Inghiottiti da una balena


“Ora bisogna sapere che il pesce cane, essendo molto vecchio
e sofferente d’asma e di palpitazioni di cuore,
era costretto a dormire a bocca aperta:
per cui Pinocchio, affacciandosi al principio della gola e guardando in su,
poté vedere al di fuori di quell’enorme bocca spalancata
un bel pezzo di cielo stellato e un bellissimo lume di luna.”
(Carlo Collodi, Le Avventure di Pinocchio)

Qualche giorno fa una balena sventurata si è ritrovata nella foce del Tamigi ed ha risalito disgraziatamente il fiume, sino a raggiungere il centro di Londra. Un imprevisto, certo.
Anche perché da Harrod’s non c’erano i saldi ed il Chelsea giocava in trasferta… Il caso dunque, e non la volontà di alcuno, ha fatto sì che il cetaceo si arenasse a pochi passi (pardon: a poche bracciate) da London Bridge.
La notizia ha fatto il giro del mondo, commovendo l’opinione pubblica di mezzo globo. Il povero animale, imprigionato nelle acque basse e sporche, ha suscitato partecipazione ed intenerimento quasi ovunque. Centinaia di persone, le abbiamo viste tutti, facevano la spola da una parte all’altra dei ponti, per “partecipare” in diretta al dramma del povero pesce. Immagini alla tv, servizi sui giornali. Nelle copertine dei tiggì sembrava la notizia più interessante, ovviamente dopo quella del ritorno al grande freddo. Non sia mai…!
Una moltitudine di mezzi e uomini ha tentato il disperato salvataggio. Barche di ogni tipo, mezzi anfibi, gru enormi. E poi sommozzatori, personale portuale e agenti di pronto intervento, polizia inclusa. Schiere di ambientalisti affiancate da gente comune raccolta in scaramantica preghiera. Un dramma collettivo, una speranza comune.
Perché tutto questo? Perché la sfortunata balena ha fatto tanto scalpore? Come mai ansia e preoccupazione ci hanno attanagliato di fronte ad un animale in difficoltà ?
Io non so spiegarmelo.
Avete idea di quanti homeless (occorre essere english fino in fondo) ci siano nella sola Londra? Avete idea di quanti siano ogni giorno quelli che si ammalano e quelli che muoiono? Quanti sono i mezzi e le persone che la società , e l’opinione pubblica, mettono a disposizione per questi “sfortunati”? È possibile, e comprensibile, che mezzo mondo trattenga il fiato per la sorte di una bestia e giri lo sguardo davanti alle innumerevoli, vere, tragedie quotidiane.
Forse si tratta solo di abitudine. Aristotele sosteneva che l’abitudine diventa nell’uomo un qualcosa di innato. Migliaia di cetacei vengono cacciati e uccisi crudelmente ogni anno, alla stregua di visoni, montoni, etc… ma lo sappiamo da sempre. E siamo abituati a vedere gente che soffre e che muore ogni giorno. Che ci si interessi o meno, altri continueranno a soffrire e morire ugualmente. Ma una balena che si arena in un fiume ci fa molta tenerezza e approviamo qualsiasi spreco per salvarla. Incrociando le dita, ovvio, affinché le cose vadano bene.

Per la cronaca, la balena è morta. Poverina.

  1. #1 by Valentina at 25 gennaio 2006

    secondo un proverbio cinese, “ciò che compare abitualmente sotto gli occhi non desta attenzione”
    ecco perché…

    ciao
    vale

    p.s. ma il nick(name) per il blog ce l’hai già ??

  2. #2 by Giorgio at 25 gennaio 2006

    Le tue riflessioni mi portano a voler condividere un dubbio che mi pongo spesso
    ….. viviamo una vita reale o viviamo in un “reality” ?!
    Guardiamo intontiti ciò che fa audience, ci dicono su che bisogna indignarsi, su che cosa non si può, su cosa non va bene.

    E noi… Ci indignamo, discutiamo animatamente che così non si può, che proprio non va bene ed a volte ci arrabbiamo davvero, ci sentiamo vivi, partecipi, attori di questa vita.
    Poi arriva la sera ed andiamo a dormire.
    La mattina ci svegliamo vuoti, come d’incanto dopo un brutto sogno ricompare l’azzurro, finiti i grandi proclami torniamo alla normalità , soliti problemi, solita vita. E la balena?!
    E gli homeless, e gli altri “sfortunati” ??!! … Chissà se oggi faranno audience loro…….

  3. #3 by Lele at 25 gennaio 2006

    Ma la balena era nel Tamigi, non nel Mekong.

    Ciao.
    Lele

  4. #4 by Valentina at 25 gennaio 2006

    ma nelll’epoca del villaggio globale, tamigi o mekong poco importa

    ciao
    valentina

  5. #5 by paio at 31 gennaio 2006

    ciao

  6. #6 by Gianluca at 3 febbraio 2006

    Ciao anche da parte mia!

    Io della balena non sapevo niente. Ma sapevo della morte di un bambino per fame ogni cinque secondi…

    Grazie a te ora so anche che è morta una balena nel Tamigi.

(non verrà pubblicata)

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