Piove sul bagnato
Posted by Giullare in Cose di paese on 14 giugno 2013
“Mi hanno mostrato con ammirazione i tentacoli edilizi che riempiono ogni pertugio di questa pianura, e che s’insinuano disgreganti su per i dossi e le prime colline delle Prealpi: uno squallore di dimensioni imponenti che in lui, invece, suscita sentimenti di genuina ammirazione. Il panorama di fronte a noi mostrava, in tutta la sua grandezza, l’ottusa capacità devastatrice degli uomini”
(U. Matino, La valle dell’orco)
Leggendo un articolo del Gazzettino, apprendo che la Protezione Civile è il “magistrato” delle acque per l’alluvione. Dev’essere certamente per questo motivo che qualche settimana fa Cereta è finita sott’acqua, cioè perché a Volta la Protezione Civile non ha il potere di “magistrato”, ma quello di un “uscere di tribunale”.
In assenza di magistrati che governano, ma in presenza di molti azzeccagarbugli che chiacchierano, le prevedibili piogge di maggio hanno sommerso la frazione di Cereta. Benché i giornali ne facciano una notizia, i meno giovani non si stupiscono affatto: un evento simile accadde anche nel 1956 e nel 1967. E un amico mi racconta che da sempre la località Ciaegòt (dal dialettale ed esaustivo “Ciàega”, ovvero chiusa, chiavica, cloaca), ubicata proprio all’ingresso della frazione, finisce in salamoia al primo temporale di rilievo.
In perfetto stile italiota (che fa rima con…) al Ciaegòt c’abbiamo fatto il quartiere residenziale più “in” di Cereta. Villette a schiera coi colori di Portofino, piazzette in porfido e seminterrati umidi che si possono trasformare all’occorrenza in ampi acquari, come i divani-letto quando viene un ospite. È la cosiddetta “promozione del territorio”, quella che promuove le zone paludose in zone edificabili, mai viceversa. A nord del paese brilla la lottizzazione Paül (in italiano “Palude”), che già dal nome mostra la propria evidente attitudine naturale ad ospitare insediamenti residenziali.
In questi giorni è nato il comitato “Futuro per Cereta” che dovrà difendere il territorio della frazione. Se non dalle speculazioni, almeno dal maltempo.
XXIX° Consiglio (6 giugno 2013)
(A. Albanese)
È stato adeguato il regolamento di gestione dei rifiuti urbani alla normativa nazionale che istituisce la tassa Tares, in luogo delle vecchie Tarsu e Tia. Dal 1 luglio per il rifiuto secco dovremo utilizzare il nuovo bidone con microchip. La parte variabile della tassa rifiuti è infatti calcolata sul numero di svuotamenti del nuovo bidone. Conviene pertanto esporlo per lo svuotamento solo quando è completamente pieno. Sull’approvazione del regolamento la Minoranza si è astenuta.
È stato modificato il regolamento comunale, per disciplinare con più precisione le adunanze ordinarie e le straordinarie e per sancire che in assenza di Sindaco e Vicesindaco, la presidenza sia affidata ad un assessore consigliere anziché al consigliere che ha ottenuto più voti. Io e la Minoranza abbiamo espresso voto contrario. Innanzitutto perché con questo regolamento si istituisce la seconda convocazione, come fossimo in un condominio, solo per sanare l’anomalia di consiglieri che da anni non si presentano alle sedute (lasciarli a casa no, eh?). Poi vengono ristrette le modalità di accesso alla documentazione da parte dei consiglieri stessi… alla faccia della trasparenza.
Approvati in via definitiva due piani attuativi (Montesino e Fontaine Srl), con la semplice astensione della Minoranza.
Infine il sindaco ha risposto all’interrogazione di “Ingegno Per Volta” che polemicamente richiedeva di intervenire sull’eternit dell’area ex Vannini. Riporto di seguito il testo integrale della risposta, letto durante il Consiglio e avente carattere di atto pubblico.
