Equivoco in cucina


Una signora ha telefonato a mia madre per sapere come si cucinano i “ciucarì”.

Si tratta di una pianta perenne (Silene vulgaris) che cresce spontaneamente nei prati e della quale sono apprezzati soprattutto gli impieghi culinari: risotti, insalate, frittate. I suoi fiori hanno la forma di palloncino ed è suggestiva, benchè poco attendibile, l’idea che il nome derivi da Sileno, leggendario amico di Bacco dalla proverbiale pancia tonda. Più probabile l’origine dal greco “sialon” (saliva), per la vischiosità delle sue secrezioni.

Ad ogni modo… la signora ha detto che avendo ricevuto in regalo molti “ciocarì” (non “ciucarì”), voleva un consiglio sul modus cucinandi. Mia madre è partita in quarta a spiegare come si prepara un dolce a base di riso soffiato e cacao.

Aveva capito “ciocorì”. Per la gioia di tutti i palati, l’equivoco è stato presto chiarito. Ma quanto è bella questa lingua?

  1. #1 by Valentina at 27 settembre 2011

    Ma grandissima Lucy! Hai ragione Conte la nostra lingua è proprio bella…comunque i ciucarì sono ottimi anche semplicemente saltati in padella con un po’ di olio e parmigiano! Da provare…il problema è che si finiscono subito!

(non verrà pubblicata)

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