Il Boss dal vivo


“Ho scelto di fare il presidente solo perché non potevo essere Bruce Springsteen”

(B. Obama)

 Ecco dieci motivi per ricordare con piacere il concerto di Springsteen allo stadio di Padova.

  1. Innanzitutto la durata del concerto. Non c’è al mondo nessun altro cantante di 64 anni che urla senza interruzioni per tre ore filate e beve mentre suona la chitarra. Insuperabile.
  2. Il bis mancato. Non sopporto le farse tiramolla in cui il pubblico urla “bis, bis” e il complesso esce e rientra venti volte dalle quinte del palco. Quando è finito, è finito.
  3. Ovviamente la più classica delle cene da trasferta: panino salsiccia, peperoni e cipolle e birrona ghiacciata. Un must quando si è in attesa davanti ad uno stadio.
  4. Le foto sui maxi schermo della E-Street Band negli anni ’70 e’80. Danno all’evento quel pizzico di amarcord che insaporisce ancor di più la serata.
  5. Il noto momento in cui il Boss cambia la chitarra, lanciandola ad un assistente a dieci metri di distanza. Sono sicuro che nel mondo molti fans avranno provato la stessa scena, sfasciando strumenti di ogni tipo.
  6. I duetti “face to face” con Little Steven, personaggio assai bizzarro. Uno dei miei sogni è girare l’America con Little Steven e Clint Eastwood.
  7. Guerrino, rumorista allo sbaraglio. È stato scelto dal pubblico e chiamato sul palcoscenico per accompagnare un pezzo del concerto. È chiaro che la notte stessa è morto d’infarto.
  8. La dolce melodia dell’infante che è salito sul palco e a cappella ha cantato il ritornello di Waitin on a sunny day. Springsteen si è fermato per ascoltare la sua voce. Invero la gag sembrava un po’ preparata, ma di certo il bambino si ricorderà quel momento per tutta la vita.
  9. Liscio sia il viaggio d’andata che il ritorno. Code a “branchi” solo davanti al camion del patataro che vendeva i suddetti panini.
  10. Orario ufficiale d’inizio: 20.30. Alle 20.35 uno spettatore urla dal pubblico: “E aora, comincémo? Vecio, ara che semo a Padoa, no a Napoli”. Dopo dieci minuti, Bruce inizia a cantare.

 

1977

La E Street Band nel 1977

  1. #1 by vic at 5 giugno 2013

    Quoto tutto, compreso il panino onto; presente al Concerto di Milano del 2003 (uno dei suoi 5 migliori concerti in carriera, dirà in seguito). Da vedere e rivedere.

  2. #2 by Gianluca at 5 giugno 2013

    Secondo me l’unico difetto del concerto di Bruce Springsteen a Padova è stato che siamo partiti troppo tardi, che non c’era posto al parcheggio, che non abbiamo fatto in tempo a prendere i biglietti dalla coda che c’era, che sugli spalti ci siamo dovuti sedere lontani dagli altri e che al ritorno abbiamo fatto una coda tremenda per arrivare in autostrada.
    Per il resto davvero un grandissimo concerto!

  3. #3 by Gianluca at 7 giugno 2013

    Ecco dieci motivi (più bonus) per ricordare con piacere il concerto di ieri sera a Bologna dei Green Day.

    1. Innanzitutto la durata del concerto. Due ore e trenta filate
    2. Il bis. Quattro canzoni da brivido tra cui Jesus of Superbia
    3. La più classica delle cene da trasferta: panino e salsiccia con birra ghiacciata
    4. L’effetto delle luci alle spalle dei cantanti. Una magia di colori.
    5. Il momento in cui il batterista lanciava le bacchette dietro di sé con gran soddisfazione
    6. Lo scambio tra cantante e batterista durante una canzone
    7. Un ragazzo che è salito a cantare sul palco e con una carica pazzesca ha fatto muovere e ballare tutto il pubblico
    8. Una ragazza chiamata sul palco a suonare la chitarra. Billie Joe ha lasciato che la portasse a casa.
    9. Liscio sia il viaggio d’andata che il ritorno. Almeno uno in macchina mi ha fatto compagnia non addormentandosi.
    10. Orario ufficiale d’inizio: 21.00. Alle 20.59 è iniziata la prima schitarrata.

    + bonus points

    a. c’era un gruppo di spalla, così il tempo dalle 19.30 alle 20.30 è volato
    b. si è stati in piedi tutto il concerto: a ballare dall’inizio alla fine
    c. la voce di Billie Joe è bellissima: l’assolo con la chitarra finale è memorabile
    d. Lorenzo e Matteo ottimi compagni di concerto. E non dormono mai insieme, così uno alla volta mi fa compagnia.

(non verrà pubblicata)

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