Il cugino antipatico
A proposito del suo interismo, scrive oggi Severgnini che “c’è una simpatia che scivola nella compassione; e noi l’abbiamo rischiata, anni fa. Così esiste un’antipatia che confina con l’arroganza. E quella dobbiamo evitarla, è lo stile di qualcun altro”.
Caro Beppe, ormai è troppo tardi. In questi anni l’arroganza dell’Inter, figlia legittima dell’arroganza del suo allenatore, ha superato abbondantemente ogni confine conosciuto. Hic sunt presuntuoses.
Si dice che siano diventati troppo vincenti per essere amati e per essere celebrati da tutti. Squadra che vince, non si canta? Forse.
Certo è che non avevamo mai visto un allenatore più insopportabile e sbruffone. I Capello e gli Zenga, professionisti della polemica e della boria, si ritrovano ormai retrocessi al ruolo di dilettanti malconci, da invitare a casa per un tè. Mourino insulta i giornalisti e poi li fa precipitare ai propri piedi. Critica ogni collega e si lamenta degli oscuri complotti contro la sua squadra. Vittima, poco credibile, di congiure ordite da chissà chi e chissà quando. Si autocelebra eroe buono e divino, capace di riportare la giustizia celeste sulla terra dei comuni peccatori. O lo si odia, o lo si ama.
È vero, col suo modo di fare ha rotto la routine di un’omologazione fastidiosa, dove tutti parlano avvolti in una circostanza di ovvietà imbarazzante e vuota. Ma ha suscitato altresì sentimenti finora sconosciuti. Poi è assurto a icona dell’Inter, e dei suoi tifosi costantemente in cerca d’autore, che lo amano incondizionatamente solo perché li ha fatti vincere come mai prima d’ora (pare poco?). Ecco che per la proprietà transitiva, noialtri confondiamo i pusillanimi interisti con la loro guida, cioè con il loro allenatore, con la sua prepotenza e la sua irrefrenabile altezzosità.
Cave Anem
Sono 412 i nomi delle persone che avrebbero beneficiato degli interventi edili di Anemone (o Anemóne, come lo chiama Elio e le storie tese). Berlusconi, Scajola, Lunardi, Bertolaso, Mancino. Ma anche capi di gabinetto, di dipartimento, di uffici legislativi, della Protezione Civile e del Ministero della Giustizia, dirigenti Rai, generali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, agenti dei servizi segreti. Giornalisti, registi, produttori. Anche preti e vaticanaglia varia. Un po’ di tutto e un po’ di tutti.
Che in molti si siano affidati alla stessa impresa non è un reato, certo. Il buon impresario lavora sul passa parola dei clienti soddisfatti. Tanti clienti, tanto onore. Permettiamoci però di dubitare.
Ci dicano se tutto questo proliferare di attività edilizie è stato regolarmente pagato, oppure nebbiosamente regalato. E, in quest’ultimo caso, ci dicano anche il perché.
Ho appreso che in Europa una norma impone ai politici di non accettare regalie, se non ti modico valore. Non importa il fine del regalo: se sei un politico non puoi accettarlo. Punto. Norma non ratificata dall’Italia, obviously. Noi siamo europei ad intermittenza.
Per questo sfrontato ballo del mattone, si parla già di campagna mediatica e di maxi complotto. Cicchitto è arrivato a dire che l’elenco dei beneficiari è una vera e propria lista di proscrizione. Visti i tempi e le anomalia italiote, forse voleva dire lista di “prescrizione”.
Cippa Lippi
Agghiacciante. La lista dei papabili mondiali è qualcosa di inverecondo. Tracima di juventinità, nell’anno del peggior campionato della Juve dal secondo dopoguerra ad oggi. Niente fantasia e tanta geriatria. L’unica buona notizia è l’esclusione del Pupazzo.
Per ogni commento, aspettiamo di vedere se reciderà qualche cariatide dalla rosa dei trenta mannari.
Scaj sport
Che un ministro accusato di aver ricevuto in regalo un appartamento si dimetta, mi pare il minimo. In questi casi se uno è innocente, si discolpa e ritorna al suo posto. Se invece è colpevole, prima se ne va e meglio è.
Però, a quanto pare, qua non parliamo di una banale calunnia, ma di qualcosa di più concreto. L’architetto che avrebbe pagato metà del lussuoso appartamento (confermato anche dai venditori), e che Scajola ha detto di conoscere a malapena, appare ufficialmente come incaricaricato della ristrutturazione, tra le carte depositate al comune. Un legame, insomma, tra casa, ministro e pagatore occulto, esiste eccome.
