Eccezziunale. Veramente?
(D. Abatantuono – Ecceziunale veramente)
Per me l’”eccellenza” è sempre stata una categoria calcistica. Da quando però Formigoni ha iniziato a vestirsi con le giacche colorate e le camicie a fiori, la parola “eccellenza” l’ho sentita sempre più spesso accostata al nome della Regione Lombardia. “Eccellenza sanitaria”, “eccellenza nel contenimento della spesa”, “eccellenza nei servizi”.
Qualche giorno fa, però, l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating di dieci banche italiane, tre istituzioni finanziarie e ventitrè enti locali. Tra questi ultimi anche la Regione Lombardia. Agli occhi del mondo, l’affidabiltà della Regione ha perso ufficialmente qualche punto.
Però il dubbio che la Lombardia non fosse tutta questa “eccellenza” poteva anche venirci prima. Una Regione che ospita nel suo Consiglio i Formigoni, i Minetti, i Trota, i Penati… tutti insieme. Mah.
Banda (troppo) larga
Posted by Giullare in Cose di paese on 16 luglio 2012
(E. Ruggeri – La band)
Pochi giorni fa hanno staccato la spina a Bruce Springsteen e Paul McCartney. Letteralmente: durante un concerto ad Hyde Park i due la stavano tirando in lungo e in largo, sforando i tempi massimi prefissati dall’organizzazione. Così i responsabili dell’evento hanno deciso di staccare la luce e mandare a dormire il Boss e il Baronetto. Normalissimo, neanche fossero i Rodigini o Frenchi Fagiano. Immagino ci sia rimasto male il pubblico, tarpato brutalmente nel momento dell’estasi.
Pensando ai concerti terminati nel disappunto totale, mi è venuto in mente l’unico a cui abbia preso parte in qualità di cantante. Quello del ’97, per il matrimonio del Gianluca e della Daniela. Cantammo in lungo e in largo per un intero pomeriggio, ma di quel concerto rimane solo una registrazione parziale. Colpa, dicono gli storici, del mixer farlocco di Mercurio. Ad anni di distanza, conservo ancora una discreta delusione. Resta solo qualche languida foto da amarcord, come questa.
Ferrata Vaio scuro
(da Fantozzi contro tutti)
L’escursione è stata tra le più dure della mia sobria carriera alpinistica. Non tanto per la complessità della ferrata, di per sé di media difficoltà e lunghezza, quanto per l’interminabile tragitto condito da ghiaioni logoranti.
Partiamo con le solite rimostranze nei miei confronti, reo di dover fare benzina, colazione e spesa per il pranzo (annotatevi quest’ultmo particolare: sono stato ingiuriato perché dovevo acquistare un panino per strada).
L’itinerario parte dal rifugio Battisti, a quota 1265. Percorrendo il bosco si giunge al Vaio di Pelagatta e si risale sino alla Selletta delle Poe e al Vaio Scuro. La ferrata parte subito con una calata a strapiombo nel canalone del Torrione Recoaro. L’ambiente è molto bello, ovunque guglie e anfratti che sembrano di cartapesta. In basso, su uno spuntone a poche decine di metri da noi, un capriolo scruta immobile le nostre mosse.
È qui che Gianluca s’accorge d’aver scordato il suo pranzo. Al posto del cibo si ritrova nello zaino il Tom Tom dell’auto. Utlilissssssimo!
Pian piano entriamo in una galleria verticale, abbastanza stretta e molto scenografica. Forse è questo il passaggio più bello di tutta la ferrata. Nel frattempo le nuvole avvolgono le cime, seguiamo il percorso, ma il panorama non esiste più e si procede nella foschia. La relazione parla Forcella Bassa, di Forcella della Scala, dell’Orecchio del Diavolo e della Porta dell’Inferno. Di preciso non sappiamo dove siamo, da qualche parte sulla vetta.
Il mio socio, depositario della cartina, decide che dobbiamo scendere di 400 mt. Scelta fatale perché, terminata la discesa lungo l’ennesimo ghiaione, scopriamo che dobbiamo subito risalire.
Il mio unico panino, acquistato in un clima di pubblico ludibrio, è il pranzo di entrambi.
Raggiungiamo dunque lo Scalorbi e da qui nuovamente il Battisti. Alla fine, il “giretto” dura sette ore ed il dislivello supera i 1000mt. Meno male che avevo un panino allo speck. Anzi, mezzo panino.
XXII° Consiglio (22 giugno 2012)
Posted by Giullare in Cose di paese on 8 luglio 2012
Consiglio “europeo”, cioè celebrato poco prima della semifinale Italia-Germania.
