Da Treviso col furgone


Quando il vino entra, esce la verità

(B. Franklin, Almanacco del Povero Riccardo)

Se in questo blog esistesse la sezione “scorribande”, quest’avventura rientrerebbe a pieno titolo nella categoria.

Vagare per i colli trevigiani con un furgone carico di damigiane è un’esperienza che ogni uomo, per dirsi veramente tale, dovrebbe provare almeno una volta nella vita.

Partiti di buonora da Verona, siamo approdati a Guia, alla cantina Guizzo, dopo aver sbagliato strada almeno quattordici volte. Colpa dei navigatori, sia nel senso di “tom tom” che nel senso di quelli che stanno seduti di fianco ai piloti.

Alla cantina ci ha accolto il distinto signor Alberto, che tra una bestemmia e un agnus dei ci ha fatto capire che il mestiere del cantiniere non s’improvvisa in un attimo: se vuoi riempire una damigiana, dovresti almeno sapere quanto è capiente la damigiana, mentre se vuoi tappare la damigiana devi sapere che servono i tappi per la damigiana. Il figlio del signor Alberto, invece, sapendo che era un venerdì di quaresima, ci ha offerto un piatto di squisito salame nostrano, decantandoci al contempo le doti filosofiche dei suoi vini. Terminata la degustazione, e riempito il furgone in ogni ordine di posto, abbiamo affidato le nostre lasse membra alla Trattoria dell’Angelina. Ho fatto il figo, chiedendo notizie dell’Angelina, ma mi hanno detto che è morta qualche anno fa e che se ho bisogno posso rivolgermi educatamente alla figlia Marisa. Menu del carrettiere: cinghiale con polenta per me e il Nick, trippe per il Boz e il Pierci. Poche pretese e conto onestissimo.

La vera nota di colore del pranzo è stata però il commensale seduto al tavolo di fianco. Tal Aldo Rusticelli da Bologna, rappresentante di vini trevigiani per la Calabria, residente ormai da anni sulle spiagge di Tropea. Il simpatico imbonitore, dopo aver raccontato ogni sorta di stratagemma per vivere bene la vita, ha millantato di essere stato un famoso bomber della serie B negli anni ’70. Non abbiamo trovato giustificazione alle sue parole nelle raccolte ufficiali della Panini, ma ipotizziamo che la giustificazione possa abbondantemente ritrovarsi nelle brocche di Col Fondo che si è scaraffato durante il pranzo.

Lasciataci l’Angelina (o chi per lei) alle spalle, abbiamo girovagato a piedi per la sperduta frazione, prima di risalire a bordo e guadagnare il meritato rientro a casa. Bellissima giornata, che speriamo unanimi di ripetere negli anni a venire. Prosit.

Valdobbiadene - Italy

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Damigelle

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