— o —
“Io mi domando con che coraggio la minoranza, nonché amministrazione precedente, faccia un’interrogazione sui tetti in amianto della Ex Vannini, quando la pericolosità degli stessi è nota fino dagli anni ‘90 e lo stato del suddetto immobile permane pressoché inalterato dagli anni 2000.
Dov’erano questi amministratori e dove volgevano i loro sguardi: sulla bonifica e sulla lottizzazione di Colle Fiorito?
Mai nessuno di loro aveva pensato di indirizzare le proprie energie alla bonifica dell’ambiente? Era più rappresentativo indulgere nell’arredo urbano quale la fontana, nel ripristino di una piazza (con quale risultato lo vedono tutti), nel creare nuovi appartamenti in quello che era l’unico polmone verde del centro paese (il giardino del Nido Traverso).
In quattro anni di questa amministrazione, con le ripetute presentazioni al pubblico del PGT, nessuno della minoranza si è reso conto che questa operazione di bonifica è già stata prevista, attraverso il meccanismo perequativo che comporta la demolizione dell’Ex Vannini, come per altro è già avvenuto per la Tintoria dei Savi e per l’Ex Levoni?
E, se di questo si è resa conto, da un lato cerca di bloccare i lavori di smantellamento delle strutture e il trasferimento dei volumi con denunce in procura e ricorsi al TAR, dall’altro fa interpellanze al comune per la bonifica ambientale.
Ci fa o ci è?
In qualità di sindaco posso affermare che, se la minoranza non si prodigherà affinché questa operazione venga bloccata, è intenzione da parte di questa amministrazione che la demolizione e la bonifica degli edifici interessati possano avvenire durante il periodo di assenza scolastica..
Sarebbe auspicabile da parte dell’opposizione una minore vis polemica ed una più attenta valutazione delle cose.
Relativamente alle richieste fatte posso riferire che:
Essendo il cespite di proprietà privata non sappiamo se è stato censito all’ASL ed iscritto nel PRAL Regionale in base alla Legge Regionale n. 17 del 29/09/2003, iscrizione per altro già dovuta dal 1992 ai sensi dell’art 12 della legge 257 del 1992;
L’Amministrazione, dopo contatti verbali ha inoltrato una raccomandata alla proprietà sollecitando il rispetto della convenzione urbanistica in atto;
L’amministrazione, in ottemperanza alla Legge Reg n.14 del 31 luglio 2012 e dell’art 5 si attiverà di concerto con l’ASL per la bonifica del tetto in Eternit.”
Il sindaco
Il Boss dal vivo
(B. Obama)
Ecco dieci motivi per ricordare con piacere il concerto di Springsteen allo stadio di Padova.
- Innanzitutto la durata del concerto. Non c’è al mondo nessun altro cantante di 64 anni che urla senza interruzioni per tre ore filate e beve mentre suona la chitarra. Insuperabile.
- Il bis mancato. Non sopporto le farse tiramolla in cui il pubblico urla “bis, bis” e il complesso esce e rientra venti volte dalle quinte del palco. Quando è finito, è finito.
- Ovviamente la più classica delle cene da trasferta: panino salsiccia, peperoni e cipolle e birrona ghiacciata. Un must quando si è in attesa davanti ad uno stadio.
- Le foto sui maxi schermo della E-Street Band negli anni ’70 e’80. Danno all’evento quel pizzico di amarcord che insaporisce ancor di più la serata.
- Il noto momento in cui il Boss cambia la chitarra, lanciandola ad un assistente a dieci metri di distanza. Sono sicuro che nel mondo molti fans avranno provato la stessa scena, sfasciando strumenti di ogni tipo.
- I duetti “face to face” con Little Steven, personaggio assai bizzarro. Uno dei miei sogni è girare l’America con Little Steven e Clint Eastwood.
