Prodi e i suoi prodi: governo nuovo o governo vecchio?


Ho atteso l’elenco della squadra di governo, come il cliente medio del bar sport attende i convocati di Lippi.
In realtà attendevo un vento ed uno spirito nuovi. So che ogni maggioranza “governanda” promette cambiamenti drastici, rivoluzioni efficaci e migliorie radicali. Ed a causa di questa prassi istituzionale, non mi ero minimamente illuso. Tuttavia la critica ad oltranza che il centrosinistra ha fatto dell’era Berlusconi, mi aveva lasciato sperare che “Prodi e i suoi prodi” non potessero che invertire la rotta. Criticare il sistema, scardinarlo e proporne uno diverso. La logica appare disarmante nella sua semplicità e chiarezza.
Ad un solo giorno dall’investitura ufficiale del premier, resto sconcertato dalla lista dei neo (nel senso di inquietanti punti neri) ministri.
Avrei voluto un ruolo di primissimo piano per Emma Bonino, persona capace, non corruttibile e di riconosciuta professionalità. La ritrovo col contentino di un ministero senza portafoglio. Avrei voluto un luminare al Ministero dei Beni Culturali: mi ritrovo con la caricatura di Alberto Sordi (Rutelli). Avrei considerato naturale l’avvento di Di Pietro alla Giustizia: scopro che i titoli di Mastella in materia valgono molto più di Tonino. Tanti proclami sullo spazio da dedicare alle donne: solo Livia Turco ha un ministero con portafoglio. E poi Parisi alla Difesa?
Mi compiaccio per Padoa Schioppa e per Bersani, persone di indubbio valore e sono convinto che D’Alema agli Esteri potrà fare bene. Per il resto devo affidarmi al fatto che i nomi sconosciuti costituiscano una speranza di piacevole sorpresa, più che un sospetto di poltrone ben spartite.
È aumentato anche il numero dei dicasteri, in perfetto stile “prima Repubblica”. Aspettavo un governo nuovo, ma le premesse mi paiono abbastanza vecchie.

  1. #1 by Gianluca at 19 maggio 2006

    Accetti anche commenti brevi e sintetici?

    Uno schifo. Una nausea.
    Che pena.

  2. #2 by Gianluca at 20 maggio 2006

    Le pagelle di Beppe Severgnini

    Provo io, caro Daniel. Senza voti. Solo giudizi, come si usa oggi a scuola.
    Prima considerazione generale: mi sembra che siamo tornati al maggio 1996, le facce sono più o meno quelle. Non è che per caso abbiamo buttato dieci anni? Comunque, vediamo.
    Palazzo Chigi, Prodi. Ha detto, prime parole: “Non possiamo fallire”. Neanche l’Italia, aggiungo. Quindi, forza e coraggio.
    Esteri, D’Alema. Se decide di dedicarsi all’incarico (come ha fatto Fini), e di non considerare la Farnesina come trampolino per altro (cosa?), può fare bene. Le aree più delicate sono tre: i rapporti con gli USA (rischio ostilità, da evitare); i rapporti col mondo arabo e Israele (dove so che ci sono apprensioni); e le questioni relative alla cittadinanza, che tra l’altro rischiano di ingolfare il servizio consolare. So che D’Alema non ama che si possa ottenere il passaporto senza conoscere la lingua: questo mi rende ottimista.
    Interni, Amato. Lo conosco abbastanza bene, è un ministro nordeuropeo trapiantato in Italia. Farà cose buone, e sarà rassicurante – come è stato Pisanu, bisogna dire. Speriamo metta passione nell’incarico; e, almeno lui, non chiami Moggi.
    Economia, Padoa-Schioppa. Lo conosco poco, l’ho letto spesso. Buona scelta, piacerà ai mercati che sono – giustamente – piuttosto nervosi sui conti italiani (sarebbe stata buona anche la scelta di Monti: a proposito, cosa farà SuperMario, eterno candidato a tutto?).
    Cultura e vicepremier, Rutelli. Se privilegia la cultura, e capisce che nel campo siamo una superpotenza, bene. Se pensa alla politica, siamo fregati. Speriamo si (pre)occupi dell’immagine dell’Italia all’estero, che ha bisogna di una spolverata.
    GIustizia, Mastella. Non mi sembra l’uomo giusto, per vari motivi. S’impegnerà? Deve stare attento alle confidenze e alla richieste degli amici. Comunque, rispetto all’ing. Castelli, un passo avanti (lo saremmo stati anche tu ed io: almeno abbiamo studiato legge).
    Giovani e Sport, Melandri. Una delle (troppo) poche donne. La denominazione del ministero è populista, ma Mrs GM si darà da fare. Meglio concentrarsi sullo sport (messo male). Per aiutare i giovani bisogna sistemare l’Italia.
    Lavoro, Damiano. Non lo conosco, ma ha la patata bollente della “legge Biagi” (tenerla o buttarla?). In bocca al lupo.
    Famiglia, Rosi Bindi. E’ una tosta, ma non ho capito bene cosa dovrebbe fare il suo ministero.
    Infrastrutture, Di Pietro. Sono assai curioso di vedere se succederà qualcosa. Per esempio una bella autostrada tra Grosseto e Civitavecchia, per decongestionare l’Autostrada del Sole. Ma qui sto sognando.
    Europa, Emma Bonino. Altra tosta, ha esperienza in materia europea, e a BXL è ben vista. Gli incarichi le piacciono: questo lo svolgerà bene.
    Salute, Livia Turco. Se cambiasse i meccanismi di nomina degli ospedali, la applaudirò. Ma avrà la forza, o il coraggio?
    Università, Mussi. Idem, per i concorsi universitari.
    Ambiente, Pecoraro Scanio. Un po’ mi preoccupa.
    Infine: 63 sottosegretari e 9 vice-ministri sono troppi. Cambieremo mai?

(non verrà pubblicata)

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