Regione e sentimento


“Fiorito è un prodotto della democrazia.
Molti italiani che oggi sbraitano contro la casta,
ove ne facessero parte, sarebbero identici a Franco Fiorito,
per il semplice fatto che sono identici a Franco Fiorito anche adesso.”

(M. Serra – L’Amaca)

L’unica, amara, consolazione è che certe cose non succedono solo in Lombardia. Regione che vai, spreco che trovi. Le cronache dei clientelismi, dell’esosità e delle ruberie della politica ormai non sorprendono più. Non disgustano più l’immoralità e la smodatezza dei costumi, perché, nostro malgrado, ci siamo abituati. Ciò che ripugna è la sfrontatezza e l’ingordigia con cui gli sperperi si perpetrano e ci vengono candidamente sbattuti in faccia. L’ingordigia dei mediocri, la chiama Stella.

Ultimo caso: il Lazio. Mentre gli operai abitano sui tralicci per difendere il lavoro, tredici consiglieri regionali ottengono in un anno due milioni di euro, spendendone 900.000 in manifesti e 200.000 in alberghi, bar e ristoranti (sarà il caro prezzi del settore alimentare?).

Nel bilancio del gruppo consiliare Pdl alla Regione Lazio, 665.000 euro sono destinati a “collaboratori e consulenze”, 114.000 alle “spese di rappresentanza”. Per la stessa voce i Radicali spendono 662 euro, e d’altro canto stanno all’opposizione.

Sempre in Lazio, il capogruppo Udc, che siglava tutte le ricevute, non sa spiegare cosa comprendessero i 145.000 euro di “spese varie”. Come Rutelli, che firmava i bilanci di Lusi, risponde: “Non lo so, non sono mica un ragioniere”. Ci mancherebbe…

E mentre in Veneto, a sentir parlare di sprechi, si urla “Ostrega!”, al ristorante Batman urla “Ostrica!”: 800.000 euro in pesce, champagne e auto nuova. Cene da supereroe.

Illo tempore il Comune di Volta spese 5.000 euro per un calendario con foto d’epoca: troppi soldi, si tuonava. La Regione Calabria ne ha buttati 140.000 per stampare un libro autopromozionale di 125 pagine dal titolo “Il senso delle scelte compiute”.

Sempre la Calabria sborsa 700.000 euro per la c.d. “rappresentanza”. Cifre che non dicono nulla, perché non abbiamo grossi riferimenti. L’Emilia Romagna però ne spende un sesto, anche se i suoi abitanti sono il doppio e il suo pil il quadruplo.

Sicilia: non basta il monito per gli scandali dei figli di Di Pietro e di Bossi. Il governatore Lombardo, dopo aver collocato il fratello, ora candida il figlio. “Ricongiungimenti familiari”, li chiamava qualcuno.

  1. #1 by Cirano at 29 settembre 2012

    Lazio, Lombardia, Calabria, ora Emilia … chi si salverà? Comunque credo che ognuno debba partire a fare pulizia dal giardino di casa propria, ho sentito troppe volte dire “Perchè dovremmo fare le pulci qui con quello che succede in giro!”

(non verrà pubblicata)

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