Il bimbo e il pappagallo


UN MESSAGGIO PER PAPA’
Sempre teso e preoccupato,
qualche volta un po’ arrabbiato,
tempo libero non hai
e non stiamo insieme mai;
poi la sera tu sei stanco,
posso solo starti accanto
e abbracciarti stretto stretto
sul divano o nel tuo letto!
Io con te vorrei giocare
Ma tu hai sempre da fare;
dai, su, fermati papà,
lascia tutto, vieni qua!
Senti il tuo telefonino:
chi ti chiama è il tuo bambino,
è il messaggio del mio cuore:
“Tu sei il papà migliore!”
 

Questa è la poesia che un bambino medio, diciamo un figlio di Bertagna, avrebbe dovuto imparare a memoria in occasione della Festa del Papà.

A parte il fatto che la situazione descritta come “tipica” dipinge una famiglia alquanto triste ed infelice, abbiamo dibattuto su quanto inutile sia imprimere nella mente questa “finzione”. Si diceva che ai nostri tempi, ce la cavavamo con un lavoretto o un disegno. Ma queste filastrocche da pappagallo ammaestrato proprio no!

Io ricordo di aver imparato a memoria poesie di Rodari, di Carducci o di Ungaretti, ma fesserie simili il mio maestro non le avrebbe neppure immaginate. Sarebbe troppo facile e gratuito denunciare l’inadeguatezza dell’attuale sistema dell’istruzione e dei moderni metodi educativi al paragone dei saggi dei nostri tempi. Altrettanto facile sarebbe concludere che i bambini di oggi sono quello che sono perché gli insegnanti sono quello che sono. Mi limito a dire che con un po’ di fantasia e buonsenso si potrebbe fare meglio. Se proprio dobbiamo ammaestrarli con le rime, almeno inculchiamo qualcosa di sensato.

  1. #1 by CheDire.. at 2 ottobre 2008

    Dall’alto della Tua cultura forse sarai stato un bimbo genio…
    o forse sei solo un po’ presuntuoso…
    io mi ricordo che nei primi anni delle elementari imparavo filastrocche, canzoni e poesie belle, semplici che suonavano come canzoni quando io ed i miei amici le ripetevamo.
    Purtroppo erano altri tempi.
    I genitori “attuali” hanno poco tempo per i propri figli, li parcheggiano davanti alla tv o alla playstation solo per non averli tra i piedi dopo una snervante giornata di lavoro.
    Forse la poesia è da interpretare come una provocazione… un invito del bambino a farsi coccolare anche dal padre più presente.
    Spero veramente che Tu sia una persona intelligente e non una propensa Solo alla polemica.
    Ciao

  2. #2 by admin at 3 ottobre 2008

    non so chi sei. cmq sono più propenso alla polemica che volto all’intelligenza.

  3. #3 by CheDire... at 4 ottobre 2008

    Ciao,
    la polemica deve essere ragionata ed intelligente, il fine deve essere migliorativo con proposte e non distruttivo.
    Penso che Tu sia una persona intelligenti visti i contenuti del Tuo blog.
    I miei genitori (ma anche quelli dei miei amici!) non mettevano mai in discussione una lezione, anzi, partivano sempre dal presupposto che le maestre avevano sempre ragione…. “hai sbagliato tu!” mi dicevano sempre…
    mai una vinta!
    così mi hanno formato il carattere e mi hanno insegnato a rispettare le persone anche con idea contraria alla mia.
    In questo caso ti consiglierei, vista la bellezza del Tuo blog (scusa la ripetizione), di aprire una discussione… civile… non come purtroppo accade nella politica…
    solo polemiche senza nessun fine… nessun fine…

    E poi chi è senza peccato scagli la prima pietra!
    Ciao

(non verrà pubblicata)

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