Buona forchetta – Al Ponte

Sui fasti dell’ex Bersagliere, la proprietà sta cercando di ridare lustro e clientela allo storico locale di Goito, adiacente al Ponte della Vittoria. Non a caso uso il termine “adiacente”, dal latino ad-iacere, cioè “giacere accanto”. Per anni ho avuto infatti l’idea che il ristorante Bersagliere “giacesse” esanime in attesa di una fine definitiva.

Oggi il ristorante è elegante ed i muri storici in cui si trova gli donano inevitabilmente fascino e raffinatezza. Ambiente caldo, ma acustica pessima: nella prima sala il brusio di sottofondo diventa un fastidioso chiasso.

Il servizio, sempre gentile, cerca anche di essere accurato. Non sempre ci riesce: ci avevano riservato un tavolo, ma erroneamente l’hanno assegnato alla coppia senza prenotazione entrata insieme noi. Nulla di male, se non fosse che dall’equivoco ne è nato un grossolano conciliabolo tra le cameriere, poco interessante per il cliente in attesa di sedersi.

Si mangia bene. I piatti seguono un po’ la stagionalità delle materie prime e gli ingredienti sembrano di qualità. Ottimi i ravioli con il fagiano e anche quelli con la rapa rossa e la scamorza. Carta dei vini abbastanza assortita. Sconforta il fatto che l’unico vino rosso sfuso sia il lambrusco. Carrello dei dolci deludente.

Per la qualità meriterebbe certamente un voto alto, ma i prezzi sono ancora un po’ elevati. Tanto per dire, mi pare 13 euro per una piccola burrata con qualche fetta di prosciutto crudo. In due abbiamo preso un antipasto, due primi, un secondo, un dolce, un bicchiere di vino e un caffè: 34 euro a testa.

Voto: 6/7

Locanda al Ponte, s.s. Goitese 258 – Goito (Mn)

Nessun commento

Banana Republic

Agnelli ha detto che non siamo nella repubblica delle banane,
però qualche banana in Italia c’è perché avvengono cose veramente singolari

(I. Montanelli, 5 maggio 2001)

Se mi avessero chiesto di pensare a qualche nazione dove la legge elettorale è incostituzionale e dove le elezioni regionali vengono annullate dal tribunale, mi sarebbe venuta in mente qualche repubblica centrafricana, il Congo, la Liberia o il Gabon. Oppure qualche dittatura sudamericana, di quelle coi generali in divisa e i mucchi di banconote che passano di mano in mano.

Invece la Repubblica di Bananas è a casa nostra, nell’Italia democratica, dove si pretende di fare lezione agli altri. Votiamo senza scegliere i rappresentanti e contro la nostra stessa Costituzione, a volte anche raccogliendo firme false. Roba leggera,  che se accadesse in Africa vedrebbe partire gli osservatori dell’Onu per presidiare le elezioni.

banana

Nessun commento

Cum grano Salis…burgo

“Salisburgo… Un fiume di ricordi che straripa.
Un libro dal passato troppo denso di avvenimenti.
Un quadro che trabocca dalla cornice e la spezza”

(M. Wallmann)

Salisburgo rientra nella serie “posti dove puoi andare, quando non sai dove andare”. È una meta relativamente vicina e costituisce un ottimo punto di riferimento per una breve vacanza. La città, famosa per Mozart e per le sue palle, è tutt’altro che pallosa e merita decisamente il viaggio. Oltre al centro cittadino, alla fortezza e al castello Hellbrunn, è consigliabile anche una visita ad una delle diverse miniere di sale dei dintorni.

L’irrinunciabile specialità locale street food è il bosna, che ho scoperto essere menzionato anche da wikipedia. Si tratta di un panino contenente due bratwurst, cipolle, senape e curry in polvere: das Ende der Welt.

 

La città vecchia

La città vecchia

 

L'austriaco medio

L’austriaco medio

 

Innsbruck, sulla via del ritorno

Innsbruck, sulla via del ritorno

Nessun commento

Su col(la) morale!

Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”.
(Platone, Apologia di Socrate)

Leggo in rete i commenti sbrodolanti sulla vicenda di Caterina Simonsen, la venticinquenne affetta da quattro diverse malattie genetiche che ringrazia pubblicamente la sperimentazione animale, meritevole di averle permesso di vivere sino ad ora. Su facebook le hanno augurato la morte, perché causare sofferenze agli animali è ingiusto e moralmente inaccettabile. Forse è vero.

Ovviamente non sono un ricercatore e non posso sapere quanto sia “vitale”, o quanto sia irrinunciabile la sperimentazione animale. Non so dire se esistano delle alternative efficaci ed immediate, né se gli stessi risultati della medicina contemporanea si sarebbero potuti raggiungere percorrendo altre strade, magari eticamente più condivisibili.