- Guerrino, rumorista allo sbaraglio. È stato scelto dal pubblico e chiamato sul palcoscenico per accompagnare un pezzo del concerto. È chiaro che la notte stessa è morto d’infarto.
- La dolce melodia dell’infante che è salito sul palco e a cappella ha cantato il ritornello di Waitin on a sunny day. Springsteen si è fermato per ascoltare la sua voce. Invero la gag sembrava un po’ preparata, ma di certo il bambino si ricorderà quel momento per tutta la vita.
- Liscio sia il viaggio d’andata che il ritorno. Code a “branchi” solo davanti al camion del patataro che vendeva i suddetti panini.
- Orario ufficiale d’inizio: 20.30. Alle 20.35 uno spettatore urla dal pubblico: “E aora, comincémo? Vecio, ara che semo a Padoa, no a Napoli”. Dopo dieci minuti, Bruce inizia a cantare.
La Venezia del nord
(M. Serra)
Amsterdam, come Stoccolma e San Pietroburgo, come Bamberga e Norimberga e come chissà quante altre città, è detta la “Venezia del nord”. Questo accade ovunque, dove ci siano almeno due canali, un ponte, un campanile e un negozio di calamite. Io preferirei che Venezia fosse detta la “Stoccolma del sud”, ma questo è un altro discorso.
Per muoversi ad Amsterdam è indispensabile la bicicletta. Noleggiarla costa relativamente poco e consente di raggiungere in poco tempo ogni angolo interessante della città. In tre giorni noi abbiamo visto praticamente tutto. Dal giro dei canali al Museo Van Gogh, dal Red Light District al Vondelpark. Bellissimi il quartiere Jordaan, il mercato delle pulci Waterlooplein e Our Lord in the Attic, la chiesa costruita nella soffitta di una casa ai tempi del bando del cristianesimo.
Merita una capatina anche la piccola, si fa per dire, Utrecht. Si visita in mezza giornata ed è ad un tiro di schioppo da Amsterdam.
Insomma… se “Venezia è bella, ma non ci abiterei mai”, ad Amsterdam, e in Olanda in generale, quasi quasi sì.
Voltagabanelli
“Quello stesso demonio furbo e voltagabbana, quel demone che sempre rompe ogni parola data e un giuramento al giorno, colui che la spunta su tutti, su re, mendichi, vecchi, giovani, fanciulle, quel bel signore sorridente e suasivo, l’Interesse; sì, l’Interesse la molla dell’universo.”
(O. Wilde)
Dopo averla candidata alla Presidenza della Repubblica, gesto peraltro azzardato e populista, il vertice del Movimento 5 Stelle ora volta la spalle alla Gabanelli.
Galeotta l’ultima puntata di Report, in cui la giornalista pone grossi dubbi sulla trasparenza della gestione finanziaria del Movimento. A tre mesi dalle elezioni, mentre ancora si discute sugli scontrini dei grillini, permangono forti perplessità sulla rendicontazione dei fondi ricevuti per la campagna elettorale e sui proventi pubblicitari del blog, destinati più che altro all’impresa di Casaleggio. Emerge, forte, il sospetto che dietro il paravento del movimento politico si celi in realtà un marchio dalle uova d’oro, capace di produrre ricchezza esponenziale per pochi intimi. Ciò fa ancor più male, se accade in casa dei paladini della trasparenza e del bene comune.
È evidente che per smitizzare, e forse smascherare, il fenomeno Grillo, occorre evidenziarne i limiti e gli errori lampanti. Questo è quello che dovrebbero fare i buoni giornalisti ed i buoni politici.
Il Pd, invece, applica la strategia opposta. Brandisce la solita arma bulgara dell’epurazione, proponendo un disegno di legge (Finocchiaro – Zanda) che impedirebbe ai movimenti di partecipare alle elezioni. Ma questi non erano gli stessi che ammonivano le leggi ad personam?
