Successione legittima


Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno

(F. De Gregori – Generale)

Questa idea dei ministeri al nord è davvero bizzarra.

L’eventuale trasferimento delle strutture da un luogo ad un altro non realizza nuovi posti di lavoro. I nuovi assunti di Varese o di Usmate Velate (si fa per dire), prenderebbero il posto di quelli di Roma, dunque non sarebbero “nuovi posti di lavoro”. Ma tale scelta non rende neppure più efficiente il sistema, perché non ci crede nessuno che le eventuali istituzioni dismesse nella capitale verrebbero smantellate in toto: dove li mettiamo i funzionari rimasti senza Ministero? E non regge nemmeno l’idea dei distaccamenti: cui prodest?

E allora bisogna interrogarsi sulla vera ratio di tale presa di posizione. Ovviamente la scelta è ideologica, dettata però da un populismo da bettola del pellegrino, che mal si concilia con l’idealismo. Non credo affatto che gli elettori leghisti sentano questo bisogno insaziabile di avere un Ministero a Monza. Non penso nemmeno che questo argomento interessi loro più di tanto, perché le vere esigenze dei Padanians sono ben altre.

È questo un segnale indicativo dello  scollamento tra il leader e la sua base. Non capire che una battaglia non interessa ai propri soldati è un limite grave per un generale in forma. Ma Bossi da tempo non è più lo stesso. La bocca storta e la voce incerta della sua precaria condizione di salute contrastano stridentemente col mito virile del celodurismo celtico. A Pontida, anziché chiedere la “secessione”, avrebbero dovuto chiedere legittimamente la “successione”.

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