A chi però propina la morale sui diritti degli animali, voglio dire una cosa. Se vi capitasse di essere seriamente malati, o se capitasse ad un vostro stretto familiare di esserlo, non ci sarebbe più nessuna morale. Il sacrificio di un animale per la salvezza vostra o di vostro figlio vi sembrerebbe un’irrisoria quisquiglia. Pur di vedere la guarigione preghereste in qualsiasi lingua e sacrifichereste topi, cani, gatti e orsi marsicani per salvare voi e la vostra famiglia. Se servisse, probabilmente paghereste anche gli umani per testare le cure che potrebbero darvi una speranza.

E allora, se la morale funziona solo in certe circostanze non è più una morale. È semplice ipocrisia.

 

Dal priflo fb di Caterina Simonsen

Dal priflo fb di Caterina Simonsen

1 commento

A PARER MIO – Fiat lux

Spese pazze dell’Amministrazione. O forse no.

È notte fonda sulle notizie relative ai lussi che ornerebbero la reggia comunale. Si narra di cene luculliane con l’ambasciatore del Sudafrica, di mastodontici abeti della Lapponia per decorare le strade nel periodo natalizio, di sfarzose lastre di alabastro per tappare le buche di Piazza XX Settembre. Ma soprattutto si grida allo scandalo per il favoloso lampadario da migliaia di euro, acquistato dalla Giunta comunale per abbellire le stanze dei bottoni di Palazzo Cavriani. Le leggende raccontano di un lampadario dalle fattezze mitologiche, metà uomo e metà abat-jour. Vetro di Murano, un metro e mezzo di diametro, ghirigori a profusione: si vocifera che sia addirittura lui ad illuminare le Fosse. Bello, bellissimo. Ma il costo? Quasi diecimila euro: una follia, di questi tempi.

Forse è il caso illuminare un po’ le tenebre. Nel 2010 l’Amministrazione ha presentato alla Regione un piano di restauro completo per la sala delle Forze di Ercole. Il piano prevedeva la riscoperta dei meravigliosi affreschi cinquecenteschi, l’abbattimento dell’abominevole tramezza novecentesca, la ricostruzione della pavimentazione ed il ripristino del soffitto a cassettoni del ‘500. Un progetto d’intervento di 110.000 euro,  finanziato per metà dalla Regione stessa, per 30.000 euro dalla Fondazione Cariverona, per 10.000 euro dalla Fondazione Banca Agricola Mantovana e per la rimanenza (circa 10.000 euro) dal Comune stesso. Un progetto esclusivo, per ridare alla comunità voltese, e agli ardimentosi turisti, una tassello straordinario della storia gonzaghesca.

Oggi il restauro è stato ultimato: la sala ha recuperato il suo splendore originario ed ora ad illuminare le tinte pastello di quegli affreschi, antichi di cinquecento anni, c’è un degno lampadario. Nel buio d’informazione che si è creato, occorreva fare un po’ di luce. E luce sia.

(Editoriale pubblicato su Voltapagina n.48)

2 Commenti

XXXV° Consiglio (12 dicembre 2013)

È stata approvata la variante n.1 al PGT. Sono state cioè approvate o respinte le varie osservazioni presentate dai cittadini. Si tratta di circa una trentina di richieste (si va dalla riclassificazione del terreno agricolo alla domanda di sanatoria per abusi edilizi) che l’Amministrazione ha analizzato e portato in Consiglio per la risposta definitiva.

Un cittadino presente alla seduta si è meravigliato dell’accordo tra i Consiglieri di Maggioranza nel respingere o approvare i singoli punti. Solitamente le osservazioni e le richieste di modifica al Piano vengono discusse dalla Giunta, che insieme ai consiglieri di Maggioranza decide che risposta portare in Consiglio. Nulla di strano dunque se tutta la Maggioranza concorda con le proposte di voto. Anzi, risulterebbe strano e contraddittorio se fosse il contrario.

Il dibattito dovrebbe piuttosto tenersi con l’Opposizione, organo predisposto a confutare o discutere le proposte presentate dalla Maggioranza. In barba allo spirito democratico, invece, la Minoranza ha scelto polemicamente di andarsene. Queste scenette accadono sempre quando c’è un po’ di pubblico. Peccato.

Nessun commento

Alla forca

“C’è chi, come prezzo del proprio misfatto, ebbe la forca, chi la corona”.

(D. G. Giovenale – Satire)

È ora “di basta”, siamo tutti d’accordo. Ma a me questi dei forconi non mi convincono mica tanto. Una protesta, per dirsi credibile, può essere così vaga, così disorganizzata, così demagogica e squinternata? Per essere attendibili si può essere così disordinati e così cialtroni? Contadini, allevatori, commercianti, imprenditori, studenti, pensionati, disoccupati, financo gli ultras. Sono di tutti e di più, mancano solo i giocatori di curling e i collezionisti di campane tibetane.

