La Cina vicina


“Pagano in contanti. Le Società Nere sono direttamente connesse a settori controllati dall’Esercito del Popolo, dai militari di Pechino. Là è un boom. La Cina emerge. Dispongono di una liquidità enorme. E non la investono all’interno. Sono abituati alla povertà. Per loro non è un fattore di destabilizzazione sociale: il contrario, usano la povertà di massa come strumento di controllo. E investono fuori. In contanti. C’è un traffico clandestino di dollari che esorbita ogni aspettativa. Trasportano contanti insieme ai clandestini. E comprano in contanti: appartamenti, stabili interi, esercizi commerciali. Da dieci anni va vanti così, non gliene frega niente a nessuno. Chi vende è contento: i cinesi arrivano ad offrire un terzo in più del valore reale dell’immobile. Arrivano in tre: il compratore, che solitamente è un prestanome; un avvocato; un terzo che non si capisce bene chi sia. Arrivano con le valigette piene di dollari o euro. Non sono soldi falsi – è che non sono dichiarati”.

(G. Genna – Non toccare la pelle del drago)

La notizia è la cessione del locale Latte & Rum ai cinesi. Stavolta è vero: con la fine del mese Gimo e Magri abbandonano il bancone ed il locale avrà padroni con gli occhi a mandorla.

Forse nulla dovrebbe sorpenderci: i China avranno esibito un pacco di soldi per un’attività nel pieno del suo splendore economico, e che tra qualche anno sarà probabilmente deprezzata. Insomma, probabilmente chiunque di fronte ad un’offerta esorbiante avrebbe ceduto.

Il punto è un altro. Volta in vendita, come Milano, come Roma. E io un po’ di paura inizio ad averla.

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