Chissà dove sarei potuto arrivare


“Arriva il momento in cui, dopo aver perduto le illusioni sugli altri, si perdono quelle su se stessi”
(E. Cioran, Quaderni)

Stanotte, o meglio questa mattina presto all’alba, ho sognato di essere il Presidente della Repubblica. Arrivavo al Quirinale su indicazione diretta di Napolitano, che vedendo le Camere incapaci di arrivare ad un’elezione, faceva il mio nome rassicurando ogni schieramento politico. Bastavano le sue parole “abbiate fiducia in lui”, per farmi eleggere unanimemente dal Parlamento. Applausi.
Qualche attimo dopo dirigevo un incontro del CSM, proprio in qualità di Presidente della Repubblica. Mi lamentavo per il disordine della stanza in cui era convocata la riunione, per gli evidenti segni di bagordi di una festa tenutasi poco prima. Ero furioso per quei bicchieri sporchi e per quelle briciole sul tavolo di noce. Qualcuno raccoglieva la mia lamentela per intraprendere un iter formale di verifica presso i vari organi deputati al cerimoniale e all’organizzazione.
Poi una voce: “Trattoore? Trattoore?”
Il Gabry si sveglia (e mi sveglia) cercando il modellino del trattore di Cars, prima ancora di sua madre e suo padre. E se non mi avesse svegliato, chissà dove sarei potuto arrivare…

  1. #1 by paio at 17 febbraio 2016

    Trattoore! Trattoore!
    Insegnagli ad usare i punti esclamativi e diventerà per incanto un manifesto politico più raffinato delle posizioni di Salvini.

(non verrà pubblicata)

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