Il punto più significativo dell’odg è stato la rinuncia alla domanda di concessione per la costruzione di un impianto idroellettrico sul Mincio. Una recente interpretazione della normativa sulle quantità d’acqua che deve intercorrere tra il punto di prelievo e quello di scarico della stessa, ha reso antieconomico il progetto di un nuovo impianto, che rispetto alle previsioni iniziali dovrebbe rimanere chiuso per 3-4 mesi all’anno. Per questo motivo il Comune rinuncia alla domanda di concessione ed al contempo pone in liquidazione la società partecipata Morenica Energie s.r.l. La Minoranza si è astenuta.
Si è poi proceduto a reinserire via Sordello tra gli ambiti di trasformazione del P.G.T. La zona era stata stralciata dal Piano perché collegata alle proprietà di un parente del Sindaco. Il passaggio di proprietà le permette di essere reinserita nel Piano.
Infine è stata comunicazione della nuova nomina ad assessore ai Servizi Sociali della Francesca Turrina, al posto della Giovanna Martelli. Buon lavoro alla quota rosa.
Buona forchetta (a casa mia) – Impepata di nozze
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 3 luglio 2012
Per festeggiare il primo mese di nozze, ci siamo concessi una piacevole impepata. È un’ottima alternativa ai soliti antipasti di pesce e se le cozze sono fresche il risultato è ottimo. Anche la preparazione non richiede un grosso impegno. In effetti io c’ho messo un’ora per pulire i gusci di un chilo di cozze, ma era la prima volta.
Come secondo abbiamo fatto un branzino al sale. Il tutto annaffiato da un prosecco Collalto: purtroppo m’ero scordato di mettere in frigo il Crestale del dott. Boselli, che a mio avviso rimane sovrano per queste cose.
Telerivisti
(B. Gentili – 10 giugno 2012)
Aldo Grasso in questi giorni propone una riflessione sull’evoluzione, o meglio sull’involuzione, delle telecronache calcistiche Rai, da Nando Martellini ai giorni nostri.
In effetti, seguendo le partite della nazionale in occasione di questi Europei, ho avuto le sue stesse sensazioni. Ricordo, più che altro per le periodiche riproposizioni storiche e per i diffusi servizi sull’argomento, lo stile asciutto di Carosio e di Martellini. Sembravano notai di fronte alla lettura di un rogito: asciutti, atavici, quasi apatici. Telecronache istituzionali che avevano lo stesso ritmo del gioco che commentavano: lento, prevedibile, a tratti noioso. Però conoscevano l’italiano ed il sentirli parlare lasciava comunque trasparire una grande professionalità.
Poi la lunga epopea di Pizzul, buono per ogni occasione e per ogni partita dell’anno: Pizzul quattro stagioni. A pensarci bene era un po’ indolente e le telecronache uscivano particolarmente fiacche. Troppi “Ehhhhh”, “Ahhhhh”, e molto pressapochismo. Però adesso lo rimpiango. In fin dei conti divertiva e, ne sono certo, si divertiva. Non dimenticherò mai il “cielo plumbeo ed il terreno gibboso”, la “parabola arquata” e lo “stadio gremito in ogni ordine di posto”.
Negli ultimi anni il gioco si è radicalmente trasformato, accelerato, evoluto. Il trionfo dell’atleticità e della velocità impone telecronache diverse, al passo coi ritmi di “giuoco” (per dirla alla Pizzul). Però ascoltando i vari Gentili, Cerqueti, Dossena, Collovati… scende la tristezza. L’italiano diventa un’opinione, i nomi random, le osservazioni tecniche sembrano uscite da un calcio di vent’anni fa.
Soffriamo, non so se “a testa alta”, ma soffriamo. Ed incalza la nostalgia.
American Beauty
(G. Bernardin, qualche giorno prima delle nozze)
Viaggiare in New England significa innanzitutto sprofondare in una delle tante dimensioni che compongono l’America. Popolo strano gli Americani: più li frequenti e più ti rendi conto che vivono esattamente come nei loro film. Case di legno e cartongesso, con la veranda davanti e la porta di servizio sul retro, la bandiera stelle e strisce sulla balconata d’ingresso ed il pick up parcheggiato nel vialetto attiguo al praticello perfettamente tagliato.
Per inquadrare il territorio… Il New England è la regione nordorientale degli Usa e raggruppa sei stati: Maine, New Hampshire, Massachusetts, Vermont, Connecticut, Rhode Island. Su queste coste sbarcarono i primi Padri Pellegrini delle minoranze religiose inglesi, in fuga dalle persecuzioni europee. Nel XVIII° secolo furono elaborati qui i primi progetti per l’indipendenza. Ma il New England è anche la culla della letteratura e della filosofia americana, la sorgiva delle battaglie sociali e dei diritti dell’uomo. L’abitante della Nuova Inghilterra è lo Yankee.
Il nostro viaggio però è partito dallo stato e dalla città di New York che significa fusione di genti, baraonda di ristoranti, grattacieli da grattacapo, velocità convulse, lavoro… ma soprattutto skyline. Nel mio immaginario Manhattan significa questo. Nelle foto che seguono ho cercato di portare a casa due prospettive diverse di skyline.
