Nella mischia


“Volevo solo sfogarmi e bere qualche birra con gli amici.
Invece il rugby mi ha tolto dalla cattiva strada, mi ha dato tutto”

(S. Chabal)

Sugli spalti di una partita di rugby i tifosi sono tutti intenditori. Questo è un dogma degli sport che vanno di moda: siccome la maggior parte della gente non li conosce, è assolutamente  fondamentale per la propria autostima fingersi navigati intenditori. Se dalla curva non vedi nemmeno dove è finita la palla, c’è sempre qualcuno che urla “No, non di lì, apri il gioco dall’altra parte”.  Se l’arbitro fischia qualcosa che non capisce neppure lui, c’è sempre un panzone barbuto col cappello da giullare che grida: “Ovvio dai… IN AVANTI!” Se c’è un placcaggio appena appena rude e l’arbitro non interviene, tre quarti della curva inveisce: “È fallo! Espulsione!

È un universo strano quello dei tifosi di rugby. A Cremona ho visto pensionati con la faccia dipinta di bianco, rosse e verde, senza dignità alcuna. Ho visto bambini più piccoli delle trombe che reggevano tra le mani. Ho visto donne che sapevano distinguere il drop dalla touche, Furno da Allan.

Come richiesto dal protocollo del rugby, la trasferta cremonese ha regalato un ottimo terzo tempo: Trattoria dell’Alba a Piadena, per la quale seguirà degna e appropriata recensione.

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