Dacci un taglio


Un filosofo che non poteva camminare perché si pestava la barba, si tagliò i piedi

(A. Jodorowsky)

Accedo di rado a Facebook, ma soprattutto non commento mai i post pubblici. Più che altro per una questione di principio: mi sembra sempre preferibile estraniarsi dai pollai dove ogni chiocciare, dal più sciocco al più autorevole, hanno lo stesso peso e la stessa visibilità. “Uno non vale mai uno”, soprattutto quando le opinioni pretendono d’intersecarsi con le questioni tecniche oggettive.

Il Ministro Fraccaro, che peraltro mi è anche simpatico, ha postato un logoro slogan ad effetto, “taglio dei parlamentari: meno poltrone, più efficienza”. Ha argomentato la boutade con un sillogismo discutibile, secondo il quale la riduzione dei parlamentari migliorerà “la qualità della nostra democrazia e la capacità del Parlamento di rappresentare le istanze del Paese”. Non ho resistito. Ho chiesto timidamente che mi venisse spiegato come “meno parlamentari” potesse portare a più qualità della democrazia ed a più istanze rappresentate. Una sola aficionada ha azzardato rispondere con il solito ritornello che “meno parlamentari significa un parlamento più snello, leggi più veloci, leggi più numerose”. Ho obiettato che ridurre i rappresentanti significa ridurre la rappresentanza (è matematica, giusto?), e significa dunque ridurre le potenziali istanze. In termini assoluti, ciò non migliora la democrazia.

Seguendo la logica di questi sordi seguaci, nessun parlamentare significherebbe più leggi, dunque più istanze, dunque più democrazia. Il paradosso sarebbe allora che la dittatura dovrebbe corrispondere alla democrazia massima.

In generale passa il messaggio “meno parlamentari = meno spese”, ma nessuno spiega perché sono così tanti. Nessuno ricorda che la Costituzione aveva immaginato un organo dove si dibattesse, ci si confrontasse, dove venissero rappresentate le molteplici posizioni dell’elettorato. Ridurre i parlamentari significa ridurre questo ruolo di discussione e confronto, significa rafforzare l’esecutivo. “Meno parlamentari” significa “meno rappresentanti”, quindi meno confronto e più agilità per il Governo che decide. Per lo stesso motivo Renzi voleva eliminare il Senato.

Boh, penso sempre che prima di riscrivere la Costituzione, sarebbe il caso di rileggerla.

  1. #1 by Augusto at 28 maggio 2019

    Sono tanti.
    La Germania ha 82 milioni di abitanti e 699 parlamentari.
    In Italia abbiamo un parlamentare ogni 63.500 cittadini. In Germania, uno ogni 117.300.
    Nella patria di Goethe sono meno democratici che da noi?
    Penserò alla risposta leggendo l’ultimo decreto-legge. Quello sul quale il Governo (tutti i Governi!) presenterà in commissione un maxi-emendamento e ci porrà sopra la questione di fiducia, che è un modo elegante di dire al Parlamento: “mangia questa minestra o salta la finestra”.
    Nel 1950, il Parlamento italiano varò 1120 leggi. Nel 2017: 227.
    Sono tanti.

  2. #2 by Giullare at 28 maggio 2019

    “Nel 1950, il Parlamento italiano varò 1120 leggi. Nel 2017: 227”. Ma il numero di parlamentari non era lo stesso? Poi che “più leggi” significhi automaticamente “leggi migliori”, rimane da dimostrare.

(non verrà pubblicata)

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