Non c’è un leader, un rappresentante indiscusso, né un programma o un obiettivo chiaro e concreto. Di solito si sciopera e si reagisce contro un provvedimento, contro una legge. C’è sempre un casus belli che fa traboccare il vaso, qui no. Nelle interviste protestano genericamente “per il bene dell’Italia”, che vuol dire tutto e niente. L’obiettivo della mobilitazione è “mandarli a casa tutti”, come se uno sciopero ad oltranza potesse produrre le dimissioni in massa del Parlamento. C’è chi sostiene l’uscita dall’euro, chi propone la creazione, accanto all’euro, di una moneta locale complementare, chi chiede un referendum.

Il malcontento è limpido e condivisibile, ma la proposta ed il programma latitano. O forse è la disperazione sterminata che offusca la ragione.

Nessun dubbio sulla buonafede dei partecipanti, ma molte perplessità sulla regia dietro le quinte. In Sicilia il movimento dei forconi si rivelò il paravento dei racket mafiosi. Ora la scia che si è creata appare ancor più fumosa. Vedremo se quella di questi giorni è solo nebbia.

Nessun commento

Buona forchetta – La Stella

Ci si deve andare apposta, anche perché tra le nebbie di Soave non ci si capita mai per caso. Ristorante con tutti i crismi, ben curato e ben fornito, un po’ troppo seguace della setta masterchef. Il servizio è attento, ma ti chiedono venti volte se “va tutto bene” e anche al cuoco/proprietario piace mostrarsi in sala con il cappello rigonfio ed il grembiulino lindo. Insomma, tanta attenzione per la forma, che però non pregiudica la sostanza. Le materie prime sono di qualità. C’è la cucina mantovana, ma i piatti difficilmente risultano banali: ricette con lepre, luccio, pesce gatto, tinca, che non si trovano proprio dappertutto. Ottimi i ravioli ai carciofi. La specialità è la carne di black angus australiano (certificata, a quanto pare) servita sulla pietra ollare, ma personalmente l’ho trovata piuttosto ordinaria. Buona lista dei vini, seppur non eccelsa. Primo e secondo: 25 euro.

Voto: 7

Trattoria La Stella – Via della Libertà 129, Soave di Porto Mantovano (Mn)

Nessun commento

XXXIV° Consiglio (28 novembre 2013)

Il Consiglio ha approvato la rideterminazione dell’IMU sulle aree ricomprese nell’edificabilità degli atterraggi relativi alle perequazioni: prima non erano assoggettate, ora sì.

Nell’ambito dell’assestamento di bilancio, c’è stata qualche polemica sui mancati introiti dell’impianto fotovoltaico, dovuti ai guasti ed al maltempo (meno sole degli anni precedenti).

È stato approvato il Piano del diritto allo studio  per l’annata 2013-2014. Ricalca le linee del precedente e prevede che rimangano invariate le rette per mensa e trasporti. Gli iscritti al servizio pedibus sono saliti a 75. La Minoranza ha espresso voto contrario (?!!?), per le vicende relative alla sezione della Scuola dell’Infanzia, costituita in extremis dopo mille difficoltà. È chiaro che si tratta di una polemica strumentale, che ha poco a che fare con il merito del Piano allo studio.

Non essendo giunta nessuna osservazione dai cittadini ed avendo ottenuto parere favorevole da parte di tutti gli enti preposti, è stato approvato definitivamente il Piano attuativo della lottizzazione di via Mazzolari, senza obiezioni da parte dell’opposizione (!!).

Nessun commento

Buona la prima… meno la seconda

“La cancellazione dell’Imu per il 2013 è una decisione già presa e non si torna indietro”

(G. Letta, 7 novembre 2013)

Nei comuni dove nel 2013 sono aumentate le aliquote IMU, lo Stato pagherà solo il 60% dell’extragettito atteso: l’altro 40% dell’incremento sarà pagato dai cittadini.

Sono 2400 i comuni italiani che nel 2013 hanno aumentato le percentuali d’imposta rispetto all’anno precedente. Forse pochi sanno che tra questi c’è anche Volta. Credo sia l’unica amministrazione al mondo che ha aumentato le tasse l’anno prima delle elezioni. Siamo passati dal 0,4% al 0,55% e l’incremento dell’0,15% dovrà essere pagato quasi per metà dai cittadini. Entro il 16 gennaio 2014.

Insomma… abolizione della seconda rata, ma per modo di dire. Manca ancora un testo definitivo, ma la beffa è già dietro l’angolo.

L’Anci e i sindaci di tutta Italia insorgono. Ma in tutto questo bailamme destano perplessità le dichiarazioni del Ministro dell’Economia, Saccomanni: “l’importo della rata sarà coperto con misure a carico del sistema bancario”. E se dunque sono le banche a pagare, poi su chi si rivarranno?

Nessun commento