L’essenza del Festivaletteratura


È difficile spiegare a chi non ha mai partecipato, che cosa sia il Festivaletteratura. D’accordo, è una manifestazione che propone eventi di vario genere, raccogliendo scrittori, giornalisti, musicisti di fama nazionale ed internazionale. Ma questo dice poco. Non si riesce a darne l’effettiva essenza, solo enfatizzandone l’importanza e lo spessore. Citando nomi illustri, o sciorinando avvenimenti apparentemente interessantissimi, risulta complicato dare la vera dimensione della manifestazione. Che cosa sia il Festivaletteratura lo si capisce vivendo la città nei giorni della rassegna. Lo si capisce percorrendo le vie, in genere popolate dalle solite facce, ed ora divenute traboccanti di turisti. Gli angoli più belli della città, allestiti per ospitare gli eventi più diversi, acquisiscono una luce nuova, un fascino più intenso. Ho visto spazi che conoscevo, ma che non mi sono mai preso la briga di visitare. Ho scambiato libri usati, per il solo piacere di cercare e trovare. Ho chiesto a scrittori famosi di firmarmi vecchie copie delle loro opere, già lette, per il gusto di scorgere il mio nome scritto in maniera veloce ed incerta sulla prima pagina dei miei libri preferiti. Ho visto Mantova viva, non di una confusione caotica ed innaturale, ma di un entusiasmo tranquillo e pulsante. Ho respirato l’aria della cultura, quella che non ho, senza il timore di non sentirmi all’altezza. Ho girovagato senza una meta apparente, cercando di raccogliere gli odori e le forme più suggestive. Questo è il Festivaletteratura, un crogiuolo di immagini, figure e sensazioni. Rimane difficile definirne i contorni ed impossibile fissarne i colori.

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