Buona forchetta – Le Spighe
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 14 maggio 2013
Chiariamo subito ogni dubbio: alle Spighe si mangia bene, da sempre. È un problema prenotare, ma anche all’ultimo minuto può capitare di intrufolarsi al posto di qualcuno che disdice. Mai demordere.
L’agriturismo infrattato nelle colline di Monzambano è da sempre un ottimo modello di rapporto qualità/prezzo. Il menù varia poco (è da almeno dieci anni che fanno i maccheroncini con fagioli e guanciale), ma la scelta di primi e secondi piatti è abbastanza vasta. Sicuramente irrinunciabile il giro di antipasti della casa, con gras pistà (sempre più difficile da trovare buono) e crostini con salse varie. Servizio molto cortese e ambiente accogliente e curato. Vino della casa senza infamia e senza lode.
Antipasti abbondanti, tris di primi e dolce: 22€.
Voto: 7,5 (anche se mi si è riproposto lo stracotto dei maccheroni fino alla mattina seguente).
Agriturismo “Le Spighe” – strada Tononi, Monzambano (Mn)
XXVIII° Consiglio (29 aprile 2013)
(G. Andreotti)
Nel Consiglio di fine aprile è stato approvato il Rendiconto dell’esercizio finanziario 2012.
Come noto, l’elemento essenziale è che pur mantenendo un avanzo di amministrazione positivo, superiore ai centomila euro (il Comune non è in rosso!) è stato sforato il Patto di Stabilità.
Il Patto di Stabilità è l’accordo che lo Stato Italiano ha assunto con gli altri Stati Europei, in sede comunitaria, in base al quale anche i Comuni devono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale, osservando, di anno in anno, regole sempre più restrittive. Regole che mettono in difficoltà gli stessi Comuni nella realizzazione della programmata attività a favore della cittadinanza. Paradossalmente, per molto tempo il Comune ha avuto i soldi per finanziare nuove opere, ma di fatto, non le ha eseguite poiché successivamente non avrebbe potuto pagarle per rispettare quel limite dettato dal Patto.
È ovvio che questo sistema ottuso restringe l’autonomia del Comune impedendo sia di realizzare nuove opere pubbliche, sia di effettuare interventi di manutenzione straordinaria che le infrastrutture richiedono in maniera sempre più urgente.
Benché non siano ancora note le modalità per rientrare dallo sforamento, certamente ciò comporterà una riduzione dei trasferimenti ordinari da parte dello Stato, il divieto di assunzione di nuovo personale e l’impossibilità di contrarre nuovi mutui (il limite di indebitamento per mutui è già stato comunque pressoché raggiunto).
I motivi principali dello sforamento risiedono nelle mancate entrate, soprattutto per quanto concerne la cessione di volumetrie. Di certo qualche responsabilità da parte dell’Amministrazione c’è. Se non altro per aver male valutato proiezioni e previsioni.
È stato poi ufficializzata l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area “Recupero Porta Sud”. Gli spazi che ospitavano gli edifici dell’ex Tintoria dei Savi, demoliti e bonificati, appartengono ora al Comune che dovrà riconvertirli in spazio pubblico. Una delle ipotesi è quella di approntare lì la nuova area feste. Anche su questo punto, inspiegabilmente la Minoranza si è detta contraria.
Pubblicità occulta
(P. Dusenberry)
Ce ne sono pochi che possono battere la RyanAir in fatto di pubblicità durante il servizio. Forse possono riuscirci le pagine del Mantua Bazar, dove per cercare un’auto usata devi prima leggerti gli annunci di trecento agenzie immobiliari, oppure le puntate di Melaverde, che per capire quanto si stagiona una forma di asiago devi prima imparare i prezzi delle pentole di Cesare Cadeo o la formula del lattice dei materassi di Mastrota.
