Cavalli e Cavaliere


“Ridere, ridere, ridere ancora,
ora la guerra paura non fa…
Dategli, dategli un animale,
figlio del lampo, degno di un re,
presto, più presto perché possa scappare,
dategli la bestia più veloce che c’è.
Corri cavallo, corri ti prego
corri come il vento che mi salverò…”

(R. Vecchioni – Samarcanda)

 

Negli anni delle guerre mondiali, tutte le potenze europee si spinsero pressoché ovunque per occupare territori ricchi di materie prime. Colonie e protettorati in ogni parte del mondo, capaci di garantire ricchezze e mercati nuovi. L’Italia non poteva essere da meno e intraprese a sua volta, e a suo modo, la campagna di conquista. Mentre Inghilterra, Francia e compagnia cantante, affondavano le mani nell’oro, nelle spezie e nei diamanti, Mussolini giocava ai castelli di sabbia. Nel 1936, in barba al fatto che ormai nulla di fruttifero era rimasto all’orizzonte, occupò con battaglie sanguinosissime un fazzoletto di dune africane: l’Abissinia. Per questo, mezzo mondo ancora ci ride dietro.

2010. Mentre la Russia stringe accordi con tutto l’emisfero per vendere il proprio gas, Obama tenta l’intesa con la potenza cinese, e le nazioni europee competono per primeggiare nell’UE, Berlusconi invita Gheddafi e trenta cavalli berberi: così, per sancire un accordo. Continueranno a riderci dietro, ma saremo orgogliosi delle losanghe al trotto e dei nostri valzer delle quadriglie. Vuoi mettere?

  1. Ancora nessun commento.
(non verrà pubblicata)

  1. Ancora nessun trackback