Sega, ferrata nomen omen


Prima sgambata stagionale, per saggiare il passo in vista delle uscite più impegnative.

La partenza, poco fuori Avio

La ferrata Gerardo Sega è piuttosto facile, ma in alcuni tratti non banale. I due traversi sono bellissimi per l’ambientazione e il paesaggio, ma percorribili con discreta semplicità. Qualche verticalizzazione nell’ultima parte, e il poco traffico, permettono alla ferrata di dirsi interessante. Si può usare quasi sempre un solo punto d’attacco, ma alle mie spalle udivo l’insolente “click-clack , click-clack”, del doppio moschettone di Vicensa, atleta che si assicura anche al cesso, uomo con gli standard di sicurezza più ferrei di quelli di Bertolaso.

Il primo dei due traversi

Il primo traverso

Il lungo avvicinamento ed il ripido sentiero del ritorno rendono più impegnativo il cammino rispetto alla ferrata vera e propria. In totale, il giro ci ha impegnato sei ore. Un buon allenamento in un paesaggio sorprendentemente variegato e dunque apprezzabile.

Ah… se qualcuno volesse aggiungersi, può segnalarmelo. Come sempre, terremo conto della difficoltà degli itinerari in funzione dell’utilizzatore finale.

Il tratto finale

Il tratto finale

  1. #1 by Gianluca at 24 maggio 2010

    Come sempre, terremo conto della difficoltà degli itinerari in funzione dell’utilizzatore finale.

    Terremo???
    Tu e chi???
    Ad esempio: tu e Walter???
    Tu e il Cesco??

  2. #2 by Erica at 24 maggio 2010

    Complimenti!

  3. #3 by Silvio Baù at 25 maggio 2010

    Ma leggi quello che scrivo? “Terremo”, plurale perchè siamo in due. Io e Vicensa.

(non verrà pubblicata)

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