L’indulto come il condono


I primi cento giorni di un governo, altro non sono che il biglietto da visita che una maggioranza parlamentare deve offrire di se stessa. In una legislatura si possono (o non si possono) fare tante cose, va da sé che i primi tre mesi abbiano un’importanza relativa in riferimento alla totalità del tempo a disposizione. È tuttavia opinione diffusa che dall’inizio di una legislatura si possa inquadrare un andamento più globale, il cui giudizio dovrà essere operato solo alla fine.
Torno dalle ferie con la notizia dell’approvazione alla Camera di un provvedimento di indulto, in grado di scarcerare più di dodici mila detenuti. Riduzione della pena, da applicare anche ai reati finanziari, alla corruzione, alla concussione… persino al reato del voto di scambio mafioso. Se queste sono le priorità dell’Ulivo, i provvedimenti più urgenti da attuare, le questioni da cui partire per gettare le basi di “un’epoca nuova”, allora il problema è davvero sconcertante. Una coalizione che ha trascorso cinque anni a delegittimare Berlusconi in nome del conflitto d’interessi, che ha puntato il dito contro gli abomini delle leggi ad personam, che ha sbrodolato ovunque belle parole in nome dello stato sociale, in difesa dell’ambiente della scuola e quant’altro… davvero non ha nulla di meglio e di prioritario da porre all’ordine del giorno? Davvero è questione più urgente scarcerare Tanzi e Cagnotti, Ricucci e Fiorani, Previti e Wanna Marchi?
Bertinotti ha salutato la votazione sentenziando: “Oggi è una bella giornata per la Camera e per le istituzioni”. Io continuo banalmente a concordare con l’uomo qualunque del bar qualunque, per il quale alla fin fine “sono tutti uguali”. Giudizio insipido e poco originale, ma il più reale che mi sia venuto in mente.

  1. #1 by Gianluca at 29 luglio 2006

    ROMA – Archiviato l’indulto alla Camera, al centro della scena c’è ancora Antonio Di Pietro. Mezza Unione è furente con il ministro che ha definito «banda Bassotti» i senatori che si accingono a dare il via libero definitivo allo sconto di pena di tre anni ai detenuti. Il voto finale è previsto per sabato notte. «Basta attacchi» è il coro unanime che si leva dagli alleati. I Verdi vanno oltre e scrivono a Prodi invitandolo ad intervenire per far cessare «il susseguirsi di gravi ed offensive dichiarazioni». Il premier per ora non risponde ma fa sapere di aver avuto un «colloquio chiarificatore» con l’ex pm. In realtà gli incontri – per tentare di riportare all’ordine il ribelle molisano – sono stati due. Intanto l’irritazione verso Di Pietro cresce.

    BUFERA SUL MINISTRO – «Quanto tempo passerà prima che Di Pietro arrivi a pubblicare gli indirizzi dei singoli parlamentari perché le porte delle loro case vengano contrassegnate con la vernice?» si chiede Mauro Fabris, Capogruppo dei Popolari-Udeur alla Camera. Severissimo anche il senatore Guido Calvi: «L’allusione del ministro Di Pietro ad una banda Bassotti che lavora profittando della calura estiva – commenta l’esponente diessino – è assolutamente irricevibile. Se questi sono i suoi argomenti abbiamo toccato il fondo». Per il capogruppo del Prc a Palazzo Madama, Giovanni Russo Spena, «le parole Di Pietro sono politicamente incivili e giuridicamente indegne. Una cosa è la sacrosanta espressione del dissenso politico. Tutt’altra l’uso continuo della calunnia». Mastella non è meno tenero: «Io mi occupo del pianeta carceri – spiega il ministro della Giustizia, da giorni in polemica aperta con Tonino – Mi occupo di quel cantiere, così come il ministro delle Infrastrutture si occuperà del cantiere Salerno-Reggio Calabria, sperando di risolvere gli annosi problemi che ci sono…».
    LA LISTA – E Di Pietro? Va avanti come un treno direttissimo. Dopo averla annunciata, ha pubblicato la lista dei deputati pro-indulto. Basta cliccare http://www.antoniodipietro.it per leggere nomi e cognomi degli onorevoli, divisi per gruppo politico, che hanno votato per «il colpo di spugna», ovvero l’indulto. Di Pietro non si fa certo scrupoli: nella lista, che qualcuno ha definito «di proscrizione», compaiono i nomi di Prodi, D’Alema, Fassino e Rutelli. Il governo al completo. Non c’è invece Bertinotti, che non ha votato, mentre figura una sola deputata di Italia dei Valori, Federica Rossi Gasparrini. Di Pietro torna poi a richiamare l’attenzione sui lavori al Senato. Ma l’espressione «banda Bassotti» precedentemente usata per i senatori favorevoli al provvedimento, lascia il posto qui al più soft «chi ha qualcosa da nascondere». «L’Italia dei Valori non si arrende – continua il messaggio – la battaglia per escludere dall’indulto reati gravissimi si trasferisce al Senato, dove la discussione avverà in tutta fretta sabato pomeriggio con la votazione addirittura nella notte di sabato, come avviene per chi ha qualcosa da nascondere». Alla fine un post scriptum: «Domani sabato 29 luglio, l’Italia dei Valori manifesterà di fronte a Palazzo Madama a Roma». Un altro sit-in, capitanato dal ministro di lotta e di governo

  2. #2 by Gianluca at 31 luglio 2006

    Ci sono giorni in cui, al mattino, appena sveglio, un pensiero mi tormenta. All’inizio non riesco a metterlo a fuoco, ma quasi subito è lì, davanti a me. E’ come svegliarsi con i bruciori di stomaco. Da giorni a bordo letto mi brucia l’indulto per i reati finanziari e di corruzione che è stato approvato al Senato dal centrosinistra. Un centrosinistra che era stato votato per eliminare le leggi ad personam. E che lo ha fatto a modo suo: con una sola legge ha risolto il problema, per il passato e per il futuro.

    Infatti, parole di Gerardo D’Ambrosio, “beneficeranno dell’indulto anche i colpevoli non ancora scoperti per reati commessi fino al 2 maggio 2006: chiunque sarà processato nei prossimi tre anni parte già con un bonus di -3 in tasca. Salvo che abbia commesso delitti gravissimi, puniti in concreto con più di 6 anni, già sa che non finirà in carcere né prima né dopo la sentenza definitiva”.

    Ecco, forse è questa la chiave di lettura di questo accordo UnioneCdl: nelle inchieste in corso. Lo sapremo presto, appena i giudici formalizzeranno i risultati dei procedimenti. Se vi saranno nomi eccellenti di politici, industriali, finanzieri, bancari, allora ci verrà un legittimo sospetto.

    Liberare le carceri da chi non c’è mai andato e forse ci poteva andare è una missione per Rutelli e Fassino. Da dove viene questo slancio umanitario?

    Ma c’è un altro pensiero, non ancora del tutto a fuoco, ma più chiaro dopo l’intervista di Fausto-marron-Bertinotti alla Stampa. Che questo governo sia già a termine, che Prodi sia già stato licenziato dai suoi alleati, che dietro alle quinte sia già pronto un nuovo governo di Inciucio Nazionale, un po’ alla Merkel, un po’ alla D’Alema, il candidato in pectore alla Presidenza del Consiglio.

(non verrà pubblicata)

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