8 marzo


“Le donne ci amano per i nostri difetti.
Se ne abbiamo abbastanza, ci perdonano tutto,
anche la nostra intelligenza”

(O. Wilde – Il ritratto di Dorian Gray, cap. XV)

Sono esausto.

La mattina inizia con qualche doveroso augurio. Lettura veloce della Gazzetta, che pubblica l’inserto speciale sulla Festa della donna. Interessantissimo.

Il tragitto in auto verso il lavoro non sfugge alle emittenti radio, felici di dare il buongiorno celebrando in pompa magna l’8 marzo. Telefonate delle ascoltatrici agguerrite, canzoni a tema, approfondimenti sui diritti delle donne e sulle quote rosa.

L’ingresso in ufficio è in linea con le aspettative, auguri a tutte le colleghe presenti. Qualche sparuto e sprovveduto collega maschio azzarda il buon gesto con un ramo di mimosa per le vicine di scrivania: è subito idolo per un giorno.

Il caffè della pausa pranzo si consuma al bancone di un bar, dove l’abituale pakistano delle rose oggi brandisce una fascina di fiori gialli incelophanati.

Nella rete, navigano come sardine scadute le mail sull’8 marzo. Qualcuna è scontata, qualche altra un po’ meno, ma l’inquietudine aumenta.

Rientro a casa in auto. Ora la radio si dedica agli approfondimenti: dibattiti, sondaggi, proposte per migliorare il mondo delle donne e l’universo dell’uomo. Prendo appunti.

Finalmente a casa. Mentre il tg racconta la Festa della donna, apprendo che aumenta vertiginosamente lo spread tra uomo e donna. E in Uzbekistan ancora oggi la donna sta peggio che in Svezia.

Per il dopocena, confido in un film su Giovanna D’Arco e sogno un Porta a Porta su Maria Goretti, con Margherita Hack, la Parietti e la Mussolini a litigare in studio.

Per fortuna domani è il 9 marzo. Auguri a tutte le donne.

Auguri virtuali

  1. #1 by Marco at 9 marzo 2012

    Perchè si sente il bisogno di festeggiare qualsiasi cosa? Perchè ogni cosa, anche la più insignificante, viene strumentalizzata per commercializzare oggetti inutili? Quante cose si accumulano durante la vita? Quante di queste sono veramente utili alla sopravvivenza dell’uomo e della donna? Possibile che l’essere umano sia diventato un mero strumento di consumo?

  2. #2 by Gianluca at 10 marzo 2012

    Cavolo! Quest’anno mi ero proprio scordato dell’8 marzo. Grazie Silvio per avermelo ricordato. 😉

  3. #3 by Gianluca at 12 marzo 2012

    Cazzo Paio, sei tu il filosofo.
    Dacci tu le risposte no?

  4. #4 by paio at 13 marzo 2012

    Gian,
    guarda che il primo commento non l’ho scritto io

    E comunque non avrei certo scritto quelle cose:
    io ormai mi sono convinto che anche l’inutile oggetto mimosa abbia un quid di efficacia e concretezza per la sopravvivenza/esistenza dell’uomo e della donna, per la costruzione delle loro identità, dei loro rapporti e del loro riconoscersi vicendevole.

    E se ancora non mi credi rilancio dicendo che non conosco donna che, pur condannando il consumismo intrinseco nell’8 marzo, non si sia sciolta in un sorriso ricevendo un mazzetto di mimose.
    Certo, bisogna valutare come le dai…

(non verrà pubblicata)

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