Dove cade la pioggia


Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane

(G. D’Annunzio, La pioggia nel pineto)

La consueta pioggia autunnale mi infonde sempre un sentimento di piacevole malinconia. Adoro trascorrere qualche attimo guardando dalla finestra l’acquazzone impetuoso, o anche il leggero ed ingenuo piovasco. Alberi e case che si bagnano adagio e poi s’inzuppano, animali e insetti che si riparano, gocce che martellano le superfici come infallibili metronomi. Ogni volta che la pioggia dura più di un giorno, si crea nella mia testa quella consueta atmosfera di amabile tedio e automaticamente ripenso a La pioggia nel pineto.

Come succede in tutte le assurde fatalità della vita, La pioggia nel pineto è proprio la lirica che mi fu chiesta all’esame di maturità. Sapevo praticamente tutto. Il commissario mi fece però una domanda alla quale non riuscii a rispondere. “Perché mai D’Annunzio usa la parola Pineto e non Pineta? Sarebbe più naturale parlare di pineta, invece…” Mi aggrappai, scivolai, caddi, tacqui. Insomma non seppi replicare in modo chiaro ed esaustivo a questo interrogativo apparentemente banale, ma per me incomprensibile.  E lui mi inferse il colpo più duro, celandomi la soluzione dell’enigma e destinandomi all’eterno oblio. Forse pensava al castigo peggiore per un ignorante: la condanna perenne a non conoscere.

Nei giorni scorsi ho cercato sull’antologia e anche in internet, ma non ho trovato risposta a questa domanda.

E niente… se qualcuno potesse aiutarmi, mi eviterebbe altre notti insonni. In fin dei conti sento di aver scontato la mia pena.

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  1. #1 by erica at 7 novembre 2018

    Curioso. Tutto molto curioso: parafrasi, analisi, commenti e nessuno che parli del titolo, che in effetti è particolare.
    Non so, forse perché in latino è pinetum, forse perché pineto è la forma letteraria di pineta, quindi un termine più alto, nobile.
    Forse non lo sapeva neanche il commissario d’esame e gli è venuta la curiosità in quel momento con te difronte. Ma la cosa bella è che tutto ciò non ha scalfito la bellezza.

  2. #2 by Lorenzo at 15 novembre 2018

    Gentile Sivio,
    mi permetto di suggerire una spiegazione in merito al sostantivo maschile “pineto” utilizzato da D’Annunzio, che, ancor più della volontà del poeta di utilizzare un lessico semplice ma contemporaneamente efficace e musicale, risiede forse nel fatto che D’Annunzio aveva una predilezione per i titoli settenari (ad esempio “La sera fiesolana”, oppure “Il trionfo della morte”, settenario con sinèresi).
    “La pioggia nella pineta” sarebbe stato un ottonario, parisillabo e con ritmo ben diverso.
    Con stima,
    Lorenzo

  3. #3 by Giullare at 16 novembre 2018

    Beh… dopo la pioggia il sole. Grazie, sono felice.

(non verrà pubblicata)

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