L’ultima danza


Prendi il cielo con le mani

vola in alto più degli aeroplani

non fermarti, sono pochi gli anni,

forse sono solo giorni

e stan finendo tutti in fretta

e in fila non ce n’è uno che ritorni

Allora balla non aver paura

se la notte è fredda e scura

(L. Dalla – Balla, balla ballerino)

 

La morte di Ballerini mi inquieta alquanto. Il fatto che uno trascorra la sua vita in bicicletta, vinca delle Parigi-Roubaix senza mettersi nemmeno il casco e poi muoia in un incidente d’auto durante una gara di rally è alquanto bizzarro. Sarebbe comico, se non ci fosse di mezzo la morte. Invece è tragicamente desolante.

Dio superiore che decide per noi? Destino già segnato? Grottesca fatalità? Boh.

È senz’altro la dimostrazione che puoi apparecchiare la tua vita come vuoi, con tutti i fronzoli e i particolari ponderati;  poi arriva un dettaglio qualsiasi e il tavolo salta per aria.

Dice Coelho che “un granello di sabbia rispecchia la meraviglia dell’universo”.

Io di fronte a queste cose mi sento assolutamente infinitesimale ed inutile.

  1. #1 by Erica at 13 febbraio 2010

    Scrivo ora quando ho appena appreso della morte dell’atleta georgiano alle olimpiadi di Vancouver.
    Che dramma!
    Difficile scrivere della morte.

    Ho appreso la notizia della scomparsa di Franco Ballerini la mattina stessa quando ad un mio compagno di allenamento è arrivato un sms che lo informava della tragedia.
    E’ immediatamente dilagato lo sgomento in tutto il gruppo di ciclisti, tutti conoscevamo bene quello che da qualche anno era il CT della nazionale di ciclismo. Io mi sono stupidamente ritrovata a chiedere: “Ma sei sicuro?” e a dire: “Non è possibile!” come se si potesse non essere certi quando si parla della morte e come se la stessa potesse risparmiare qualcuno.
    La morte di Franco mi ricorda quella di pochi giorni fa di Lino Gastaldello. Pochi conoscevano il suo nome, tanti, professionisti e non, usano le sue biciclette: Willer Triestina.
    Anch’io non lo conoscevo, mi parlano di lui come di una bella persona, innamorato della sua famiglia e del ciclismo. Muore investito da un auto, sulla sua bicicletta, aveva 71 anni.
    Il destino è spesso atroce e crudele!

    Io penso spesso alla morte. Mi sembra che pensare alla caducità della vita aiuti, in qualche modo, a vivere meglio cioè a vivere con la consapevolezza che non è tutto scontato, che il domani non è certo e che, per tanto, è meglio vivere appieno il presente.

(non verrà pubblicata)

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