A PARER MIO – Fiat lux


Spese pazze dell’Amministrazione. O forse no.

È notte fonda sulle notizie relative ai lussi che ornerebbero la reggia comunale. Si narra di cene luculliane con l’ambasciatore del Sudafrica, di mastodontici abeti della Lapponia per decorare le strade nel periodo natalizio, di sfarzose lastre di alabastro per tappare le buche di Piazza XX Settembre. Ma soprattutto si grida allo scandalo per il favoloso lampadario da migliaia di euro, acquistato dalla Giunta comunale per abbellire le stanze dei bottoni di Palazzo Cavriani. Le leggende raccontano di un lampadario dalle fattezze mitologiche, metà uomo e metà abat-jour. Vetro di Murano, un metro e mezzo di diametro, ghirigori a profusione: si vocifera che sia addirittura lui ad illuminare le Fosse. Bello, bellissimo. Ma il costo? Quasi diecimila euro: una follia, di questi tempi.

Forse è il caso illuminare un po’ le tenebre. Nel 2010 l’Amministrazione ha presentato alla Regione un piano di restauro completo per la sala delle Forze di Ercole. Il piano prevedeva la riscoperta dei meravigliosi affreschi cinquecenteschi, l’abbattimento dell’abominevole tramezza novecentesca, la ricostruzione della pavimentazione ed il ripristino del soffitto a cassettoni del ‘500. Un progetto d’intervento di 110.000 euro,  finanziato per metà dalla Regione stessa, per 30.000 euro dalla Fondazione Cariverona, per 10.000 euro dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana e per la rimanenza (circa 10.000 euro) dal Comune stesso. Un progetto esclusivo, per ridare alla comunità voltese, e agli ardimentosi turisti, una tassello straordinario della storia gonzaghesca.

Oggi il restauro è stato ultimato: la sala ha recuperato il suo splendore originario ed ora ad illuminare le tinte pastello di quegli affreschi, antichi di cinquecento anni, c’è un degno lampadario. Nel buio d’informazione che si è creato, occorreva fare un po’ di luce. E luce sia.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.48)

  1. #1 by paolo olivari at 28 dicembre 2013

    Solo un appunto che non vuole togliere nulla al tuo editoriale, né diminuirne la lucidità… L’argomento è ancora molto dibattuto, ma frasi tipo “recuperato l’antico splendore” o “condizione originaria” sono poco apprezzate nell’ambito del restauro. Derivano da un uso/abuso in ambito giornalistico che si è poi consolidato nel pensiero comune. Allo stesso termine “restauro” si preferisce il termine “conservazione”. Oggi si cerca di non restaurare più, ma di conservare la storia, lo stratificarsi della stessa sull’edificio, sulla statua e sui dipinti. Non si cerca più di ritornare ad un presunto stato originario, ma di eliminare le cause di degrado, lasciando inalterati gli effetti che il tempo ha prodotto. Un’operazione come abbiamo fatto noi sulla nostra amata vespa, in ambito di restauro non sarebbe molto condivisa.

  2. #2 by Giullare at 29 dicembre 2013

    Ok, ho capito

(non verrà pubblicata)

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