D’altronde la scusante: “evidentemente mi hanno regalato metà casa, ma io non lo sapevo” è quantomeno stravagante.
Ho letto che Scajola nell’83 si fece 72 giorni di carcere, poi fu prosciolto. Poi molti anni di altre accuse e di sospetti, su una carriera politica e amminsitrativa un po’ torbida. Non ultima l’imposizione della tratta Alitalia “Roma-Albenga”, per viaggiare comodo da casa sua ai palazzi capitolini (e poi l’Alitalia va a puttane! Mah!)
Verrebbe da dire che il lupo perde il pelo, ma non il vizio, ma significherebbe condannarlo aprioristicamente.
Di certo questa vicenda pone ulteriori interrogativi (ce n’era bisogno?) sulla qualità della classe dirigente, sui suoi vezzi e i suoi vizi.
E in attesa di regali, noi paghiamo i mutui.
VII° Consiglio (28 aprile 2010)
Prima della seduta si è deciso che per i funerali delle tre vittime del 25 aprile, sarà proclamata una giornata di lutto cittadino.
Nel primo punto si è votata la ratifica di una delibera del 25 febbraio, decaduta perché non convalidata nei successivi due mesi. Si è, di fatto, sopperito ad una lacuna organizzativa dell’amministrazione. Incuria degli uffici di segreteria? Noncuranza dei responsabili di settore? Disattenzione degli assessori? La verità sta probabilmente nel mezzo. Di certo è una brutta figura, sotto il profilo dell’attenzione e della cura amministrativa.
Si è votato poi per una variazione di bilancio. A fronte di maggiori entrate dall’erario, alcune spese riguarderanno i server comunali, le divise dei vigili, i materiali della Festa dello Sport. Alcuni servizi amministrativi verranno esternalizzati, a causa della carenza di personale (gravidanze, part time, riduzioni d’organico). Per questo è prevista una spesa di 15.000€. La minoranza ha obiettato che sarebbe stato più opportuno procedere ad assunzioni a tempo determinato, anziché provvedere all’esternalizzazione. Benché, come ha spiegato Temperanza, non sia così semplice equiparare una carenza d’organico ad una nuova assunzione, ritengo si dovesse valutare meglio la possibilità di nuovi reclutamenti flessibili.
Approvato all’unanimità il consuntivo 2009, con un avanzo d’amministrazione di 418.000€. Si è disquisito e convenuto sull’assurdità delle regole imposte dal Patto di Stabilità, che obbliga ad investire solo le risorse in entrata, bloccando de facto gli avanzi di cassa degli anni precedenti.
Si è proceduto all’esame delle modifiche al Piano delle opere triennali. Le principali variazioni al prospetto già approvato riguardano l’inizio dei lavori per le mura di via Fosse; la riqualificazione di via 1848, piazza Italia e parte di via Solferino; il completamento della ciclabile; la pavimentazione di via Chiesa e via Carceri; il fotovoltaico. La minoranza si è detta in accordo con gli obiettivi, ma discordante sui metodi. Bertaiola ritiene che per il fotovoltaico serviva più tempo per il bando, in modo da avere più ditte partecipanti alla gara. Gli è stato ribattuto che i tempi “stretti” sono stati dettati dall’impellenza di avere contributi pubblici.
Secondo la minoranza, prima di procedere a pavimentare via Chiesa sarebbe stato opportuno attendere l’esito della vicenda Levoni. Ma la pavimentazione si fermerà prima di Levoni!
Sono seguite le solite e logore polemiche su via Fosse. Un “mura contro mura” già visto e rivisto.
Il punto più interessante è stato il riconoscimento di un debito fuori bilancio fatto dalla precedente amministrazione. Si ha “debito” quando la spesa che ne deriva non è stata prevista in sede di organizzazione del bilancio. De substantia: si fa una spesa senza averne copertura. Nella fattispecie parliamo di circa 32.000€ di parcelle e consulenze, per le quali sono arrivati i conti dei professionisti e non ci sono i capitoli di spesa. Come li paghiamo? In questi casi, se il Consiglio non approva, la spesa viene corrisposta da chi l’ha decisa (gli ex amministratori?). Correttamente, ho prima avvertito il mio gruppo che mi sarei dissociato. Prima del voto, ho motivato l’astensione con il fatto che, pur comprendendo l’inevitabilità del provvedimento (non si poteva fare altro), mi premeva sottolineare che questa circostanza non doveva essere la norma, ma l’eccezione. In meno di un anno abbiamo già votato due provvedimenti simili. Deliberando tutti all’unanimità, sarebbe passato il messaggio che “è normale che sia così”. Ho compreso benissimo il tecnicismo, ma è giusto che tutto scivoli via senza lasciare alcun segno? Indipendentemente da chi ha fatto il debito, indipendentemente dal colore dell’amministrazione, vogliamo o no dire che non si amministra così? Che è un fatto grave. Immorale, aggiunegerei.