Successivamente abbiamo intrapreso il viaggio in auto per Ithaca e per le Niagara Falls. Non alte, ma vastissime. Non sconvolgenti, ma maestose nella loro veemenza e nella loro forza. Arrivare a pochi centimetri dall’inizio del salto fa comunque impressione. Pioveva, ma abbiamo comunque apprezzato la meraviglia del luogo, rovinata solo dagli alberghi e dalle giostre di Gardaland che sorgono di fianco.
Dopo le cascate, Toronto e la sua Cn Tower, 553 metri con un ascensore di vetro. Poi l’Ontario, un lago grande quanto l’Italia dove il panorama è quasi sempre lo stesso: le interminabili strisce di alberi, boschi, foreste dividono il grigio avio del lago dal cielo plumbeo. Sulle Thousand Islands ho scelto uno dei posti più tranquilli in cui mi piacerebbe vivere.
Vermont, dove i laghi si susseguono e si confondono l’un l’altro. Dove il tempo si ferma ed il ritmo inizia ad essere quello delle fattorie. Qui tutto è lento e favorisce la contemplazione.
New Hampshire, White Montains. Ovvero le montagne che precludono l’oceano. Le strade attraversano in silenzio i boschi ed il parco nazionale. Attorno la quiete e di tanto in tanto qualche auto.
Finalmente Maine. Oceano, tramonti, fari, scogliere e soprattutto Lobster. Aragosta ovunque, perfino nei meravigliosi panini dei baracchini agli angoli delle strade. Buonissimi.
Alla fine Boston con la sua storia ed il suo piacevolissimo centro storico da girare rigorosamente a piedi lungo il Freedom Trail e Cape Code, la penisola da cui siamo partiti per avvistare le balene.
Un viaggio bellissimo, in cui la sensazione dominante è stata quella di trovarsi sul set di un film. Di tanti film. L’America, per come l’abbiamo vista noi, è esattamente come quella dei suoi film. Con pregi e difetti, si capisce.
Stravolta 2012
Posted by Giullare in Cose di paese on 17 giugno 2012
Rinnovo anche quest’anno i complimenti per l’organizzazione della Stravolta. Itinerario a scelta tra 7, 14 e 21 km. Molto bello il percorso tra colline, boschi e cavedagne. Bravi Bradipi. Se non fosse per Rodeo che mi ha accompagnato durante la marcia, sarei ancora là a boccheggiare. Invece sono arrivato al traguardo.
L’unica nota negativa è stata lo speaker dell’arrivo. Nella lettura degli sponsor ha citato il Gruppo Fotografico Carpìno e il Panificio Pazzini. Squalificato.
Canada
con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà,
e tutte le ragazze che passavano di là
dicevano: “Che bella la casetta in Canada’”
(G. Latilla – La casetta in Canada’)
Finalmente arrivati in Canada. Oggi, giornata piovosa e temporalesca, le cascate del Niagara si sono mostrate in tutto il loro impeto. Me le aspettavo piu’ alte, ma da vicino fanno comunque impressione. Spiace non poter caricare qualche foto.
Ci si rimane male nel vedere che attorno ad una della meraviglie piu’ grandiose della natura, e’ sorto un paese di giostre, negozi, ristoranti. Una piccola Las Vegas. Paradossalmente l’unica cosa che non si paga e’ la vista delle cascate, cioe’ il motivo principale per cui uno viene in questo posto. Tutto il resto e’ profumatamente a pagamento.
XXII° Consilgio (24 maggio 2012)
Posted by Giullare in Cose di paese on 26 maggio 2012
Oggi avrei tutt’altro a cui pensare, ma anche per ammazzare il tempo faccio un breve resoconto del Consiglio comunale di Giovedì sera.
L’approvazione all’unanimità di una vecchia convenzione con altri comuni, relativa agli “affacci sul Mincio” (es. piste ciclabili), è stata l’occasione per illustrare che la nuova illuminazione della pista ciclabile che parte da piazza Cantarana è interamente gestita dal piccolo impianto fotovoltaico posizionato sulla pensilina di via Gonzaga.
Sempre all’unanimità è stato dato parere favorevole al progetto di rifacimento della rete metanodotto nella zona Piccard. Si è deciso di subordinare ogni intervento al fatto che nel futuro prossimo sarà realizzata una rotatoria sul pericoloso incrocio.
Votata all’unanimità la manifestazione d’interesse per gestire l’illuminazione pubblica attraverso una società provinciale costituita dai Comuni mantovani e dalla Tea.
Infine è stata bocciata la richiesta della minoranza di riportare la destinazione dell’area Allison ad attività produttive. Col PGT l’area è stata trasformata da “zona produttiva” a “residenziale”. La scelta fatta col PGT tentava di salvare i posti di lavoro dei concittadini invogliando la proprietà, che stava dismettendo l’industria, a trasferire l’attività in zona artigianale e rivendere l’area come residenziale.