Se giochiamo a bandiera svizzera


“Sono un ateo teologico esistenziale.
Credo nell’esistenza dell’Universo con l’eccezione di qualche cantone svizzero”.

(W. Allen – Il dormiglione)

 

Insomma in Svizzera è passato il referendum per i “tetti massimi annuali e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un’attività lucrativa”. È il tanto invocato blocco all’immigrazione di massa.

Per i lombardi il gioco potrebbe farsi duroe. L’ipotesi di limitazione tocca infatti i 65.000 frontalieri italiani che ogni giorno lasciano il Belpaese per raggiungere i posti di lavoro in Svizzera. Tocca un po’ anche i loro comuni di provenienza, attualmente ricompensati profumatamente dalla Confederazione Elvetica, per il semplice fatto che i lavoratori pagano le tasse in Svizzera ma godono dei servizi in Italia.

Spiace un po’ a tutti, insomma, ma non è questo il problema. In fondo ogni legge ha i suoi martiri: quelli che hanno dovuto prorogare la pensione mentre stavano già stappando lo spumante, quelli che per guidare la moto hanno dovuto fare anche la patente A, perché con la B che avevano in tasca ci potevano guidare appena appena l’auto.

Il vero problema è che tutto l’impianto di Schengen vacilla proprio nel cuore dell’Europa: un’aritmia cardiaca che potrebbe essere sintomo di una patologia ben più grave. Entro tre anni il governo svizzero dovrà rinegoziare gli accordi bilaterali con l’Unione Europea.

Ogni nord ha il suo sud. Intanto la Lega, che aveva inizialmente storto il naso per il grave affronto svizzero, cavalca l’onda emozionale. “Presto un referendum anche in Italia” è  il sintetico twitt del segretario Salvini. Vedremo se chi l’ha duro, la vince.

Topos

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