I conti che non tornano mai


È notte alta e sono sveglio e mi rivesto e mi ri-spoglio”

(E. De Crescenzo, Ancora)

Non mi è chiaro perché la legge regionale siciliana deroghi i tempi degli scrutini. Diversamente dal resto d’Italia, in Sicilia le operazioni di spoglio iniziano il giorno dopo la chiusura dei seggi. Credo che per trovare parallelismi occorra andare in Centrafrica. Non se ne capisce davvero la giustificazione: ho cercato inutilmente informazioni in rete. Ho trovato solo un commento del neo presidente siciliano Musumeci, concorde con il posticipo dello scrutinio “per evitare di affaticare troppo chi lavora ai seggi”. Ho staccato la spina del pc e sono andato in bagno.

Oggi alle 16, dopo otto ore di spoglio e conteggi, erano state scrutinate la metà delle sezioni. Dico: otto ore di scrutinio. Come se nei nostri seggi arrivassimo a finire metà delle sezioni alle 6 di mattina, e le altre tutte più tardi. Con un’affluenza del 46%.

Il Movimento 5 Stelle aveva richiesto invano l’intervento di osservatori Osce durante le operazioni, ora capisco perché.

Non ne faccio una questione di legalità, benché sia lecito dubitare di questo metodo: si vedono gli exit poll della sera e nella notte si ha tutto il tempo di “rettificare”. Ne faccio una semplice questione di dignità, di orgoglio.

Speriamo almeno in un riconteggio, ri-spoglio di tutte le schede, per creare occupazione per il prossimo mese.

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