Il Grande Bordello


Dalle colonne della Gazzetta di Mantova il sindaco di Volta annunzia la volontà della sua Giunta di installare alcune telecamere nelle zone nevralgiche del nostro comune. D’altro canto i furti massivi dei giorni scorsi sembrerebbero supportare l’avvento del Grande Fratello.
Parlandone stamani con Gianluca, sono sempre più convinto che si tratti invece di una mossa sbagliata.
Il provvedimento segue i furti di via Roma della scorsa settimana per una pura casualità. Si evince pertanto che l’intenzione delle Giunta prescinde dagli ultimi accadimenti, peraltro appartenuti ad una via diversa dalle zone di collocamento prospettato. Ma al di là dell’ubicazione, le telecamere non risolvono il nocciolo del problema. Forse verrà limitato qualche atto vandalico (ma quale atto vandalico poi? Una scritta sul muro o il danneggiamento di una fioriera?), però non possiamo credere che diminuiranno i furti. I ladri forse si inibiranno in tutto il resto del paese che non sia la piazza centrale o i giardini pubblici? In ogni caso il prezzo da pagare sarebbe troppo alto: dovremmo offrire il dazio della circoscrizione della libertà individuale. Barcolla il ragionamento “se uno non ha nulla da nascondere, non prova nessun fastidio davanti alla telecamera”. È vero, il cittadino rispettoso non cambierà il suo comportamento, ma non è necessario delinquere per sentirsi a disagio. Muoversi o parlare con persone sapendo di essere osservati, ci condizionerebbe. E soprattutto, dove si potrà arrivare? Questo è la vera domanda da porre. L’idea di avere telecamere ovunque è tutt’altro che paradossale. Appare invece come un naturale epilogo, di quella che può sembrare una scelta indolore. Iniziare a pensare al Grande Fratello significa prendere una rotta chiara e definita. Difficile ipotizzare che si possa tornare indietro: la mano (o l’occhio) dell’istituzione non potrà che essere sempre più presente ed invasiva. Se questo è il metodo di risoluzione… ad estremi mali, estremi rimedi. Avrei capito la proposta di intensificare le ronde delle forze dell’ordine, ma spiare tutti e comunque è ben’altra cosa.
Ai favorevoli chiedo se questa mossa non abbia piuttosto il sapore amaro della demagogia. La ratio del provvedimento appare disarmante nella sua banalità ed equivoca nella sua semplicità: di fronte ad un problema, ad una società preoccupata per l’incalzare degli episodi criminali, occorre dare l’impressione di fare qualcosa; allora disponiamo le telecamere, facendo credere che si tratti di una tutela delle istituzioni al cittadino; in questo modo il cittadino penserà che non si potranno più commettere crimini; lo stesso cittadino plauderà le istituzioni, indipendentemente dall’effettivo risultato raggiunto. Ma è un ragionamento capzioso, scollegato nei rapporti di causa – effetto.

  1. #1 by Erica at 28 novembre 2006

    Pazzesco! Le contraddizioni della nostra società!

    Ieri sera sono stata alla riunione all’Asilo Nido di mio figlio per la presentazione della programmazione educativo-didattica.
    Tra le tante cose interessanti, che le competenti educatrici ci hanno spiegato, sono state riportate alcune comunicazioni di servizio. Una di queste, che ha destato parecchio stupore, riguarda l’eliminazione del cosiddetto “librone”.
    Per motivi di privacy, il libro sul quale vengono riportate alcune informazioni quali se il bambino ha mangiato, se mancano i pannolini…, non è più visionabile al pubblico, ossia ai genitori, perché, dal momento che è possibile leggere queste cose riferite a tutti i bambini, nel rispetto e nella tutela della privacy, è stato tolto.
    Preciso che questa decisione non è stata presa nell’ambito della scuola di mio figlio ma dalla circoscrizione di cui la scuola fa parte. Quindi, in sostanza, è una norma a livello nazionale.

    Ora, da un lato lo Stato si preoccupa di tutelare, in modo a volte assurdo, la libertà del cittadino, dall’altro ci spia in continuazione. Oltre ai satelliti che ci girano sulla testa, alle intercettazioni telefoniche, adesso anche le telecamere piazzate ovunque: fuori e dentro gli Istituti di credito, sulle strade, sulle piazze, ai semafori…
    E’ vero che le informazioni raccolte con questi mezzi dovrebbero essere accessibili solo a pochi, ma è anche vero, a mio avviso, che la presenza così invasiva da parte delle Istituzioni limita la libertà personale.

    Mi chiedo, ma non è tutto un’enorme contraddizione?

(non verrà pubblicata)

  1. Ancora nessun trackback