Vicari si è astenuto con me. Tutti gli altri hanno votato a favore e il provvedimento andrà alla Corte dei Conti.
Tra boschi e vigneti
Posted by Giullare in Cose di paese on 25 aprile 2010
Il 25 aprile Volta non è un paese per vecchi. Dopo il finimondo, guardie e ladri hanno scorazzato tra boschi e vigneti.
Io però racconto di altri scorrazzamenti, inconsapevoli e dunque spensierati. Il vesparaduno ci ha permesso di girovagare tra colline e stretti percorsi, in una lunghissima carovana di gioiellini tutti da vedere. Assaporare i riflessi del sole tra i campi di cunsér, ascoltare il sottofondo di mille vespe rombanti, o aggredire in gruppo i saliscendi delle stradine… non ha prezzo. Ci si finge centauri navigati o magari collezionisti di lunga data.
Ma è tutto un gioco. Mentre l’odore intenso della nuvola di marmitte sembra il più bel profumo del mondo.
Dalla metastasi alla cura
“Assorbito dal suo lavoro, ogni giorno più consapevole della statura che va assumendo, considera le istituzioni della Repubblica alla stregua di impacci.
… vuole che si sfiniscano in dispute inconcludenti e che lasciando a lui la fatica e la gioia di decidere e di operare. Apprezza, è vero, i consigli di alcuni di loro; ciò che gli riesce intollerabile è l’istituto nel suo insieme, un organo di cui più volte, nel corso della vita, ha saggiato la vigliaccheria o l’inutilità.
…una pericolosa forma di autorità fondata sulla demagogia e sul carisma personale. Il “dittatore democratico” non governa contro il popolo; ha indubbiamente bisogno di una polizia fedele, di “servizi segreti” che abbiano occhi e orecchi dove serve, di denaro per corrompere e di delatori per sapere. Ma è anche un uomo che può comparire in pubblico senza timore, sicuro anzi di raccogliere l’ovazione di una folla che lui si compiace di salutare…
…il suo potere si colloca a metà tra repressione e consenso, imposizione della volontà e ascolto delle profonde esigenze popolari, culto della personalità, totale identificazione (confusione) dei suoi interessi personali con quelli dello Stato. Il funzionamento della democrazia è macchinoso, lento, costoso; il dittatore democratico taglia i costi, accelera le decisioni eliminando gli equilibri tra i poteri, offre certi vantaggi; in cambio si sente autorizzato a limitare le libertà, a imporre il suo volere come il solo legittimo, vuole essere temuto, ma non per questo rinuncia ad essere anche amato. Il dittatore democratico si sente il padre del suo popolo e come un padre si riserva di premiare e di punire a suo giudizio. Il contrario della democrazia appunto”.
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“Le correnti di pensiero interne ai partiti sono come metastasi”. Questa affermazione del nostro dittatore democratico sulla pluralità di opinioni è l’emblema di quale sia il suo pensiero in merito al dissenso o al contradditorio. Se chi diverge o esprime parere difforme dal suo è considerato alla stregua del cancro, significa che il peggior male è proprio la democrazia.
Ogni singolo atto, o semplice pensiero, che possa distaccare dal PdL una costola di destra autentica, democratica ed europea, va accolto con eccezionale gaudio.
L’avvento del dittatore democratico ha segnato la fine della destra, tradizionalmente e moralmente intesa, dando vita ad un’altra cosa che anche con i voti di destra ha costruito un ampio e pericoloso consenso.
Se l’obiezione di coscienza di Fini sia solo un fuoco di paglia lo vedremo presto. La speranza, ovvia quanto aleatoria, è che possa segnare l’inizio di un equilibrio nuovo.
P.S. Ah.. la citazione iniziale è di Augias e si riferisce a Giulio Cesare. Cosa avevate capito?
Effetto nuvola
La nube islandese che ha oscurato i cieli europei ha avuto effetti anche sul mio labile umore.
