Il gioco è una cosa seria


“E i cau boi vànn giö a Lugàn
imbenzinati davanti alla roulette,
tra un gioco e l’altro i brànchèn scià i tusànn
cun la cuscienza sarada in gabinètt…”
(D. Van De Sfroos – Cau Boi)

L’altra sera una rete Rai ha trasmesso la pubblicità progresso del Governo, contro la dipendenza dal gioco: “esagera coi sogni, ma gioca responsabilemente”, o qualcosa di simile. Lo spot successivo è stato quello del sito di scommesse Bet&Win. Un po’ come quando il vecchio spot antitabagismo andava in onda dopo le interviste di Zeman.

Ormai lo stato italiano si regge (anche) sulle gabelle del gioco. Si sa: se eliminassimo i Gratta&Vinci e l’Enalotto, finiremmo peggio della Grecia. Una scelta di politica economica vecchia e discutibile, ma ormai assodata e lungi dall’essere rimessa in discussione.

Finiamola almeno con gli spot bugiardi e ammettiamo serenamente che più gente si rovina al gioco e più lo Stato fa cassa. Il gioco è una cosa seria.

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