostrava, in tutta la sua grandezza, l’ottusa capacità devastatrice degli uomini

(U. Matino, La valle dell’orco)

Leggendo un articolo del Gazzettino, apprendo che la Protezione Civile è il “magistrato” delle acque per l’alluvione. Dev’essere certamente per questo motivo che qualche settimana fa Cereta è finita sott’acqua, cioè perché a Volta la Protezione Civile non ha il potere di “magistrato”, ma quello di un “uscere di tribunale”.

In assenza di magistrati che governano, ma in presenza di molti azzeccagarbugli che chiacchierano, le prevedibili piogge di maggio hanno sommerso la frazione di Cereta. Benché i giornali ne facciano una notizia, i meno giovani non si stupiscono affatto: un evento simile accadde anche nel 1956 e nel 1967. E un amico mi racconta che da sempre la località Ciaegòt (dal dialettale ed esaustivo “Ciàega”, ovvero chiusa, chiavica, cloaca), ubicata proprio all’ingresso della frazione, finisce in salamoia al primo temporale di rilievo.

In perfetto stile italiota (che fa rima con…) al Ciaegòt c’abbiamo fatto il quartiere residenziale più “in” di Cereta. Villette a schiera coi colori di Portofino, piazzette in porfido e seminterrati umidi che si possono trasformare all’occorrenza in ampi acquari, come i divani-letto quando viene un ospite. È la cosiddetta “promozione del territorio”, quella che promuove le zone paludose in zone edificabili, mai viceversa. A nord del paese brilla la lottizzazione Paül (in italiano “Palude”), che già dal nome mostra la propria evidente attitudine naturale ad ospitare insediamenti residenziali.

In questi giorni è nato il comitato “Futuro per Cereta” che dovrà difendere il territorio della frazione. Se non dalle speculazioni, almeno dal maltempo.

Ciaegòt

il Ciaegòt immortalato dalla Gazzetta di Mantova

1 commento

XXIX° Consiglio (6 giugno 2013)

“Se il dio egizio si fosse fatto la piramide di eternit,
col cavolo che gli profanavano al tomba!

(A. Albanese)

È stato adeguato il regolamento di gestione dei rifiuti urbani alla normativa nazionale che istituisce la tassa Tares, in luogo delle vecchie Tarsu e Tia. Dal 1 luglio per il rifiuto secco dovremo utilizzare il nuovo bidone con microchip. La parte variabile della tassa rifiuti è infatti calcolata sul numero di svuotamenti del nuovo bidone. Conviene pertanto esporlo per lo svuotamento solo quando è completamente pieno. Sull’approvazione del regolamento la Minoranza si è astenuta.

È stato modificato il regolamento comunale, per disciplinare con più precisione le adunanze ordinarie e le straordinarie e per sancire che in assenza di Sindaco e Vicesindaco, la presidenza sia affidata ad un assessore consigliere anziché al consigliere che ha ottenuto più voti. Io e la Minoranza abbiamo espresso voto contrario. Innanzitutto perché con questo regolamento si istituisce la seconda convocazione, come fossimo in un condominio, solo per sanare l’anomalia di consiglieri che da anni non si presentano alle sedute (lasciarli a casa no, eh?). Poi vengono ristrette le modalità di accesso alla documentazione da parte dei consiglieri stessi… alla faccia della trasparenza.

Approvati in via definitiva due piani attuativi (Montesino e Fontaine Srl), con la semplice astensione della Minoranza.

Infine il sindaco ha risposto all’interrogazione di “Ingegno Per Volta” che polemicamente richiedeva di intervenire sull’eternit dell’area ex Vannini. Riporto di seguito il testo integrale della risposta, letto durante il Consiglio e avente carattere di atto pubblico.

 — o —

“Io mi domando con che coraggio la minoranza, nonché amministrazione precedente, faccia un’interrogazione sui tetti in amianto della Ex Vannini, quando la pericolosità degli stessi è nota fino dagli anni ‘90 e lo stato del suddetto immobile permane pressoché inalterato dagli anni 2000.

Dov’erano questi amministratori e dove volgevano i loro sguardi: sulla bonifica e sulla lottizzazione di Colle Fiorito?

