Buona forchetta – Trattoria dell’Alba
Posted by Giullare in Buona Forchetta on 25 novembre 2013
Rinomata trattoria nella terra senza nome che sta tra Mantova e Cremona. Entrando nel locale, ci si sente subito catapultati indietro nel tempo. Prima di tutto l’aspetto del locale è quello di cinquant’anni fa, poi leggendo il menù si capisce subito l’attenzione per il territorio e per la cucina storica del luogo. Piatti della tradizione nel vero senso della parola (codino di maiale, cotiche, lumache, bevr ‘in vin), ma anche interessanti rivisitazioni (riso nero con sedano e gorgonzola, tortelloni con culaccia e prugne). Diversi secondi piatti a base di chianina. Accanto alla carta dei vini, si può bere anche il barbera della casa. Forse i prezzi possono sembrare un po’ cari, ma la qualità delle materie prime è piuttosto alta: i primi piatti costano 10 euro, i secondi 17. Noi abbiamo speso 40 euro mangiando come i verri, con abbondante giostra di antipasti, tre primi, roastbeef di chianina e dolce. Fidatevi, ne vale la pena.
Voto: 7,5
Trattoria dell’Alba, Via del Popolo 31 – Vho di Piadena (Cr)
Nella mischia
(S. Chabal)
Sugli spalti di una partita di rugby i tifosi sono tutti intenditori. Questo è un dogma degli sport che vanno di moda: siccome la maggior parte della gente non li conosce, è assolutamente fondamentale per la propria autostima fingersi navigati intenditori. Se dalla curva non vedi nemmeno dove è finita la palla, c’è sempre qualcuno che urla “No, non di lì, apri il gioco dall’altra parte”. Se l’arbitro fischia qualcosa che non capisce neppure lui, c’è sempre un panzone barbuto col cappello da giullare che grida: “Ovvio dai… IN AVANTI!” Se c’è un placcaggio appena appena rude e l’arbitro non interviene, tre quarti della curva inveisce: “È fallo! Espulsione!”
È un universo strano quello dei tifosi di rugby. A Cremona ho visto pensionati con la faccia dipinta di bianco, rosse e verde, senza dignità alcuna. Ho visto bambini più piccoli delle trombe che reggevano tra le mani. Ho visto donne che sapevano distinguere il drop dalla touche, Furno da Allan.
Come richiesto dal protocollo del rugby, la trasferta cremonese ha regalato un ottimo terzo tempo: Trattoria dell’Alba a Piadena, per la quale seguirà degna e appropriata recensione.
Latinorum
(dialogo tra Renzo e Don Abbondio – Promessi sposi, cap. II)
Scansiamo subito ogni equivoco: lo scoop è di Michele Mari, non mio.
La Gazzetta dello Sport, sempre più nel baratro di contenuti, ora sconcerta anche per la forma dei suoi articoli. È di qualche giorno fa l’apostrofe alle strategie del Coni, con l’improbabile espressione “out out”.
Una débâcle profonda, tutt’altro che un banale refuso. Denota innanzitutto ignoranza. L’ignoranza di scrivere quello che si sente in giro, quello che altri dicono, senza sapere bene cosa significa e soprattutto come si scrive.
“Aut aut”, locuzione latina per indicare “o questo o quello”, utilizzata anche per definire una scelta biunivoca direzionata “o di qua o di là”. Locuzione classica trasformata magicamente dalla Gazzetta in inglesismo isterico: “out out”.
Capita di frequente che chi non sa l’italiano si ostini a cercare la perifrasi latina. Una ricerca ossessiva, che raramente ripaga lo sforzo. Costoro scordano troppo spesso che l’effetto dell’errore è potenzialmente più forte dell’effetto “figo” che l’espressione dovrebbe evocare. Lascino perdere e s’accontentino dell’italiano corretto. A noi basta e avanza.
Il pane sporco si mangia in famiglia
(dall’Antico Testamento – Libro dei Proverbi)
Era ora. Papa Francesco si è scagliato nei giorni scorsi contro la “dea tangente”. “Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! L’amministratore disonesto dava da mangiare ai suoi figli il pane sporco!”
