Il diritto all'illegalità


Quando commenta la rivolta nel Centro di permanenza temporanea di Torino, il capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera non chiede il miglioramento di queste strutture. Vuole che vengano soppresse. Per Gennaro Migliore – così ha detto alla Stampa – “l’immigrazione clandestina non può essere considerata un reato che prevede la reclusione dell’immigrato in strutture detentive controllate dalle forze dell’ordine», il clandestino deve essere trattato «come un soggetto che ha la sua storia individuale”: una definizione che gli consente, ovviamente, di violare le leggi dello Stato italiano. Occorre dunque chiudere i Centri e dare all’immigrato illegale un permesso temporaneo di soggiorno, “magari di un anno”, che gli consenta di trovare un lavoro. il deputato di Rifondazione non si chiede quali sarebbero le conseguenze di una tale liberalità. Non sa, o non vuole sapere che i mercanti de1l’emigrazione dirotterebbero verso l’italia la loro “merce” e aumenterebbero il loro giro d’affari, ignora, o preferisce ignorare, che i nostri confini mediterranei sono una frontiera di Schengen (il trattato europeo sulla libera circolazione delle persone, senza controlli di valico, tra i Paesi che lo hanno sotto- scritto) e che l’Italia ha l’obbligo di presidiarla anche nell’interesse dei suoi partner. Non se lo chiede e lo ignora perché la legge Turco-Napolitano, con cui i Centri furono istituiti, non è la sua legge, perché il trattato di Schengen non è il suo trattato, perché questa Europa non è la sua Europa e, forse, perché questo Stato non è il suo Stato. Sostiene il governo Prodi perché l’accordo con i partiti dell’Unione ha permesso di battere Berlusconi e a Rifondazione di conquistare qualche tribuna, al governo e in Parlamento, da cui predicare il suo verbo anticapitalista, antimilitarista e terzomondista. Ma si ritiene autorizzato a proclamare la necessità di una politica «alternativa» che prescinde dagli impegni internazionali del Paese, dalle sue leggi, dalle sue esigenze economico-sociali e dalle preoccupazioni della maggioranza dei suoi cittadini. Dopo avere assistito per cinque anni, sul problema dell’immigrazione, alle intemperanze e agli scatti umorali del partito di Umberto Bossi, abbiamo ora una Lega di sinistra che sogna un altro Stato e non ha alcuna intenzione di contribuire al miglioramento di quello in cui viviamo. La strada da percorrere è quella delle riforme. Occorre migliorare i Centri e ritoccare, alla luce dell’esperienza, la legge approvata dal governo Berlusconi. Occorre anche contrastare le correnti xenofobe presenti in alcuni settori della pubblica opinione. Ma non è possibile rinunciare ai controlli, incoraggiare l’immigrazione clandestina e permettere che l’afflusso delle persone nel territorio italiano venga lasciato nelle mani dei nuovi mercanti di schiavi, Ciò che sta accadendo in almeno due Paesi mediterranei (in Spagna, recentemente, il problema ha assunto dimensioni ancora più gravi) dimostra che la questione deve essere affrontata in una prospettiva e con criteri europei. Se i confini esterni dei Paesi di Schengen sono frontiere comuni, è necessario che l’Ue, o perlomeno i firmatari del trattato, abbiano una stessa politica dell’immigrazione, concludano con i Paesi della costa meridionale del Mediterraneo accordi collettivi e adottino, in materia di asilo, gli stessi principi. Sappiamo che non sarà facile, per Romano Prodi, governare una coalizione composta da molte anime, Ma un chiarimento oggi, su un problema ditale importanza, è molto meglio di una lunga serie di incertezze e di ambiguità.

(Sergio Romano – Corriere della Sera, 05 Giugno 2006)

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