Che il cielo resti azzurro


Ce la siamo meritata. La grande Italia del pallone ha conquistato la quarta Coppa del Mondo. Soddisfazione, gioia… Alle facce commosse dei gli eroi berlinesi fanno da contraltare i caroselli impazziti di tutto il Paese, durati ovunque e per tutta la notte. È l’astinenza da vittoria che ha reso questo successo ancora più immenso.
Battuta prima la Germania ospitante (si fa per dire), poi in finale la Francia di Zizou: non riesco a pensare ad un epilogo migliore. A trent’anni assisto al trionfo mondiale: arriva nel momento migliore. Non troppo giovane per non ricordare, non troppo vecchio per non festeggiare.
L’Italia, tramortita dagli scandali di calciopoli, oggi sembra rinascere. Si parla di un incremento di un punto percentuale del Pil, grazie alla vittoria di Lippi e dei suoi discepoli. È azzurro quel “cielo sopra Berlino” e vogliamo che resti tale. Il vento della vittoria ci ha riportato il sorriso limpido di ventiquattro anni fa, dopo tante, troppo nuvole. Ora i giudici completino questo processo. Spazzino via le ultime nubi che aleggiano sul nostro calcio. Completino l’opera. È tornato l’azzurro, ora deve rimanerci.

  1. #1 by simona at 10 luglio 2006

    un grazie a chi ha costruito la fontana di Volta! indimenticabile il gruppo di 20 persone dentro (ma fuori come dei balconi) mentre cantano l’inno e saltano urlando “chi non salta un francese è”…
    la fontana ha retto
    il semaforo non credo

  2. #2 by Gianluca at 15 luglio 2006

    Alcune precisazioni su due personaggi di questi giorni.

    L’allenatore dell’Italia e il suo capitano.

    MILANO, 28 novembre 2004 – “A Zeman dico che non è giusto criticare un sistema e continuare a farne parte”. “Io dico a Lippi che lo voglio cambiare e farlo diventare pulito”. E’ un botta e risposta che lascia con il fiato sospeso quello che va in onda, al termine della tredicesima giornata di campionato, a Stadio Sprint su Raidue. L’argomento è scottante, attuale, il doping e il processo Juve che ha portato all’assoluzione di Giraudo, amministratore delegato dei bianconeri e alla condanna a 22 mesi di Riccardo Agricola, medico sociale dello stesso club di Torino. Inevitabile lo scontro, duro, secco. Sul ring televisivo, l’ex allenatore della Juve e attuale c.t. della nazionale Marcello Lippi e Zdenek Zeman, il boemo allenatore del Lecce e famoso “accusatore” della Juve e le gambe gonfiate. Arbitro il giornalista Enrico Varriale.
    Parte Zeman: “La Juve dice che ha vinto, ma per me ha perso. Se un medico è condannato per frode sportiva e doping, è una cosa triste per il calcio e per la società in questione”. Ma cosa risponde Zdenek Zeman a Giraudo che ha parlato di uso di creatina e Voltaren da parte di Roma e Lazio, quando le squadre capitoline erano allenate dal boemo? “Giraudo è informato male perché il Voltaren si usa per curare, e non per migliorare le prestazioni” è la risposta piccata del boemo.
    La palla passa a Lippi, dall’altra parte dello schermo: “Non devo essere soddisfatto o amareggiato da una sentenza che prima di tutto non è definitiva, e poi non cambia il mio apprezzamento e la stima che ho per tutte le persone che hanno lavorato con me nella Juve, tecnici, dirigenti e giocatori, alcuni dei quali continuano a giocare e vincere in quel club, e non hanno mai smesso di farlo. Altri, come Di Livio, Torricelli, Ravanelli e Carrera, anche quando sono andati altrove sono sempre stati portati ad esempio per la loro serietà nel lavoro. Ecco perché la mia Juve vinceva: per la stratosferica forza morale che aveva in quel periodo”.
    Zeman storce il muso e puntualizza: “Io non ho discusso le persone però ho sentito dire che Lippi con Guariniello ha parlato di tre grammi di creatina, mentre nel libro che hanno scritto loro (Lippi e Agricola, ndr) e non io, hanno parlato di venti. Quindi si contraddicono da soli”. Lippi non ci sta e risentito contrattacca: “Zeman fa tanto il moralista però molti dei giocatori che hanno lavorato con lui hanno raccontato che lui diceva ‘perché gli altri devono prendere la creatina e noi no? Mica siamo più scemi…’?”. Io l’ho sempre detto – ha ribattuto il boemo -: alla Lazio abbiamo preso tre grammi di creatina al giorno, perché lo facevano anche in Nazionale. Noi lo abbiamo fatto per un mese, ma tre grammi non sono venti. E poi il problema non è la creatina. Ognuno dovrebbe dichiarare ciò che ha fatto. Io l’ho fatto, altri no, eppure sei anni sono un periodo di tempo sufficiente e abbastanza ampio”.
    Nuova entrata di Lippi: “A Zeman dico che non è giusto criticare un sistema e continuare a farne parte”. Pronta la risposta del boemo: “Ma io voglio cambiarlo e farlo diventare più pulito”. Finisce così, con Lippi che contrariato saluta e Zeman che giura: “Se lo incontro non ho problemi a dargli la mano”.