Non che ci fosse bisogno di spiegare quale pane è sporco e quale è pulito, e neppure da quale sacco viene presa la farina, ma il fatto che il Papa abbia palesato la posizione della Chiesa di fronte al vizietto della stecca, rimane un fatto sorprendente.
E i nostri navigati amministratori locali? Avranno inteso il monito? Quelli che strizzano l’occhio, che concedono il permesso, che scelgono dove, come, quando lottizzare… avranno ascoltato il Papa? Quelli che concedono gli appalti, che scelgono i fornitori, che confondono il bene pubblico con il portafoglio privato… avranno capito la metafora del pane?
Certamente sì. Sono gli stessi che non si perdono una messa, che s’inginocchiano e si scambiano la pace, che cantano l’Alleluja e il Padre Nostro, che ricevono sempre la comunione, stando bene attenti a farsi vedere da tutti. Vuoi che questi amministratori immacolati non riconoscano il pane sporco da quello pulito?
Il Monte Zebio
(M. Praz)
Si trova a pochi chilometri da Asiago, a ridosso dell’altopiano teatro della Grande Guerra. Il Monte Zebio ospita un museo all’aperto. A 1700 metri d’altitudine, si trovano i resti della linea di difesa austroungarica: trincee, ricoveri, postazioni di mitragliere, depositi, caverne e sentieri di collegamento. È quassù che l’8 giugno 1917 morì l’intera Brigata Catania. Un museo all’aperto, immerso nel silenzio e nella pace più totali.
Accanto al sacro, il profano. Per completare la gita ci siamo concessi l’immancabile approdo a tavola. Scesi dal monte Zebio, vicino al piccolo aeroporto di Asiago, si può trovare la Trattoria Aurora. Cucina meravigliosa, nella quale spiccano gli gnocchi con la fonduta e lo speck, la tagliata di faraona ed il cinghiale.
Vuoto torricelliano
(Legge di Torricelli)
Evangelista Torricelli è stato un grande fisico e matematico italiano. Tra le altre cose, anticipò il calcolo infinitesimale e studiò il moto dei gravi. Nel 1644 individuò il “vuoto torricelliano”, dimostrarono che il vuoto può esistere in natura e che l’aria ha un peso.
Ad Evangelista Torricelli è dedicata una via di Verona, la stessa dove parcheggio tutti i giorni per andare al lavoro. La strada è dedicata a lui perché è qui che le sue teorie trovano la più efficace dimostrazione pratica. È in questa via che i concetti di calcolo infinitesimale, di moto dei gravi e di vuoto torricelliano trovano la più completa e tangibile applicazione.
L’incidente sotto ha coinvolto almeno tre vetture. La mia auto, parcheggiata a lato della strada, ne è uscita completamente illesa. Si può chiamare vuoto torricelliano, oppure sospensione del moto dei gravi, oppure semplicemente… culo infinitesimale.
Gente di Dublino
(J. Joice – Gente di Dublino)
È gente di Dublino quella che bighellona tra le stradine di Temple Bar, che gironzola quasi a casaccio, senza una meta precisa e senza la ben che minima concezione del tempo. Per loro lo spazio ed il tempo sono dimensioni lontane e troppo complicate. È gente di Dublino quella che va in curva all’RDS Arena, per vedere quali preghiere si recitano nelle chiese del rugby, quali inni s’intonano, quali insulti si urlano. “C’mon the boys in blue “ è il ritornello che rimarrà nello loro menti per tutto il viaggio. È ancora gente di Dublino quella che scopre la bellezza delle piccola Howth, con la scogliera a picco sull’oceano ed il suo porto di pescatori. È gente di Dublino anche quella che entra ed esce dai pub, alla ricerca dell’ultima pinta da gustare e dell’ultimo sgabello da conquistare. Quella che talvolta sceglie la Carlsberg al posto della Guinness, o che preferisce il “fish & chips” allo stufato di manzo. Perché a volte basta poco per essere gente di Dublino.