Nella ricerca dei voli disponibili, da tempo RyanAir utilizza un controllo di sicurezza che impone di digitare manualmente una combinazione di lettere e numeri distorti, di volta in volta suggeriti sullo schermo del pc. Si chiama test Captcha ed è noto in informatica perché serve a determinare se l’utente è un umano. Lo scopo evidente è quello di evitare l’accesso al sito da parte di programmi automatici, che potrebbero generare degli spam.
La Ryan però ha superato se stessa. Non bastasse l’assicurazione, il noleggio auto, la priority, l’hotel e il trolley che cercano di venderti prima di confermare l’acquisto del volo, ora ricorrono anche all’occulto. Le parole random del test Captcha nascondono in realtà dei messaggi allusivi per l’acquisto. E neanche tanto sublimali. Robe de mat.
25 aprile, Festa della Restaurazione
(E. Biagi)
Avremmo dovuto celebrare in serenità la Festa della Liber-Azione, ma di liber-attivo c’è stato ben poco. Su sessanta milioni di italiani, non siamo riusciti a trovarne uno che potesse diventare Presidente della Repubblica. Ritorna dunque “Napo orso capo”, uno sbarbatello della politica, classe 1926. Grande rispetto per Re Giorgio, ma è nato prima del dirigibile Italia, quando il cinema era ancora muto, la penicillina non era stata scoperta e non era stato inventato neppure il transistor. L’altro ieri insomma. Doveva esserci profumo di novità, invece rimane un forte odore di canfora.
Per la Presidenza del Consiglio, personalmente caldeggiavo il ritorno di Andreotti, per fare pendant con tutto il resto dell’arredo. Invece scende in pole position il sempregiovane Enrico Letta,. Finalmente un volto del cambiamento. Più o meno.
Enrico Letta è innanzitutto nipote dell’eminenza grigia Gianni Letta, con il quale oltre a spartire cognome e pranzi di Natale, condivide anche gli incarichi istituzionali. Nel 2006 Gianni cede ad Enrico la carica di Segretario del Consiglio dei Ministri. Nel 2008 Enrico restituisce ancora allo zio Gianni la stessa carica: impieghi di famiglia.
Ma il giovane Enrico è stato anche presidente dei Giovani Democristiani e poi Ministro di altri due personaggi bizzarri, D’Alema e Amato. Appena l’anno scorso Lusi, l’ex tesoriere della Margherita indagato per aver sottratto ingenti somme al PD, sostenne che parte di tali soldi finì proprio in tasca ad Enrico Letta. Illazioni, forse. Ma valeva la pena affidarsi ancora a questi personaggi?
Buon 25 aprile a tutti.
XXVII° Consiglio (15 aprile 2013)
Posted by Giullare in Cose di paese on 21 aprile 2013
Il Consiglio ha discusso e adottato un piano attuativo del PGT. Si tratta dell’area privata (non pubblica) nei pressi di via del Tricolore, oggetto di perequazione per l’abbattimento dell’area ex Tintoria dei Savi, ormai integralmente demolita. Tutti i pareri delle varie istituzioni sulle caratteristiche dell’area sono stati favorevoli, dunque l’osservazione (apparsa anche tar le lettere di Voltapagina) è stata respinta. La Minoranza, che in fase di discussione del PGT non aveva addotto alcuna particolare obiezione al riguardo, si è detta contraria. Delle quattrocento persone che hanno apparentemente firmato l’osservazione, in sala ne era presente solo una. Mi sembra strano che un bisogno della cittadinzna, se è davvero così sentito, non venga minimamente rappresentato nella fase più decisiva del provvedimento. E mi sorgono grossi dubbi sulla raccolta delle firme. Non è che si tratta dell’ennesima polemica politica, finita misermente in vacca?
Nella stessa seduto è stata approvata anche l’altra perequazione dell’ex Tintoria dei Savi, in via Aldo Moro. Qui la Minoranza si è astenuta.