    Cannavaro

    La prima domanda coglie tutti di sorpresa: “Pensa sempre che la Germania resti una delle favorite per la vittoria della Coppa del mondo?”. Fabio Cannavaro sorride e replica con una battuta rivolta alla platea di giornalisti che affolla l’aula magna di Coverciano: “Lui mi sa che vive fuori dall’Italia”. Archiviata infatti la dichiarazione di rito al giornalista tedesco, il capitano della Nazionale è costretto a rispondere a una raffica di quesiti su questioni decisamente meno banali. Una chiacchierata di mezz’ora per difendere la Juve e il suo ex direttore generale Luciano Moggi.

    “Non credo gli ultimi due anni siano da cancellare, gli ultimi due scudetti vinti li sento come miei, sento di averli vinti sul campo, penso che il sistema emerso con le intercettazioni riguardasse tutti, tutto il nostro calcio. Solo il telefono di Moggi era sotto controllo. Non sono state intercettate tutte le società, non tutti i club erano sotto controllo”.

    E’ rimasto sorpreso che dalle interecettazione non risulti nessuna telefonata tra Moggi e Galliani,malgrado i rapporti stretti che esistevano tra Juve e Milan?

    “Non conosco i loro rapporti, non so quale confidenza ci fosse. Mi stupisce di non trovare tante telefonate, non solo quelle di Galliani. Moggi aveva tanti amici. Questa situazione non è una questione limitata ai dirigenti della Juve, era il sistema del calcio italiano ad andare in questo modo”.

    Ma in due anni di Juve non aveva mai avuto sentore di quali fossero i metodi di Moggi?

    “Quello che ho visto è che c’era sicuramente tanta gente intorno alla Juventus. Erano tutti amici del nostro direttore, erano tutti contenti. Moggi sapeva gestire tanti calciatori, faceva bene tante cose, tutti sapevano della sua potenza. Prima aveva tanti amici, riceveva oltre 400 telefonate al giorno, ora molta gente non chiama più, questo dispiace”.

    (24 maggio 2006)

  3. #3 by Gianluca at 17 luglio 2006

    Il calcio surreale che verrà

    Beppe Severgnini,

    Immaginate un giovane sceneggiatore che, tre mesi fa, si fosse presentato a un produttore di Hollywood con questo soggetto: “Alla vigilia dei Mondiali si scopre che il calcio italiano è in mano a tipi poco raccomandabili, ma la Nazionale si batte e vince con onore. Tornata a Roma, viene portata in trionfo da un milione di persone, com’è uso in città dopo ogni vittoria sui Galli e le tribù germaniche. Mentre il condottiero si dà alla pesca, gli eroi devono decidere: lasciare le squadre in disgrazia o giocare contro l’Albino Leffe?” Dopo essersi fatto spiegare dov’è Leffe, il produttore avrebbe detto: “Troppa fantasia, ragazzo. Torna con qualcosa di più realistico, tipo ‘Il Signore degli Anelli'”.

    Mi rendo conto che molti di voi, oggi, non sono dell’umore giusto per vedere il lato surreale di Moggiopoli e conseguente stangata. Ma dico: provateci. Al di là delle durezze (povera Fiorentina!) e del fatto che i tifosi sono gli unici a pagare (come al solito), c’è un aspetto grottesco in quanto sta accadendo. Non parliamo delle dichiarazioni dei soliti noti – fateci caso: dietro ogni perdonista c’è un interesse, una città, un elettorato – ma della situazione che s’è venuta a creare, in attesa del giudizio di secondo grado (da cui, comunque, non è lecito aspettarci novità radicali).