Dura lex
(Z. Bauman, La società sotto assedio)
Dopo che sono morte 311 persone è tornato in auge il dibattito sulla Legge Bossi-Fini.
Dal 2002 questa legge disciplina le politiche sull’immigrazione in Italia. In sintesi prevede:
– Espulsioni immediate con accompagnamento alla frontiera per gli immigrati irregolari;
– Permesso di soggiorno solo con certificato di lavoro;
– Restrizioni nella durata del permesso di soggiorno e dei criteri per restare in Italia;
– Ammissione dei respingimenti effettuati in acque extraterritoriali;
– Istituzione del reato di immigrazione clandestina (dal 2009);
– Istituzione del reato di favoreggiamento: chi aiuta i migranti è complice del reato d’immigrazione clandestina (reclusione fino a tre anni, multa fino a 15.000 euro per ogni persona “favorita”);
– Obbligo di rilevamento e registrazione delle impronte digitali.
Banalmente osservo che queste ratio soppressive non hanno sortito effetti positivi. I migranti continuano ad arrivare, molti continuano a morire e molti altri continuano a delinquere.
In un paese che cambia la legge delle pensioni in un fine settimana e che in quarantottore depenalizza il falso in bilancio, forse un po’ di spazio per modificare almeno parzialmente questa legge si potrebbe trovare. Ma forse conviene a tutti continuare a parlare e basta.
XXXIII° Consiglio (7 ottobre 2013)
Veloce sessione consiliare per approvare una variante ai documenti del P.G.T., e per adottare il piano attuativo dell’area relativa a via don Mazzolari.
XXXII° Consiglio (30 settembre 2013)
Consiglio molto denso di argomenti. Innanzitutto l’approvazione del piano finanziario e delle tariffe per il servizio rifiuti (Tares). Il piano totale è di circa 840.000 euro, e pesa per il 65% sulle utenze domestiche. Circa il 42% della tariffa è rappresentata da una quota fissa, il 57% circa da una quota variabile. Poiché la quota variabile è calcolata sul numero di svuotamenti del bidone per il rifiuto secco, è importante conoscere il numero di bidoni già compresi nella quota fissa. Per nuclei di 1, 2, 3, 4 persone, il numero di bidoni già compreso nella quota fissa semestrale è rispettivamente di 2, 4, 6, 7. Ogni svuotamento supplementare costa circa 2,5 euro a bidone, indipendentemente dal suo peso.
Mediamente le tariffe sono aumentate per le famiglie monocomponente, mentre dovrebbero lievemente diminuire per gli altri. La vera batosta arriverà per le attività commerciali che producono più rifiuti, ovvero ospedale, case di riposo, supermercati. A Volta in media il “porta a porta” costa 114 euro ad abitante, contro una media mantovana di 124 euro. Nel nostro comune la differenziata, dopo essere scesa al 63%, oggi supera l’80%. Non è male.
Il Consiglio ha poi approvato le aliquote Imu: la prima casa passa dallo 0,4 allo 0,55, gli altri immobili dallo 0,7 allo 0,96. Rimane invariata l’aliquota del 2 per i terreni agricoli.
Sono stati definiti i valori di mercato delle aree fabbricabili ai fini imu e sono di 100 euro/mq per le aree convenzionate e di 40 euro/mq per le non convenzionate.
Si è votato anche il programma delle opere pubbliche per il triennio 2013 -2015, che sembra sempre più un libro delle favole che un piano d’intenti. Approvato anche il bilancio di previsione.
Dulcis in fundo, è stato adottato piano cimiteriale, poiché la Regione obbliga i comuni a dotarsi anche di questo strumento. Dagli studi effettuati emerge una tendenza progressiva alla riduzione nella disponibilità di posti. Visto che l’immortalità non è al momento un’opzione percorribile, nel lungo periodo dovranno diminuire i rinnovi delle tombe e si dovrà procedere ad un estensione del numero delle stesse. Ho osservato che forse andrebbe valutata anche l’alternativa di una struttura per la cremazione.