La carenza di voli, o più che altro l’incertezza degli stessi, mi ha obbligato a sperimentare la freccia d’argento. Nome nobilmente lucente per definire un banale eurostar che in tre ore ti porta da Verona a Roma.
La prenotazione tardiva trova posto solo in seconda classe. Generalmente nei viaggi in treno dell’alba non chiedo altro che dormire per metà, e leggere per l’altra metà. Non chiedo al fato incontri eclatanti con bellezze in cerca d’autore, né di presentarmi illustri compagni di viaggio o simpatici conversatori. Voglio solo starmene in pace.
Invece, mi trovo di fronte un rappresentante di cucine che sotto al tavolino blocca le mie gambe con una borsa tracimante di cataloghi. Di quelli che buttiamo via ogni volta che ci capitano in mano (se sapessimo quante vite hanno rovinato quei cataloghi prima di giungere nelle nostre case, forse ne avremmo più rispetto). Di fianco un professore universitario enorme, che deborda dal bracciolo e non smette di tossire.
Pochi sedili più avanti un neonato si lagna tutto il viaggio, accudito dai genitori che sperano di farlo giocare con il barattolo vuoto degli omogeneizzati (portarsi un ciuccio o un orsetto no, eh?). Dietro, la segretaria della Marcegaglia (dice lei) che sta mezzora al telefono con una certa Nadia per spiegarle come stampare un file da pc. Le gallerie interrompono la complessa spiegazione e ogni volta… richiama. Scopro che domani ha un appuntamento in via Vittorio Veneto 7, che dovrà anche vedersi con un certo Pedrazzoli, che Luciana si occupa della rassegna stampa e che Emma non può rispondere all’ambasciata del Qatar. Sull’altro fianco, dall’altra parte del corridoio, una ragazza risponde a centoventitelefonate dicendo sempre “che il servizio riprenderà a giugno, per ora è sospeso. Grazie, buona giornata”.
Un viaggio infernale. La prossima volta che in treno disturberete i vicini con il telefonino, sappiate che qualcuno potrebbe sparlare di voi su un blog.
Se telefonando…
A sentire gli juventini, dall’udienza odierna di Napoli dovevano emergere sensazionali rivelazioni. Magari qualche scudetto ritolto o addirittura riassegnato. Invece… nessun botto.
Dalle intercettazioni del defunto Facchetti emerge chiaramente che anche l’Inter aveva rapporti troppo confidenziali con gli arbitri. Tutto qua.
Non ho mai dubitato che fossero nelle stesse condizioni il Milan, o la Roma. Arbitri a cena, designatori al telefono, proprio come si fa con gli amici di vecchia data, o forse come si usa semplicemente con i colleghi. Ne esce un sistema falso, malato, incancrenito, tutt’altro che credibile. E cosa c’è di nuovo? Cosa di sensazionale oggi più di allora? Radiassero tutti i dirigenti, dal primo all’ultimo! Sarebbe tutto di guadagnato.
Ma le intercettazioni del Totem non mostrano richieste di favori palesi. Non chiede ammonizioni ad personam, né intercessioni particolari su fuorigioco o reti da annullare. Non emergono minacce, nè regali. Non ci sono sim pagate agli arbitri per le comunicazioni “private”, né direttori di gara chiusi negli spogliatoi. Non emergono Gea o società affini in grado di manovrare il calciomercato.
E allora?
Buona forchetta – La Pesa
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 11 aprile 2010
Chiunque sarà stato almeno una volta alla Pesa. Trattoria storica di Castellaro, da una vita sulla cresta dell’onda. Inflazionata di presenze e sovrastimata dai clienti, ha ceduto da tempo alla logica commerciale.
Nella veranda ricavata per aumentare i coperti, improbabili chansonnier si alternano al microfono, come ad un matrimonio. Sono insopportabili le canzoni di Celentano e degli 883 mentre vorresti solo cenare in pace.
Piatti tradizionali, cucinati alla svelta come il risotto al dado o i bigoli con due cucchiaiate di ragù buttato lì alla bell’e meglio. Ho chiesto una tagliata di cavallo ed è arrivata una misera tagliata di manzo: “sì, sì… è cavallo”, mi dice il cameriere. “Sì, sì… sei un asino”, volevo rispodere.
Buona la carta dei vini, con eccellenti etichetti locali a prezzi decenti. Il prezzo tutto sommato onesto mitiga un voto che sarebbe stato ben più severo. Primo, secondo e dolce: 20€
Voto: 5
Trattoria La Pesa – Castellaro Lagusello, Monzambano (Mn)