Gente di Dublino


“I pensieri mi scappavano via.
Gli impegni seri della vita, che ora parevano separarmi dai miei desideri,
mi sembravano un gioco infantile, antipatico e noioso”

(J. Joice – Gente di Dublino)

È gente di Dublino quella che bighellona tra le stradine di Temple Bar, che gironzola quasi a casaccio, senza una meta precisa e senza la ben che minima concezione del tempo. Per loro lo spazio ed il tempo sono dimensioni lontane e troppo complicate. È gente di Dublino quella che va in curva all’RDS Arena, per vedere quali preghiere si recitano nelle chiese del rugby, quali inni s’intonano, quali insulti si urlano. “C’mon the boys in blue “ è il ritornello che rimarrà nello loro menti per tutto il viaggio. È ancora gente di Dublino quella che scopre la bellezza delle piccola Howth, con la scogliera a picco sull’oceano ed il suo porto di pescatori. È gente di Dublino anche quella che entra ed esce dai pub, alla ricerca dell’ultima pinta da gustare e dell’ultimo sgabello da conquistare. Quella che talvolta sceglie la Carlsberg al posto della Guinness, o che preferisce il “fish & chips” allo stufato di manzo. Perché a volte basta poco per essere gente di Dublino.

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