L’ennesimo lifting


Il coniglio estratto dal cilindro del Cavaliere, in piazza S. Babila pochi giorni fa, ha stupito ogni astante e sorpreso tutti gli addetti ai lavori. L’inatteso exploit del più esperto dei prestigiatori.
Con un sol colpo, magistralmente meditato e riuscito, Berlusconi ha portato in cascina parecchio fieno.
Innanzitutto si è ritagliato una settimana (almeno) di prime pagine e discussioni, rientrando sulla scena politica dalla porta principale. Non s’è parlato d’altro, rievocando anacronisticamente lo spirito nuovo della sua “discesa i campo”. Proprio come se per quindici anni fosse stato altrove.
In secundis il Cavaliere ha oscurato, con una sorta di ingente eclissi mediatica, Veltroni e il suo neonato partituccio. Mesi e mesi per partorire il deforme feto del PD ed oggi il perbenista Walter si ritrova senza voce e senza i clamori e la pubblicità che tanto aveva sognato, progettato, meritato. Doveva essere la stagione del Partito Democratico, nella quale spiegare e promuovere uomini, idee e programmi nuovi (nuovi?), ed invece si è rivelata la stagione del Partito del Popolo delle Libertà, delle donne arrembanti e del rosso malpelo.
Infine Berlusconi ha ristabilito le gerarchie all’interno della propria scuderia. Soffrendo, il Nostro, di egocentro-narcisismo tremens, mal sopportava i picchi di popolarità ed il successo dei Fini e dei Casini qualunque: “il capo sono io, o con me o contro di me”.
Proprio quest’ultima circostanza, ovvero il macero della CdL, rischia di rappresentare l’elemento più innovativo di tutta la delirante fiction.
Delle anomalie politiche che farciscono l’annuncio di Berlusconi, le più macroscopiche sono fondamentalmente due.
La prima è che a fronte della farsa del referendum “subito al voto” promosso contro Prodi, Berlusconi ha applicato una curiosa proprietà transitiva. Siccome, secondo lui, dieci milioni di italiani vogliono che Prodi vada a casa, allora questi cittadini vogliono che io fondi un partito nuovo. Intanto sarebbe interessante verificare davvero quanti si sono recati ai gazebo per l’assurda raccolta di firme di Forza Italia, dieci milioni sembrano francamente un po’ troppi. Ma poi come si può trasporre la richiesta di nuove elezioni, nel mandato a fondare un nuovo partito? Per assurdo anche un rifondarolo potrebbe chiedere le dimissioni di Prodi, ma questo non significa che sia pronto ad aderire al club della Sciura Brambilla.
La seconda anomalia andrebbe spiegata agli elettori. Che cosa differenzia Forza Italia dal Partito del Popolo delle Libertà, o come cavolo si chiama? Non cambia il vertice, né la base, non si annettono partiti terzi… Qual è il valore aggiunto dunque?
L’impressione è che il Redivivo abbia puntato sull’ennesimo lifting, ringiovanendo i tessuti del partito e facendo un po’ di liposuzione ai vecchi colonnelli plurinquisiti. Per altri quindici anni dovrebbe essere a posto.

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