Latte alla ginocchia


“È ora di finirsela di piangere sul latte macchiato
e di fare quella politica…”

(P. Cevoli)

Gli allevatori e i contadini sono una razza strana. Gente schietta, con un senso pratico e un cervello veramente “fino”. Genuini, e depositari delle cose semplici. Ma per via di attaccamento ai soldi… sono una roba brutta. Sempre lì a piangere miseria e poi girano con dei Jonh Deere che sembrano ville in Val Gardena. Diciamo che, loro malgrado, non sempre risultano simpatici.

Nei giorni scorsi, ad esempio, è emerso l’ennesimo conto da pagare per le quote latte. Robe da matti.

Un po’ di storia. Nel 1983, per paura che un’eccessiva produzione determini il crollo dei prezzi del latte, la Commissione Europea stabilisce delle quote nazionali e delle multe per gli inadempienti. Gli Scandinavi sono subito ligi e prima di mungere una vacca, telefonano al commercialista. In Italia, quasi chiunque sfora il patto e dopo dieci anni l’ammontare delle multe è di due miliardi di euro. È l’inizio della fine e l’Europa è già parzialmente cremata.

Nel 1996 giro di vite (o di vitello). Il Governo propone una specie di sanatoria: il conto del latte l’avrebbe pagato lo Stato, cioè anche i “non allevatori” (impiegati, operai, casalinghe… che in effetti il latte lo bevono), ma da quel momento in poi si sarebbe fatto sul serio e gli allevatori birichini avrebbero pagato di tasca propria. Niente da fare. Pantalone continua a fare credito a tutti: moltissimi allevatori perpetrano nello sforamento delle quote e lo stato paga il conto all’Europa.

Nei giorni scorsi la Corte dei Conti quantifica che dal 1996 al 2010 le multe ammontino ad altri due miliardi e mezzo di euro. Totale: quattro miliardi e mezzo. Soldi che gli allevatori disubbidienti avrebbero dovuto restituire alla collettività, e invece…

Ma oltre ai soldi delle multe pagate all’UE, nel tempo si susseguono sperperi burocratici per gestire ricorsi amministrativi, agenzie di riscossione, procedure di verifica e normative per le proroghe. Il latte non finisce in un caseificio, ma in un casino. È l’anarchia totale.

Nel 2009, ci pensa il Ministro dell’Agricoltura Zaia a mettere ordine, risolvendo il problema alla radice. Priva Equitalia del potere di riscossione e gli allevatori, immersi nel latte fino al collo, applaudono.

E qui che il debito diventa a lunga conservazione.

Latte versato per protesta

Latte versato per protesta

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