Mai nessuno di loro aveva pensato di indirizzare le proprie energie alla bonifica dell’ambiente? Era più rappresentativo indulgere nell’arredo urbano quale la fontana, nel ripristino di una piazza (con quale risultato lo vedono tutti), nel creare nuovi appartamenti in quello che era l’unico polmone verde del centro paese (il giardino del Nido Traverso).

In quattro anni di questa amministrazione, con le ripetute presentazioni al pubblico del PGT, nessuno della minoranza si è reso conto che questa operazione di bonifica è già stata prevista, attraverso il meccanismo perequativo che comporta la demolizione dell’Ex Vannini, come per altro è già avvenuto per la Tintoria dei Savi e per l’Ex Levoni?

E, se di questo si è resa conto, da un lato cerca di bloccare i lavori di smantellamento delle strutture e il trasferimento dei volumi con denunce in procura e ricorsi al TAR, dall’altro fa interpellanze al comune per la bonifica ambientale.

Ci fa o ci è?

In qualità di sindaco posso affermare che,  se la minoranza non si prodigherà affinché questa operazione venga bloccata, è intenzione da parte di questa amministrazione che la demolizione e la bonifica degli edifici interessati possano avvenire durante il periodo di assenza scolastica..

Sarebbe auspicabile da parte dell’opposizione una minore vis polemica ed una più attenta valutazione delle cose.

Relativamente alle richieste fatte posso riferire che:

Essendo il cespite di proprietà privata non sappiamo se è stato censito all’ASL ed iscritto nel PRAL Regionale in base alla Legge Regionale n. 17 del 29/09/2003, iscrizione per altro già dovuta dal 1992 ai sensi dell’art 12 della legge 257 del 1992;

L’Amministrazione, dopo contatti verbali ha inoltrato una raccomandata alla proprietà sollecitando il rispetto della convenzione urbanistica in atto;

L’amministrazione, in ottemperanza alla Legge Reg n.14 del 31 luglio 2012 e dell’art 5 si attiverà di concerto con l’ASL per la bonifica del tetto in Eternit.”

Il sindaco

Nessun commento

Il Boss dal vivo

“Ho scelto di fare il presidente solo perché non potevo essere Bruce Springsteen”

(B. Obama)

 Ecco dieci motivi per ricordare con piacere il concerto di Springsteen allo stadio di Padova.

  1. Innanzitutto la durata del concerto. Non c’è al mondo nessun altro cantante di 64 anni che urla senza interruzioni per tre ore filate e beve mentre suona la chitarra. Insuperabile.
  2. Il bis mancato. Non sopporto le farse tiramolla in cui il pubblico urla “bis, bis” e il complesso esce e rientra venti volte dalle quinte del palco. Quando è finito, è finito.
  3. Ovviamente la più classica delle cene da trasferta: panino salsiccia, peperoni e cipolle e birrona ghiacciata. Un must quando si è in attesa davanti ad uno stadio.
  4. Le foto sui maxi schermo della E-Street Band negli anni ’70 e’80. Danno all’evento quel pizzico di amarcord che insaporisce ancor di più la serata.
  5. Il noto momento in cui il Boss cambia la chitarra, lanciandola ad un assistente a dieci metri di distanza. Sono sicuro che nel mondo molti fans avranno provato la stessa scena, sfasciando strumenti di ogni tipo.
  6. I duetti “face to face” con Little Steven, personaggio assai bizzarro. Uno dei miei sogni è girare l’America con Little Steven e Clint Eastwood.
  7. Guerrino, rumorista allo sbaraglio. È stato scelto dal pubblico e chiamato sul palcoscenico per accompagnare un pezzo del concerto. È chiaro che la notte stessa è morto d’infarto.
  8. La dolce melodia dell’infante che è salito sul palco e a cappella ha cantato il ritornello di Waitin on a sunny day. Springsteen si è fermato per ascoltare la sua voce. Invero la gag sembrava un po’ preparata, ma di certo il bambino si ricorderà quel momento per tutta la vita.
  9. Liscio sia il viaggio d’andata che il ritorno. Code a “branchi” solo davanti al camion del patataro che vendeva i suddetti panini.
  10. Orario ufficiale d’inizio: 20.30. Alle 20.35 uno spettatore urla dal pubblico: “E aora, comincémo? Vecio, ara che semo a Padoa, no a Napoli”. Dopo dieci minuti, Bruce inizia a cantare.

 

1977

La E Street Band nel 1977

3 Commenti