La città in palio, tra Spizzico e Bocconi


Siena è sempre affascinante. Un paradigma di toscanità. Quelli come me, che non hanno studiato alla Bocconi e che di arte, di urbanistica e di storia ne sanno poco, vedono in Siena l’esempio più classico e più limpido di città medievale. Il colore caldo degli edifici e dei tetti crea un’impressionante armonia tra i viottoli che convergono nel capolavoro di Piazza del Campo. Questo giro abbiamo trovato un tempo incerto… ma pazienza. Mi rimane l’acquolina di viverla nei giorni del palio, circostanza che ho sempre sognato e sempre disatteso. Da consigliare, oltre all’immancabile ristorante (in questo caso: Mugolone, sebbene un po’ caro), anche una capatina ai vicini Pienza e Montepulciano.

È inutile soffermarsi a descrivere le bellezze di Siena. Mi sono invece venuti in mente cinque motivi per cui non consiglierei nemmeno al mio peggior nemico di venire in vacanza con me ed altri cinque per cui è divertente accompagnarmi. In generale, s’intende.

Cinque motivi “out

– Passare un intero pomeriggio a cercare il ristorante per la serata può risultare estenuante. Da una parte all’altra della città, ignorando i percorsi artistici classici e sfogliando contemporaneamente diciotto guide enogastronomiche e tutti i menù esposti all’uscio dei ristoranti. Che palle!

– Sono difficile sul cibo. Di fronte a McDonald’s o Spizzico scateno uno sciopero della fame lievemente polemico.

– Attendere che scatto una foto ogni cinque minuti è bello le prime due volte… poi non si sopporta. Mezzora per ogni inquadratura e autoscatto. E per cosa poi? In genere il 99% delle foto è da buttare. Uff!

– Se c’è qualcosa che non mi soddisfa, divento insopportabilmente ansioso. Appena entro in una chiesa, se vedo che non mi piace esco. Può esserci anche l’autoritratto dei Santi Cirillo&Metodio, ma io giro i tacchi e cambio aria velocemente.

– L’ordine (esteriore) della mia camera e la mia pignoleria patrizia farebbero imbizzarrire anche Mother Teresa.

Cinque motivi “in”.

– Per restare in tema: con me difficilmente si mangia male. Mhh!

– Oltre ad un discreto senso dell’orientamento, ho un eccellente culo nel parcheggio. Ne deriva che quasi sempre trovo posto alle porte dei centri storici, senza pagare e senza multe.

– Vedermi entrare in un bar mentre chiedo (a Siena): “du haffè, per piascere” fa abbastanza ridere.

– Dev’essere spassoso fare un lungo viaggio in macchina mentre imito a squarciagola Al Bano e Ornella Vanoni.

– In fondo quando viaggio un po’ di balìa ce l’ho.

Cimitero

tur

Pizzicheria

Strada

  1. #1 by Gianluca at 15 dicembre 2009

    Sono costretto a confermare tutto. Aggiungendo che non è neppure male stare con te ad un bancone a bere birra.
    Facendosi fare l’ennesima foto dalla cameriera (certo tu faresti l’autoscatto anche in birreria, ma credimi, è meglio così)…

  2. #2 by valentina at 20 dicembre 2009

    di norma, nell’udire “du haffè per piascere” il barista senese ci casca o no?

  3. #3 by paio at 21 dicembre 2009

    Secondo me il barista di norma gli risponde:
    “Ma vaffanhulo!”

  4. #4 by Silvio Baù at 21 dicembre 2009

    Ci casca, ma mi viene il dubbio che gli convenga cascarci e che stia al gioco fingendo alla grande.

(non verrà pubblicata)

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