I miei primi quarant’anni


“Quaranta anni non vuol dire vecchio. Se sei un albero”
(Anonimo)

I quarant’anni arrivano una volta sola nella vita. Esattamente come i trentanove e i quarantuno. Da più parti mi è stato suggerito di postare qualcosa su questo epico traguardo. In realtà ci avevo già pensato in autonomia, ma non avevo trovato nulla di memorabile, nulla di interessante da raccontare in un post. Ed in effetti, non sono riuscito a trovare neppure un titolo originale.
Il fatto è che ripensando a questo fantomatico traguardo, ritengo di non aver raggiunto alcun risultato eclatante o degno di particolar menzione. Se penso ai miei coscritti, trovo David Beckham e Tiger Woods, Michael Bublé e Jamie Olivier, Jonah Lomu e Matteo Renzi (vabbè… l’ultimo lasciatelo perdere). Credo di aver raggiunto il minimo sindacale: un diploma, una laurea, un lavoro, un matrimonio, un figlio, qualche bel viaggio. Però qualche anno fa ho sognato di morire in un incidente stradale e ricordo che nella sincerità dell’inconscio, quella tipica del sogno, il mio ultimo pensiero fu che potevo dirmi soddisfatto per quanto combinato nella vita. Nella razionalità tipica del conscio, mi sento di confermare.
Ringrazio la Pili per la foto verità

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