    Per cominciare: senza accorgerci, abbiamo inventato la doppia serie A. Nella A tradizionale giocheranno, tra gli altri, Inter, Milan, Roma, Sampdoria, Torino, Palermo, Parma. Nella A 2 – finora conosciuta come serie B – Juve, Fiorentina, Lazio, Napoli, Bari, Bologna, Verona. Come popolazione, come tifosi e come palmares, ci siamo. Come stadi e organizzazione, un po’ meno: i sostenitori dei mitico Frosinone dovranno condividere i posti allo stadio con i tifosi ospiti (slogan: “Prendi in braccio il tuo avversario!”).

    Avremo un campionato stereo a 42 squadre: e poi dicono che non siamo originali. Se avete dubbi sulla confusione che s’annuncia, chiedete a bruciapelo al vicino d’ombrellone: “Dica un po’, lei: dove giocherà il Treviso quest’anno?” Se non è di Treviso, il malcapitato avrà un attimo d’incertezza. Non parliamo delle Coppe europee: se qualcuno ha capito perché il Milan giocherà in UEFA nonostante i 44 punti di penalizzazione, lo spieghi ai tifosi dell’Empoli, che ora scoprono come una licenza non serva solo per andare a pescare.

    Grossi sconvolgimenti anche nei palinsesti televisivi. Chi pensava che i programmi sportivi fossero troppo lunghi, si rassegni: raddoppieranno. La serie A2 (o B, se siete tradizionalisti) verrà seguita come la serie A: a un certo punto del campionato, Rimini-Triestina potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti della Juve o della Lazio, e state tranquilli che qualcuno ne parlerà. La “Domenica Sportiva” cambierà nome, e farà una non-stop fino al lunedì mattina, servendo il cappuccino agli ospiti. La bionica Ilaria D’Amico, che ho visto all’opera durante i Mondiali, porterà la camicia da notte in studio, e si addormenterà nelle braccia di Giorgio Porrà.

    Che annata ci aspetta, signori. Uno spettacolo esilarante e malinconico, come nella grande tradizione del circo italiano. Servirebbe qualcuno che ogni settimana commentasse gli avvenimenti con sufficiente distacco. L’uomo giusto potrebbe essere Fabio Capello, il cui sprint da Torino a Madrid non ha nulla da invidiare a quello di Del Piero contro la Germania. Don Fabio ci racconti come appare il calcio italiano visto da lontano. Da vicino lo vediamo anche noi, e ci viene un po’ da ridere e un po’ da piangere.

    Dal Corriere della Sera

  4. #4 by Gianluca at 22 luglio 2006

    COMPITO A CASA: RICERCA SULLA FRANCIA

    GEOGRAFIA:

    La Francia confina a nord con il Mare del Nord ed il Belgio, ad ovest con l’Oceano Atlantico, a Sud con il Mar Mediterraneo e la Spagna, a est con la Svizzera, la Germania, il Lussemburgo e con i CAMPIONI DEL MONDO.
    Per pochi chilometri non ospita nel suo territorio la più alta cima d’Europa, il Monte Bianco, che si trova in Italia. (per quanto loro dicano il contrario!)

    STORIA:

    Può vantare uno dei più grandi condottieri della storia, Napoleone… che era italiano. Per il resto è famosa per aver bombardato un paio di atolli.

    PRODUZIONE E IMPIEGHI:

    La Francia è famosa per:

    1) la Gioconda… che è italiana
    2) ospitare la Bellucci… che è italiana

    E’ inoltre rinomata per i formaggi, secondi solo a quelli italiani, il vino, la cui produzione è seconda solo a quella italiana e la moda, la quale cede il passo solo a quella italiana.

    SPORT:

    Nel basket vanta un 3° posto all’ultimo Europeo a distanza di 52 anni dall’ultimo podio.
    Nella pallavolo vanta un paio di podi minori.
    Nel ciclismo non ha più un atleta decente dai tempi di Jalabert.
    L’unico tennista serio che può vantare… è donna.
    Sono molto fieri della loro Nazionale di Calcio che è composta tra l’altro da:
    a) Zidane… che è algerino
    b) Thuram… che è di Guadalupe
    c) Trezeguet… che è argentino
    d) Boumsong… che è camerunense
    e) Vieira… che è senegalese
    f) Makelele… che è congolese
    g) Malouda… che è guyanese

    CIBO:

    Mangiano rane ma ultimamente stanno andando ancora un pò più in là, ingoiando dei bei rospi.

(non verrà pubblicata)

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