XXXX° Consiglio (17 marzo 2014)


“La mancanza di pensiero −
l’incurante superficialità o la confusione senza speranza
o la ripetizione compiacente di «verità» diventate vuote e trite −
mi sembra tra le principali caratteristiche del nostro tempo”.

(H. Arendt, La condizione umana)

La seduta, con nove voti favorevoli ed un astenuto, ha decretato l’accertamento definitivo della causa di incompatibilità per i consiglieri di Minoranza.

È stata letta la controdeduzione presentata dall’Opposizione, in cui si sostiene che le presunte espressioni diffamatorie rientrino nell’esercizio delle funzioni del mandato consiliare. La lettura di due pareri legali però non concorda con questa tesi. Gli avvocati interpellati sostengono di fatto che la presunta diffamazione non possa mai rientrare nell’esercizio delle funzioni di consigliere.

Io non ho alcun titolo per trattare argomenti così complessi, ma da quel poco che ho letto, la giurisprudenza distingue il diritto di cronaca e di critica dalla diffamazione, richiedendo che i fatti narrati o criticati corrispondano a verità e che vengano esposti in modo corretto e sereno.

La questione, non fosse altro che per il fatto che coinvolge singole persone, è troppo delicata per essere banalizzata. Mi dispiace che qualcuno si sia lanciato nell’interpretazione del pensiero, commentando i sentimenti dei singoli consiglieri sui social network. Ma ci sta, è un processo alle intenzioni che rientra nel gioco delle parti. Dispiace ancor di più che si evochi il complotto ad escludendum, senza neppure considerare che forse proprio per merito di qualcuno questo provvedimento è stato deciso solo a fine mandato, quando sono praticamente esaurite le sedute del Consiglio.

  1. #1 by Doriana at 26 marzo 2014

    Credo che se quanto detto dalla minoranza sarà giudicato diffamatorio ne risponderanno i consiglieri civilmente. Politicamente trovo che far decadere un consigliere su una causa instaurata su dichiarazioni , anche se diffamanti , non sia accettabile.

(non verrà pubblicata)

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