Voglio Previti ministro


Vorrei svegliarmi una mattina e leggere sul giornale che Previti è diventato Ministro della Repubblica. Mi piacerebbe vederlo a capo della Giustizia. Per una rocambolesca legge del contrappasso, sarebbe curioso ritrovarlo a governare la sfera che tanto lo ha fatto soffrire.
A pensarci bene, qualche controindicazione potrebbe esserci. Se domattina, dopodomani, o in un qualsiasi futuro, Cesarone diventasse ministro, potremmo correre davvero qualche rischio serio.
1-Avremmo un facoltoso faccendiere a capo di uno dei più importanti dicasteri e questo non gioverebbe all’immagine dell’Italia. Un personaggio torbido e fumoso, votato alla ricerca del potere più che alla vocazione della giustizia e del bene comune.
2-Tra i suoi primi atti, ci sarebbero prescrizioni e perdoni; giusto per cancellare velocemente peccati e peccatori.
3-Cercherebbe prima di tutto di salvaguardare sé stesso ed il capo della sua coalizione, nella convinzione unica di difendere il proprio potere e custodire la posizione conquistata.
4-Si farebbe celia dei magistrati, screditando ogni atto giudiziario o invocando la legittima suspicione laddove i giudici iniziassero ad indagare sul suo conto.
5-Probabilmente ricatterebbe anche il governo, qualora si trovasse da solo a combattere contro gli attacchi delle toghe.
6-Ricorrerebbe alla demagogia populista, tipica di chi rimane disarmato a fronteggiare un’opinione pubblica pienamente convinta dei suoi misfatti.
7-Biascicherebbe di democrazia infangata, di regimi totalitari e di complotti ad personam. Rasenterebbe la commedia.

Ma queste ipotesi grottesche, inverosimili, e deo gratia surreali, sono legate a Previti. Mastella invece…
Mastella è anche peggio, perché non è affatto un’ipotesi.

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